Asti, gli amministratori di condominio alzano la voce: “Il nostro è un mestiere difficile e va tutelato”

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Ha destato molto clamore il caso del condominio ad Asti in cui, per via di un forte debito con la società erogatrice del gas, il riscaldamento è stato per qualche giorno ridotto a sei ore.

A sollevare il problema è stata la Casa del Consumatore con un comunicato stampa, inviato in seguito alla visita al condominio di una troupe di SKY TG 24 che ha intervistato alcuni condomini (clicca QUI per leggere l’articolo).

Immediata era arrivata la risposta della società che amministra il condominio (Clicca QUI per leggere la risposta), ma sulla questione hanno deciso di fare sentire la propria voce anche altri amministratori di condominio che hanno convocato una conferenza stampa.

Tra gli amministratori erano presenti la presidente provinciale della Federazione Nazionale Amministratori, Germana Ferrero della Nordedil snc, Stefano Gai, Francesca Varca e Roberto Formiglio dello Studio Service; con loro l’avvocato Marco Galvagno legale dell’agenzia Pronto Casa che amministra il condominio in oggetto.

In apertura le doverose smentite su quanto dichiarato nel suo comunicato stampa dalla Casa del Consumatore: “Non è vero che i
condomini sono al freddo e che la società aspetta ancora una proposta del piano di rientro, perchè questo è stato sottoscritto la scorsa settimana, esattamente lunedì 3 dicembre, e dal giorno successivo, 4 dicembre, tutto il condominio ha il riscaldamento dalle 6 alle 22. Il riscaldamento non è mai stato spento, è vero che inizialmente era acceso per tre ore al mattino e tre alla sera, poi salite a otto con due ore aggiuntive a pranzo, ma questo era dovuto anche al fatto che non ha fatto particolarmente freddo fino a fine novembre.”

A confermare l’avvenuta sottoscrizione del piano di rientro, è stata una telefonata dell’amministratore con il responsabile della società fornitrice di gas, l’Europam.

Ha poi preso la parola per altre doverose precisazioni l’avvocato Galvagno in merito alle dichiarazioni della Casa del Consumatore che ha dato la colpa, oltre che ai condomini morosi, “alla latitanza dell’amministratore”: “La situazione di morosità va avanti dal 2013, quando il condominio era amministrato da altra società (il cambio è avvenuto nel 2016), che comunque aveva già iniziato le azioni legali tra il 2014 e 2015: sono infatti in corso 6 decreti ingiuntivi esecutivi, che non hanno portato a nulla in termini di recupero crediti e addirittura un’esecuzione immobiliare che è sospesa dal 2013. A fronte del nulla recuperato ci sono stati spese importanti, perchè ricordiamo che nel momento in cui si intraprende un’azione le spese vanno pagate subito, pena la decadenza dell’azione, e queste spese ricadono sempre sui condomini solventi purtroppo.

Quando è cambiato l’amministratore abbiamo inviato una decina di raccomandate per cercare di recuperare almeno in parte le 
spese non pagate, cosa che in passato era riuscita, ma purtroppo questa volta anche questa azione non ha portato a nulla e così siamo arrivati alla situazione di insolvenza che ha portato alla necessità di trovare un accordo con la società fornitrice.”

Concluse le precisazioni sul caso specifico gli amministratori hanno allargato il campo sui problemi che si trovano ad affrontare quotidianamente: “E’ vero che in caso di morosità è fatto obbligo di agire con le azioni esecutive entro 6 mesi dalla chiusura del bilancio, ma quando viene discusso il tema in assemblea e si specifica che le azioni inizialmente generano ulteriori spese, sono i condomini stessi a frenare. Senza contare il fatto che se sugli immobili che dovrebbero essere oggetto di azioni legali ci sono dei mutui c’è già un’ipoteca volontaria a favore della banca, per cui iniziare si rischia di fare tutti gli atti e sostenere le spese per ottenere niente.”

Il messaggio che gli amministratori di condominio riuniti vogliono trasmettere è chiaro: “Noi ci troviamo sempre in mezzo in queste situazioni, perchè da un lato capiamo perfettamente chi paga regolarmente e la loro volontà di giustizia, ma dall’altra ci scontriamo con i tempi lunghi e i costi della burocrazia. Fare l’amministratore è un mestiere difficile e nobile, che va tutelato.”

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