“Chef alle stelle”, consegnato il primo riconoscimento regionale ai cuochi stellati del Piemonte: ecco chi sono gli astigiani

Si è svolto ieri, lunedì 25 febbraio, nel Foyer del Toro del Teatro Regio di Torino, il primo evento organizzato dalla Regione Piemonte e dall’Accademia Bocuse d’Or Italia per celebrare gli chef premiati dalla Guida Michelin Italia.

Il riconoscimento, al suo debutto, ha visto alternarsi sul palco moderati dal giornalista Luca Ferrua, 35 dei 45 cuochi stellati attivi in Piemonte: l’incontro ha voluto dare risalto all’importante obiettivo raggiunto da numerosi chef sul territorio regionale – che ha visto proprio nel 2019 un exploit del territorio con cinque nuovi locali inseriti nella prestigiosa guida, posizionando la regione al secondo posto in Italia dopo la Lombardia -, all’interno di una più complessiva strategia di valorizzazione delle eccellenze piemontesi nel campo agroalimentare ed enogastronomico.

“Il Piemonte ha saputo affermarsi come territorio leader sui temi dell’enogastronomia, sviluppando negli anni un unicum fatto di esperienze, tradizioni e saperi che vanno dal design all’artigianato d’eccellenza, da Slow Food all’importante esperienza dell’Accademia Bocuse d’Or Italia – dichiarano Antonella Parigi, assessora regionale alla Cultura e al Turismo, e Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura –. Questo lavoro sulla valorizzazione del cibo e del territorio vede sempre più chef eccellenti scegliere il Piemonte come propria sede. Una crescita certificata dalla Guida Michelin Italia 2019, che ha assegnato il maggior numero di nuove stelle proprio al nostro territorio. Un risultato che è per noi motivo di grande orgoglio: per questo abbiamo voluto consegnare un riconoscimento agli stellati del Piemonte, per esprimere il nostro ringraziamento e valorizzare il grande ruolo che hanno nel fare della nostra regione un punto di riferimento sempre più riconosciuto a livello nazionale e internazionale”.

“L’Accademia Bocuse d’Or Italia, nata nel 2017 ad Alba con lo scopo di supportare gli chef che vogliono formarsi nell’alta gastronomia e partecipare al prestigioso concorso internazionale, lavora su alcuni temi cardine legati all’enogastronomia e alla cultura del cibo, come la diffusione dello stile e della cucina italiana, la valorizzazione della professionalità e la promozione della biodiversità gastronomica – dichiarano il presidente dell’Accademia, lo chef Enrico Crippa, e Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera Internazionale del tartufo Bianco d’Alba –. Obiettivi per il raggiungimento dei quali l’Accademia gode dell’assoluto vantaggio di svilupparsi in una terra caratterizzata da forte vivacità imprenditoriale e grande appeal turistico, capace di interessare i mercati esteri, contribuire ad arricchire l’offerta territoriale e a posizionarla ai vertici dell’alta cucina”.

Agli chef è stata consegnata una medaglia nominale con il logo della manifestazione – una giacca da chef -, oltre a una targa per i ristoranti. I cuochi sono stati inoltre omaggiati di una bottiglia di Dolcetto, vino scelto dall’assessorato regionale all’Agricoltura per il 2019, con un’etichetta personalizzata da Simone Monsi, artista selezionato nel 2018 da Artissima per rappresentare la Regione Piemonte a Vinitaly.

L’evento “Chef alle Stelle” è un progetto di Regione Piemonte, Accademia Bocuse d’Or Italia ed Ente Fiera Internazionale del Tartufo d’Alba, realizzato con la collaborazione di DMO Piemonte Marketing e del Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani in occasione dell’anno del Dolcetto.

Di seguito i cuochi premiati (tutti da una stella) di Asti e provincia:

Gabriele Boffa – Locanda Sant’Uffizio – Enrico Bartolini a Penango – Cioccaro 

Gabriele Boffa si considera un uomo fortunato per aver ricevuto grandi insegnamenti applicati con determinazione e rigore nel lavoro, fonte di enormi soddisfazioni. La gratitudine per la terra e le persone che ha incontrato lo fa sentire in dovere di restituire ciò che ha imparato: questione di karma. Ha rispetto per l’identità del territorio pur guardando al mondo con grande curiosità e sete di scoperta.

La sua ricetta
Riso al gallo, piatto della tradizione monferrina, è voglia di sperimentare senza dimenticare il passato, anzi, esaltandolo in una grande materia prima, le creste di gallo, scelte tra le rigaglie, ingredienti regali. Il riso cotto in un brodo di gallo, mantecato con il grasso estratto dalla sua pelle, è completato con una finanziera di sole creste di gallo, funghi in olio di cottura e un infuso di salvia.

 

Walter Ferretto – Il Cascinalenuovo a Isola d’Asti 
Walter Ferretto, ambizioso e perfezionista, cura molto l’estetica dei piatti che disegna con carta e penna. Diventa Chef a venticinque anni alla scuola di mamma e nonna. In cucina esige pulizia, educazione, ordine e lavoro di squadra. È una persona riconoscente, socievole e allegra. Uno dei momenti più gratificanti della giornata è a fine serata quando si intrattiene con i clienti del ristorante.

La sua ricetta

Cipollata con mela Granny Smith. Sgombro marinato adagiato su un’insalatina croccante di cipolla e mela verde, robiola di Roccaverano a dare grassezza, a cui si aggiunge la mela verde come una firma, il guizzo con cui lo Chef lega e riequilibra, esaltandole, le due anime della sua cucina: una lavorazione orientale, che ammira, del pesce e l’amore per i prodotti tipici locali.

 

Massimiliano Musso – Ca’ Vittoria a Tigliole d’Asti
Massimiliano Musso eredita una passione famigliare: la nonna è Gemma Musso, nome storico della ristorazione piemontese. Non è sempre facile nei rapporti, eppure è brillante e ottimista, pronto a dare una mano e a condividere obiettivi. Il suo ego è enormemente gratificato da gesti di assoluta generosità che elargisce con levità e sincero altruismo.

La sua ricetta
Il Capunet con coda di vitello rivisitato è un piatto tutto sommato semplice e al contempo generoso di gusti e profumi, molto potente perché cotto in maniera tradizionale. La spiccata acidità conferita dal finger lime, rimanda come uno specchio alla spigolosità dello Chef, che emerge con tutta la sua autorevolezza a contrastare i sapori e a ridare equilibrio.

 

Mariuccia Roggero Ferrero – San Marco a Canelli
Mariuccia Roggero Ferrero è cresciuta nella bottega del cugino Nuto, l’amico falegname di Pavese che suonava il clarino. Ha una storia famigliare da raccontare, generazioni che si rincorrono, aneddoti personali che fanno sorridere e rivelano un grande bisogno di amore e di compagnia, trasferiti e condivisi con semplicità, garbo ed eleganza nei suoi piatti, come una favola su un bel disegno.

La sua ricetta

La grande bagna cauda piemontese è l’antidoto alla malinconia che coglie in autunno, quando la natura, spenti i magnifici colori infuocati, si prepara al freddo di giornate brevi. È il piatto che invita alla convivialità e al piacere di stare insieme a tavola, come in una grande famiglia, dove ogni verdura ha il suo carattere ma si lascia avvolgere dall’atmosfera. L’aggiunta di filetto di fassona è una sorpresa.