Coldiretti Asti: “Corilicoltura: cascola in aumento, raccolta in calo”

Gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire anche sulle nocciole del Piemonte. Si stima, infatti, un calo della produzione, conseguente alla pesante e prematura caduta dei frutti. Resta l’auspicio nel contraltare del prezzo, affinché la nocciola Piemonte, tra i simboli di qualità e d’eccellenza regionale, possa continuare a venir valorizzata.

Il comparto corilicolo piemontese conta 2000 aziende con circa 27 mila ettari di superficie coltivata, per una produzione totale di circa 200 mila quintali e quasi 80 milioni di euro di fatturato. Un comparto importante che, nell’astigiano, conta quasi 1200 aziende per complessivi oltre 11.082 ettari di superficie coltivata.

Le previsioni sulla stagione 2024 non sono molto confortanti. In molti areali è stata registrata un’importante cascola e si prevedono raccolti ridotti fino all’80%. Per mitigare il più possibile il danno si auspica una maggiore remunerazione del prodotto, mentre gli accordi di filiera restano una garanzia.

“Coldiretti Piemonte punta molto sugli accordi di filiera, come quello siglato lo scorso mese di giugno col gruppo dolciario Novi Elah Dufour” evidenzia il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone. “Progetto che consente una prospettiva di medio periodo agli imprenditori agricoli e che sancisce l’unione con l’agroindustria virtuosa, quella che vuole investire sul territorio e vuole consolidarne il legame”.

“Oltre a rappresentare una garanzia per i produttori, il nuovo accordo di filiera prevede anche migliorie al vantaggio delle aziende corilicole, già a partire dalla durata che passa da 3 a 5 anni” ricorda il Direttore Coldiretti Asti Giovanni Rosso. “Per quanto riguarda i pagamenti, poi, è previsto l’incremento della percentuale di anticipo sul primo prezzo. Confermati, inoltre, il riconoscimento del prezzo per scaglioni progressivi sulla resa e le premialità sulla qualità. Tanti risultati ottenuti grazie alle sollecitazioni della Coldiretti”.