Nursind: “Università del Piemonte: Infermieristica la meno appetibile tra i giovani”

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Nursind Piemonte


Complessivamente ci sono 1175 posti disponibili per infermieristica ma le domande per la partecipazione ai test di ingresso sono 1052. Ben 123 in meno. Tutte le sedi fanno segnare il segno meno, tranne Città di Torino e Citta della salute che compensano solo in minima parte la forbice tra fabbisogno e domande di ingresso nella nostra Regione.

Ammesso che tutti i candidati si presentino alle prove di ammissione e che tutti riescano a superarle, una speranza, più che una certezza, ad aggravare la prospettiva è la percentuale abbastanza consolidata di coloro che lasceranno durante il percorso di studi , specie durante il primo anno che rappresentano un altro buon 10% Molto più appetibili tra i giovani altri percorsi tra le professioni sanitarie, quelle tecniche e riabilitative dove a fronte di un minor fabbisogno troviamo percentuali di interesse altissimi, solo per fare alcuni esempi, fisioterapia 131 posti disponibili, 1130 domande di ammissione, dietista 20 posti disponibili e 152 domande di ammissione, ma anche tra i tecnici di radiologia e di laboratorio le domante sono molto più alte di quelli che sono i posti disponibili e quindi i fabbisogni.

Tutto questo nonostante la professione infermieristica offre oggi rispetto alle altre ampi margini di occupazioni. Ma l’ ulteriore domanda da porci è anche un altra. Di questi che porteranno a termine il percorso di studi, quanti sceglieranno di lavorare nel servizio sanitari pubblico e quanti invece la sanità privata, allettati da condizioni di lavoro migliori e maggior guadagni. Quanti decideranno di restare in Piemonte o sceglieranno altre regioni Italiane che stanno investendo sull’aumento dei salari e/o politiche di welfare (vedi Valle d’Aosta e Veneto) oppure decideranno addirittura di andare all’estero dove i salari e le condizioni sono decisamente migliori.

Una cosa è certa, nella nostra regione, il numero di uscite, per pensionamenti o dimissioni precoci sempre in aumento, sarà decisamente maggiore del numero di entrate. Avremo molti meno infermieri e questo non potrà non avere una ricaduta sui servizi. Di fronte a questo dato di fatto, oggi ancora non si sta facendo nulla. E se come dicevamo in un recente comunicato, la Valle d’Aosta ha incrementato gli stipendi di 300 euro attraverso una indennità di attrattività, il Veneto ha stanziato 150 milioni di euro per l’incremento dei salari e rendere attrattiva la Sanità Regionale e la Lombardia offre case a prezzi calmierati, il Piemonte cosa fa?

Per quale motivo i giovani a parità di condizioni dovrebbero scegliere una professione che chiede più sacrificio e comporta senza ombra di dubbio più disagi, più rischi e che oltretutto ha un impatto non da poco conto sulla salute fisica e psicologica, oltre che sulla vita personale e familiare.

Chiediamo pertanto, a fronte di una politica nazionale che non se ne occupa, che la regione Piemonte istituisca una commissione o una unità di crisi sulla questione infermieristica. Serve incidere sui salari e sulle condizioni di lavoro, investendo risorse economiche e mettendo in atto interventi strategici e organizzativi. Servono inoltre campagne promozionali e agevolazioni per gli studenti incentivando i giovani ad intraprendere questo percorso.


Fonte immagine https://it.depositphotos.com/

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