Anteprima Vendemmia 2015, l’evento di Confagricoltura Asti piace agli astigiani: bagno di folla per salutare l’arrivo della #vendemmiadaricordare

“Enchantè”. Basterebbe una parola, un semplice francesismo, per raccontare in un istante l'effluvio di emozioni che hanno accompagnato “Anteprima Vendemmia 2015”, evento organizzato da Confagricoltura Asti nell'Aula Magna del polo universitario astigiano.

Per il secondo anno si è rinnovato il connubio tra l’Università e Confagricoltura Asti, segno che “si sta creando una tradizione da consolidare nei prossimi anni”, ha dichiarato inorgoglito il direttore di UniAstiss Francesco Scalfari. Un ulteriore segnale d’interesse che il mondo accademico rivolge a quello del vino, come testimoniato anche dall’attivazione nell’ateneo locale del corso di laurea magistrale in Viticoltura ed Enologia.

La necessità di un’anteprima, anzi, l’Anteprima di Confagricoltura Asti è stata illustrata dal vicedirettore dell’associazione di categoria, Roberto Bocchino: “Possiamo già tracciare un primo bilancio della vendemmia appena terminata ed il giudizio è ottimo. Per comprende il concetto nella sua interezza, però, i dati non sono sufficienti ed è per questo che abbiamo deciso di offrire al palato dei presenti i frutti di quest’annata da ricordare”.

Un sogno per tanti astigiani, reso nuovamente possibile grazie a Confagricoltura Asti e alla particolare sagacia del suo direttore, Francesco Giaquinta, che ha commentato soddisfatto i primi dati: “E’ una vendemmia di ottima qualità, certamente superiore rispetto a quella del 2014 ma condizionata dal caldo eccessivo in un brevissimo lasso di tempo. Alcuni prodotti potrebbero risultare carenti di profumo e colore”.

Torna quindi l’ottimismo tra i vigneti dopo un’annata “bizzarra”, quella del 2014, come spiegato da Andrea Faccio, vicepresidente Confagricoltura Asti e presidente della sezione vitivinicola nazionale di Confagricoltura: “Si tratta senza dubbio di un’ottima annata e il comparto vitivinicolo piemontese ne sentiva un forte bisogno, dopo aver patito le bizzarrie del tempo lo scorso anno”.

Faccio ha quindi sottolineato con orgoglio il sorpasso, in termini di produzione, maturato dall’Italia nei confronti della Francia, 48,9 milioni di bottiglie a 46,6 milioni: “Siamo iprimi nel mondo, punto di riferimento per qualità e quantità ma dobbiamo imparare a comunicarlo. Dobbiamo superare le divisioni e collaborare per incrementare ancora di più la quota di export, anche in virtù del fatto che i consumi nel mercato nazionale sono in costante calo”.

Le cause di questa “disaffezione” sono da inquadrarsi in un generale calo dei consumi, complice la crisi economica, e una legislazione particolarmente stringente che crea lo spauracchio del “palloncino” se dopo aver bevuto è necessario mettersi alla guida.

Il vicepresidente di Confagricoltura Asti ha commentato anche il ritorno alla campagnadei giovani: “L’agricoltura è finalmente tornata una cosa “bella” e il vino è sinonimo di storia, come testimoniato a livello mondiale dal riconoscimento dei vitigni del Monferrato nel patrimonio UNESCO”, una medaglia al valore che complice la scarsa coesione richiamata in precedenza non è ancora stata utilizzata come volano per il turismo enogastronomico. Vendemmia 2015 promossa, quindi, a pieni voti? “L’andamento climatico – ha concluso Faccio – è stato perfetto, ci aspettiamo grandi vini d’eccellenza e da invecchiamento. Con queste condizioni le Barbere faranno faville, l’unico neo è legato alle quantità, leggermente inferiori rispetto alle annate passate”. 

Una diminuzione quantitativa non omogenea sul territorio come chiarito dal direttore Giaquinta: “Abbiamo rilevato un andamento produttivo a macchia di leopardo. In alcune zone la produzione è aumentata anche del 20%, in altre è calata della medesima percentuale. Restiamo tuttavia nei requisiti stabiliti dal Disciplinare”. Il binomio qualità-prezzo, con valenza positiva per diversi comparti del mercato, è invece una problematica conosciuta dal mondo vitivinicolo ed è ancora Giaquinta a tracciarne un quadro preciso: “La Barbera è aumentata di prezzo mentre per il Moscato eravamo già giunti all’accordo, di durata biennale, nel 2014”. Giaquinta prospetta una ripresa dei prezzi “entro tre annate”, una previsione più che attendibile visto il determinante ruolo di mediazione che ha esercitato in prima persona per l’approvazione dell’accordo triennale del Brachetto.

L’entusiasmo per una #vendemmiadaricordare, citando l’hashtag lanciato nelle settimane scorse sempre da Giaquinta, è evidente anche nelle parole di Erminio Goria, presidente della Camera di Commercio di Asti dove siede, in Giunta, anche il presidente di Confagricoltura Asti Massimo Forno: “La chiave di volta per consolidare la presenza dei vini piemontesi, quest’anno davvero di eccellente qualità, è puntare sull’identità e su questo aspetto la Camera di Commercio di Asti non farà mancare il proprio contributo”.

Per presentare al pubblico la nobiltà dei vini piemontesi, Confagricoltura Asti non poteva che affidarsi ad un parterre de rois anche sotto l’aspetto tecnico, assicurato dalla presenza di Bruno Rivella (enologo e già presidente dell’Onav) ed Elio Pescarmona (enologo e direttore della Cantina Tre Secoli di Mombaruzzo), protagonisti della degustazione guidata ai sei vini (Moscato, Brachetto, Barbera, Dolcetto (dell’Istituto Penna), Piemonte bianco, Monferrato bianco) che con impeccabile eleganza hanno offerto un saggio delle già robuste caratteristiche organolettiche, serviti in sala grazie ai ragazzidell’Istituto “Penna” di Asti, presenti anche in veste di uditori con la presenza della classe 3C del professor Angelo Demaria e protagonisti del buffet conclusivo.

La vendemmia 2015, secondo Bruno Rivella, ha premiato i produttori più attenti alle richieste del vigneto: “Il caldo intenso, associato alla totale assenza di precipitazioni, ha rallentato il ciclo vegetativo e posto le basi per un anticipo della maturazione. La qualità delle uve si è mantenuta ottimale grazie agli sbalzi termici tra notte e giorno, condizione necessaria a garantire l’equilibrata gradazione zuccherina, e le piogge, che specialmente verso fine Agosto hanno inumidito e dissetato la vite. Questa vendemmia ha premiato i produttori più attenti alle richieste del vigneto: chi ha defogliato le viti, ad esempio, sperando di migliorare l’arieggiamento si è ritrovato invece con l’uva “cotta” dal Sole”.

Pescarmona ha invece analizzato l’andamento dell’enoturismo nell’Astigiano, dichiarando che nonostante gli sforzi profusi, anche dagli enti pubblici, la carenza di coordinamento è ancora una zavorra che limita gli orizzonti di sviluppo e indicato nell’attribuzione delle denominazioni certificate il valore aggiunto per “urlare” al mondo l’unicità dei nostri prodotti.

Dopo mesi di processi mediatici, “caporali” e “militi ignoti” (ma che la notorietà hanno tentato di conquistarla portando alla gogna una delle categorie più produttive d’Italia), sull’altare della Patria è tornato Lui, il vino piemontese, capace di ubriacare d’emozione anche al primo, inedito, incontro come dimostrato dalle tante presenze che hanno accolto l’invito di Confagricoltura Asti a degustare i prodotti che fra alcuni mesi troveremo sulle nostre tavole.

Il nettare di Bacco è riuscito a doppiare, ancora una volta, l’orizzonte delle più rosee aspettative: si scrive wine-wine, si legge win-win.