Lettere al direttore

Giovanni Pensabene: “Sull’ipotizzato accorpamento dell’istituto Penna con l’Artom osservo alcune stranezze di difficile comprensione”

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Riceviamo e pubblichiamo


Leggo sui giornali di questi giorni che ci saranno accorpamenti nei circoli scolastici che riguarderanno tutte le scuole di ogni ordine e grado. Non c’è occasione in cui non venga ribadita, da politici di ogni schieramento, la necessità di investire nel sistema scolastico.

Le statistiche continuano a sfornare dati sulle condizioni fatiscenti degli istituti scolastici, in cui i ragazzi dai 6 ai 19 anni passano buona parte del loro tempo. Le stesse statistiche ci dicono che circa la metà degli insegnanti Italiani sono precari e che hanno stipendi tra i più bassi d’Europa. Di tutto questo non c’è traccia negli interventi riorganizzativi paventati. Stiamo parlando di argomenti ritenuti dalla dialettica comune di “buon senso”. Guai a spingersi oltre e proporre percorsi educativi diversi, si rischia di venire espulsi dal sistema come è successo a Giampiero Monaca, il maestro dei “bimbi svegli”.

L’unico argomento che interessa i nostri amministratori è il contenimento dei costi. La stessa logica peraltro che viene applicata alla Sanità per spingerla sempre più nelle mani del privato. Non sono un addetto ai lavori e non entro nel merito delle scelte, non avendo alcuna competenza in materia.

Osservo però alcune stranezze di difficile comprensione. Non capisco, ad esempio, quale logica, a parte quella numerica, consenta l’ipotizzato accorpamento tra l’Istituto Tecnico Industriale Artom e l’Istituto Penna. Da una parte un Istituto che forma Periti meccanici, elettrotecnici, informatici ecc e dall’altra un Istituto da cui escono periti agrari, cuochi, baristi e camerieri. Si è da poco consumato il rito fortunato del Festival delle Sagre, un inno alla ruralità dell’Astigiano, ai suoi prodotti e alla sua cucina, è ancora in corso la Douja d’or, il più importante evento enologico del Piemonte e noi non troviamo di meglio che abdicare all’autonomia dell’unico Istituto Superiore che si occupa di agricoltura e gastronomia?

Nelle occasioni sopra richiamate, e nelle altre in cui si parla di cibo e turismo, gli Amministratori di ogni ordine e grado sfilano come tanti Generali Figliuolo, con il petto ricoperto di medaglie al merito per la salvaguardia e la promozione delle eccellenze del territorio, ma nessuno di loro ha trovato niente da dire sul “declassamento” dell’Istituto scolastico che più di ogni altro dovrebbe essere rappresentativo della Provincia di Asti, alla fine di un percorso che secondo il Presidente della Provincia sarebbe il frutto di “una sintesi mediata”, qualunque cosa essa significhi!

Giovanni Pensabene

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