Franco Calcagno, dirigente dell’Artom: “Non siamo e non vogliamo essere una scuola normale”

“Non siamo e non vogliamo essere una scuola normale. Anzi, ci consideriamo una realtà in continua evoluzione, con voglia di muoversi, rinnovarsi guardando al futuro con motivazione, impegno profondo e crescita”. Così, il dirigente scolastico Franco Calcagno descrive in poche parole l’Itis “Artom”, in occasione delle due nuove date di Open Day, programmate per sabato 16 dicembre prossimo e sabato 13 gennaio 2024.

Dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 il corpo docenti, insieme agli studenti, racconteranno la realtà di via G. Romita, 42 ad Asti e della sede distaccata di Canelli (via Asti 16/18), attraverso una visita guidata per scoprire la didattica, il metodo, i laboratori e le attività collaterali al programma di studio, che Artom offre per una formazione sempre all’avanguardia e il più possibile completa. Un metodo “per fornire una solida base ai ragazzi che scelgono un viaggio di crescita della durata di 5 anni, accompagnati dalla nostra professionalità, dalla competenza e dall’attenzione alla società in continua evoluzione”. L’Istituto Tecnico Industriale, dedicato al noto scienziato astigiano Alessandro Artom, nasce nel 1958, seguito, nel 1965, grazie all’aumento degli iscritti, dall’apertura della sezione staccata canellese. Oggi, l’Itis include vari indirizzi: Informatica e Telecomunicazioni; Elettrotecnica ed Elettrotecnica; Chimica; Meccanica, Meccatronica ed Energia (anche Canelli); Manutenzione e Assistenza Tecnica (Canelli). Un quadro completo che garantisce ai giovani un solido futuro professionale.

I ragazzi – spiega Franco Calcagno, durante l’intervista nell’ufficio di presidenza – hanno un ventaglio importante su cui puntare, in base alle proprie aspirazioni. A 14 anni scegliere cosa fare da grandi è difficile, ma con il supporto di genitori e docenti, è possibile trovare l’idea che calza a pennello per ognuno di loro. Il nostro compito dev’essere di guida in una fase della loro vita molto importante e delicata. Le giornate di apertura servono a trovare un percorso adeguato ai ragazzini delle terze medie”. Per partecipare agli Open Day, è necessario prenotarsi sul sito web www.istitutoartom.it con tutte le informazioni sull’evento. Obiettivo delle porte aperte: visitare la scuola, capire il sistema didattico, toccare con mano i laboratori e incontrare di persona docenti e studenti.

“La visita – prosegue Calcagno – sarà un’immersione totale nel nostro mondo. Per l’occasione, abbiamo creato ad hoc due percorsi allineati, ma distinti. Uno per i ragazzi della terza media. Saranno accompagnati dagli studenti soprattutto nei laboratori, parte fondamentale della scuola, dove potranno vedere e provare esperimenti concreti. L’altro, invece, riservato ai genitori, per spiegare come si struttura l’istituto. Loro sono un pilastro per i figli, che dovranno aiutarli nella ricerca della scuola adatta alle esigenze personali, amalgamate alle singole attitudini”. Il preside dell’Artom sottolinea l’importanza, per i ragazzi in fase di scelta della scuola superiore, di poter provare: “il vantaggio è la parte pratica. Per esempio, faremo visionare l’impianto fotovoltaico costruito sul tetto dell’Artom. L’ambito della meccatronica e quindi, il settore dell’energetico che forma i nuovi esperti di energie rinnovabili, guarda al futuro con molta attenzione. Stesso discorso vale per gli altri indirizzi”.

Tassello essenziale, secondo il dirigente, sarà il linguaggio utilizzato per genitori e ragazzini. “Nel settore informatico – annota – dobbiamo far comprendere come questa parola non sia solo sinonimo di videogiochi. Un termine che include la sicurezza, le reti di trasmissione dati, la programmazione, che saranno affrontati durante il percorso didattico. Altro tassello che racconteremo, sarà la parte pratica, abbinata alla teoria sui libri. Insegniamo ogni giorno a progettare (un esempio potrebbe essere la biella), a disegnare, a costruire e a progettare. Fasi che portano a saper fare un mestiere completo e appetibile sul mercato del lavoro”. Importanti, inoltre, gli stage scolastici in aziende del territorio, con cui l’Artom ha contatti diretti, come farmacie, Basf, Vernay e Alfaform, solo per citarne alcune. “Ascoltiamo molto gli imprenditori locali per riuscire a dare ai giovani la giusta formazione, necessaria per la professione”.

Chi frequenta l’Itis Artom, con un’offerta formativa forte nel settore tecnico-scientifico, ha due sbocchi: proseguire con l’università e, in particolare, la scelta ricade sul Politecnico di Torino, con cui l’istituto astigiano ha all’attivo molti progetti e convenzioni. Oppure optare per lavorare subito. “La scuola – commenta con entusiasmo Calcagno – è adatta a tutti, ragazze e ragazzi, per intenderci. Sfatiamo lo stereotipo che un istituto più tecnico sia solo per maschi. Negli Open School spieghiamo anche questo aspetto più inedito. Oggi l’avanguardia porta a far svolgere un mestiere prettamente tecnico anche alle donne, un tempo riservato agli uomini. L’officina di una volta non esiste più. Dimentichiamoci meccanici unti di olio che si sporcano le mani. Ribaltiamo la clessidra e pensiamo a un lavoro pulito e di concetto, grazie all’organizzazione impeccabile, alla tecnologia e ai sistemi innovativi”.

Nel nuovo anno scolastico 2023-2024, l’Artom ha già un record: per la prima volta nella storia dell’Itis, la classe prima di chimica su un totale di 19 studenti, 11 sono ragazze, contro i restanti 8 maschi. Su quali materie punta l’Artom? “Chimica, fisica e matematica. Come corpo docenti puntiamo molto sul progetto di orientamento nelle medie, attraverso incontri e approfondimenti”.

Durante l’intervista, interviene anche Diego Abbate, docente di religione e referente per l’orientamento, che sottolinea i valori alla base dell’istituto scolastico: “Serietà, competenza, professionalità e ricerca continua per stabilire rapporti interpersonali di crescita per i giovani, inculcando loro la curiosità durante il percorso formativo. Importante anche la parte umanistica delle materie, oltre ai tanti progetti attivi”. Tra i numerosi laboratori creati, l’Artom offre davvero molto. “A partire dal terzo anno, il teatro – annota Valentina Giovara, docente di lettere – con la nostra “Compagnia delle emozioni”, coordinata insieme ai colleghi Giorgia Mendola e Pino Pampararo, con uno spettacolo finale e tante emozioni protagoniste sul palco”. Tra gli altri, la docente di matematica, Valeria Dorigo, anche referente per l’apprendimento, spiega: “Per rendere la materia più interessante, accattivante, coinvolgente, cerco nelle mie lezioni di incuriosire lo studente con metodi alternativi, un approccio divertente ai numeri, giocoso, ma comunque serio. Per esempio, abbiamo creato un laboratorio di geometria solida e origami. In un mondo del lavoro sempre più indefinito, noi docenti dobbiamo aiutare le nuove generazioni a essere capaci di apprendere maggiormente per aumentare le opportunità. Spazio anche al talento dei ragazzi, che deve emergere. Interessante l’organizzazione di convegni di problem solving per attivare la mente dei giovani. Un tema che non dimentichiamo è l’inclusività, vista come coinvolgimento. Nel 2024, in programmazione ci sarà il nuovo progetto di cripttografia”.

Nel programma didattico – prosegue Franco Calcagno – la punta di diamante sono i laboratori. Ma, come già sottolineato, non tralasciamo l’ambito umanistico con progetti studiati. Come, il teatro appunto, il giornalino “Artom News”, la filosofia e il gruppo “Noi”, con due incontri mensili su bullismo (per evitare che nasca) e altre tematiche attuali. I protagonisti sono, per noi, gli studenti che vogliamo accompagnare nel percorso di vita scolastica, dai 14 ai 19 anni”.

In rappresentanza, intervengono, Diego De Venuto (quinta A I Informatica), che ha partecipato all’esperienza estiva alle olimpiadi nazionali di Cyber Security a Torino e Lorenzo Casetta (quinta A C), per Chimica, nuova sezione introdotta dal 2019, per riassumere la loro formazione. “Siamo entusiasti di aver optato per l’Itis astigiano. Grati per un percorso che ci ha permesso di crescere, studiare in un ambiente professionale, con un occhio di riguardo alla maturazione personale e al talento. Il momento degli Open Day è davvero interessante per scoprire il nostro mondo”.

Marina Rissone