Cordoglio ad Asti per la scomparsa di Carlo Sottile, il ricordo di Mario Malandrone

Ha suscitato un profondo cordoglio la notizia della scomparsa di Carlo Sottile, uno dei fondatori del Coordinamento Asti Est, che ha speso buona parte della sua vita per sostenere i diritti di uguaglianza sociale
Aveva 86 anni.

Ecco come lo ricorda Mario Malandrone: “Io ero un ragazzo di 25 anni che lavoravo su progetti in Brasile e facevo l’obiettore di coscienza presso la Caritas, mi occupavo soprattutto di persone che venivano al centro di ascolto, all’epoca (anni 90) c’erano i senza fissa dimora che dormivano alla SAF piuttosto che all’ex casermone. Incontrai queste persone che cercavano persone come lui, che era stato molto presente nel mondo cattolico, che si stavano interessando alla povertà e mi parlò del fatto che non bastava aiutarli con una coperta alla sera, ma che serviva dare una risposta al problema della casa. Iniziai a bazzicare con il coordinamento asti est e poi divenne un mio secondo padre, tutte le lotte e le assemblee per diversi anni.
E’ una di quelle persone di cui faccio fatica a parlarne perchè ho sempre ricercato la sua approvazione, per cui se ho fatto scelte politiche che lui non ha condiviso all’inizio adesso faccio fatica perchè non riuscirei neanche più a chiarirle.”

Carlo non è stato capito fino in fondo, aveva un carattere irruente che era dettato dalla passione, lui cercava la giustizia sociale; era più il tempo che passavano con la gente in macchina o a uno sportello ad ascoltarle che il tempo in cui noi facevamo delle lotte o dei presidi in piazza che facevano solo quando le avevamo provate tutte. Raccontava di un paese che non si occupa della povertà fino in fondo, che non si occupa dei diritti della casa, un paese che ha poche risorse sui diritti alla casa, rispetto alla Francia non investe sulla proprietà privata, lui ripercorreva la storia fin dagli anni 80/90 sulla questione del diritto alla casa, rivendicava questa cosa. Anche le occupazione stesse erano fondamentalmente un modo per non sprecare le cose che c’erano in città, l’idea era uno stabile pubblico non può essere inutilizzato, non posso sprecare risorse e posso occuparmi di una struttura che è inutilizzata. Questo era condito da una ideologia di sinistra radicale, ma era legata a chi aveva in carico dei poveri e cercava per quelle persone un riscatto sociale. Carlo non è stato seguito fino in fondo, oggi l’analisi sociologica che faceva lui vent’anni fa, la fanno quasi tutti gli assessori ai servizi sociali, il problema è la risposta e in questo momento spero che Carlo si occupi delle assemblee anche dove si trova adesso” conclude commosso Mario.