Dai consigli del nonno alla ricerca internazionale: il viaggio dell’astigiana Silvia Pisani verso il futuro della medicina

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Il destino disegna e traccia la strada ideale per il nostro futuro. Bastano pochi segnali, o anche solo uno, per cambiare radicalmente la direzione quando un bivio si presenta di fronte. Ma senza il destino, anche il tempo potrebbe quasi fermarsi ad aspettare una scelta, piuttosto che l’altra. E’ in quel preciso momento che scatta la scintilla del futuro. E’ successo un po’ così alla giovane Silvia Pisani che, per aver ascoltato il consiglio di nonno Giovanni, ha potuto realizzare il sogno di diventare ricercatrice nell’ambito medico-farmacologico e di poter contribuire all’evoluzione del settore con importanti scoperte per la salute umana. Un percorso impegnativo per l’astigiana che ha trascorso molti periodi all’estero per formarsi e per approfondire gli studi.

Oggi Silvia è una ricercatrice a tutti gli effetti con un curriculum già molto interessante, nonostante la giovane età. Insieme a lei abbiamo compiuto un viaggio a ritroso alla scoperta della sua carriera che, anno dopo anno, si arricchisce di nuove esperienze di livello nazionale e mondiale. Dopo il diploma di maturità classica al liceo “Vittorio Alfieri” di Asti, la studentessa si iscrive all’università di Pavia per la laurea magistrale in Farmacia, che consegue nel 2015. Al termine di questo primo step, si aprono nuove prospettive che la porteranno ad esperienze all’estero di alto livello.

“Dopo la laurea – annota Pisani – ho iniziato un percorso impegnativo, ma fortemente voluto. Ho sempre amato questo ambito e avevo le idee chiare su quale fosse la mia professione futura. La strada è stata lunga e anche difficile, ma i sacrifici hanno dato i risultati. Poco dopo la laurea, ho proseguito, vincendo il concorso per il dottorato di ricerca in Italia ed Europa in Scienze Chimiche e Farmacologiche. Nel 2017 sono stata in Grecia, a Creta, dove ho seguito l’iter formativo; in seguito, ho svolto un corso di formazione a Tel Aviv. La scelta è stata consigliata da mio nonno che mi ha supportata fin da subito. Con quella direzione il mio futuro è cambiato. Ho incontrato persone che mi hanno poi instradato in un viaggio professionale e di preparazione, in grado di aiutarmi a trovare la via”.

Silvia seguendo i consigli di Giovanni Pisani, ha cambiato il corso della vita professionale. Il nonno, già primario di Radiologia all’ospedale di Novara, tra i fautori dell’università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, ha indirizzato la nipote verso il suo futuro. “Durante la permanenza in Israele ho conosciuto il professor Kevin Kit Parker, docente ad Harvard del dipartimento di Fisica Applicata della facoltà di Ingegneria, biomedico, ex militare, reduce della Guerra del Golfo, personaggio eclettico. Grazie a lui sono poi riuscita ad andare negli Stati Uniti”. Così, magici fili trasparenti hanno permesso alla studentessa di muoversi verso nuovi panorami internazionali, con l’opportunità di arricchire il curriculum. Tra il 2017 e il 2018 Silvia Pisani ha vissuto a Boston per sei mesi, per compiere una ricerca all’università di Cambridge, in veste di “visiting PhD student”.

“In quel periodo – afferma – ho studiato a fondo le valvole cardiache tissutali da applicare all’uomo, ancora in fase clinica. Un lavoro per testare la sicurezza sulle persone in Europa e in Usa in un prossimo futuro. Ho imparato davvero molto a livello pratico, lavorando con un team affiatato (ancora oggi siamo rimasti in contatto), guidato dal professor Parker. In America, il sistema universitario è tutto diverso. Nello staff di circa 50 persone, per esempio, c’era addirittura un graphical art che disegnava per noi nell’ambito dei social media. Sono stati mesi formativi”. In seguito, la giovane parte per Dublino. Per un anno ricopre il ruolo di assistente di ricerca al Trinity College all’interno del laboratorio del Saint James College.

“Il lavoro – spiega con entusiasmo Silvia – consisteva nel passaggio dalla fase di laboratorio alla diagnostica del trattamento di nano particelle magnetiche tumorali. Ho approfondito lo studio delle cellule tumorali per creare una stimolazione nelle difese del sistema immunitario dopo processi di infiammazione, per la successiva rigenerazione dei tessuti”. La studiosa racconta con decisione le numerose tappe del percorso post universitario e professionale, annotando particolari tecnici e termini medici molto accuratamente, dimostrando di amare appieno il mestiere, scelto col cuore. Al termine del dottorato (con la vittoria del Premio Best Tesi), dal 2019 entra al Policlinico San Matteo di Pavia come ricercatore sanitario, ruolo che le sarà confermato nel 2023 all’università pavese nella facoltà di Scienze del Farmaco.

silvia pisani

“Nello specifico mi occupo, su progetto Pnrr, di nuove malattie infettive emergenti, di nuovi batteri in forte aumento negli ultimi anni, anche post pandemia. Essendo tecnologo farmaceutico, studio anche i nuovi nano sistemi per contrastare questi batteri. Attualmente il mio ruolo è sdoppiato tra laboratorio e parte didattica dove sono docente del corso di laurea magistrale di Innovative Dosage Forms, oltre a insegnare al master di secondo livello di cellule staminali in medicina rigenerativa all’ateneo di Torino (dove ho ottenuto nel 2022 il master in cellule staminali) e all’European Join Master Degree di nano medicine a Pavia. Un corso internazionale con studenti itineranti su varie sedi europee”. In aggiunta all’importante bagaglio di studi, Silvia Pisani, aggiunge, nel 2022, la seconda laurea magistrale in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche a Pavia. Tra i riconoscimenti di altissimo livello che Pisani ha ottenuto, anche il progetto di ricerca del Ministero della Salute, del tessuto rigenerato per i prossimi tre anni e un budget da 100000 euro.

Questo progetto è legato al mio brevetto dal titolo “Metodo per la produzione di un tessuto a memoria di forma e uso relativo” per l’applicazione chirurgica. Lo studio nasce dal problema della spina bifida durante la fase embrionale. Si tratta di una malattia rara che, però, negli ultimi anni sta crescendo. I dati odierni parlano chiaro: 1000 nascite all’anno con l’anomalia, in forte crescita. In collaborazione, tra gli altri, con il San Matteo e il Gaslini di Genova, il mio ruolo è quello di evitare la patologia. Oggi si può operare post nascita con forti ripercussioni e una vita breve entro i 30 anni. Oppure operare in feto con molti rischi. La soluzione alternativa sarebbe, invece, meno invasiva. Con un buco nel cordone neurale attraverso la rigenerazione del tessuto, con il recupero del liquido amniotico della mamma, creiamo un cilindro di 2 millimetri di diametro, piatto e disteso, che, poi va in autonomia a srotolarsi nel sacco placentale e si riposiziona, ricostruendo il tessuto. Il cilindro è totalmente biodegradabile”.

Il brevetto di Pisani è in fase di studio anche per essere applicato in altre chirurgie (parte addominale, seno, intestino ecc…). L’idea, inoltre, sta partecipando ad alcuni incubatori di start-up per l’imprenditoria al femminile con il progetto “Life” insieme al team SMET4MED. “Sono molto contenta – aggiunge Silvia – di partecipare dal 21 al 23 ottobre alla Borsa della Ricerca 2024 a Catania dove presenterò il brevetto per creare un prodotto per terapie avanzate. Inoltre, sono stata anche principal investigator per il progetto impianti invasivi di memoria tissutale”. Lo scorso 18 aprile la ricercatrice è stata insignita del premio, alla seconda edizione, “Paladini Italiani della Salute” in Campidoglio a Roma, in presenza del sindaco della capitale, Roberto Gualtieri. La giovane ricorda con gioia e un pizzico di emozione il percorso finora tracciato.

La passione per l’ambito medico e farmacologico non è arrivato per caso. Silvia Pisani racconta: “Fin da piccola ho sempre respirato questo ambiente. Mia nonna Enrica Ferrari era farmacista, nonno Giovanni, medico e poi primario a Novara, papà Paolo, primario di otorino all’ospedale Massaia di Asti. Ho deciso di specializzarmi in studi di tecnologie farmaceutiche perché è un settore multidisciplinare: le diverse discipline tra medicina e farmacia mi permettono di avere tanti settori su cui puntare. La svolta del mio futuro, come già detto, me la diede il mio compianto nonnino. In sua memoria, da due anni, io e mio padre abbiamo istituito una borsa di studio in Oncologia all’università Amedeo Avogadro. Un segno per ricordare un uomo che ha dato moltissimo nella sua professione”.

Marina Rissone

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