Bracconaggio nei boschi di Valleandona: rinvenuti diversi dispositivi illegali e denunciato il responsabile

Le operazioni sono state condotte dal Corpo di Vigilanza Ambientale della Polizia Provinciale di Asti

Lo scorso 6 luglio gli Agenti del Servizio di Vigilanza Ambientale della Polizia Provinciale di Asti sono venuti a conoscenza, a seguito di una segnalazione, che nelle località Valleandona e Montegrosso Cinaglio si trovavano installati in area boschiva alcuni mezzi di caccia non consentiti per la cattura di fauna selvatica (nello specifico cinghiali e caprioli).

Alcuni dispositivi simili, consistenti in lacci in acciaio costituenti dei cappi e posizionati lungo i passaggi dagli animali, erano già stati oggetto di sequestro nei mesi scorsi e nella circostanza rimasero feriti due cani.

In quella occasione il personale operante effettuò, successivamente, la bonifica dell’area in questione sequestrando i dispositivi e procedendo a carico di ignoti.

Data la persistenza della pratica illegale, che rientra a tutti gli effetti nell’attività di bracconaggio, Ufficiali e Agenti di Polizia Giudiziaria del Corpo, coadiuvati dalla P.M. Dott.ssa Paterno, hanno dato inizio a un’attività di indagine finalizzata a individuare il reo.

L’attività posta in essere da parte degli operanti è stata attenta e meticolosa: attraverso intercettazioni ambientali, attività di osservazione, controllo e pedinamento, è stato possibile individuare l’autore. Si tratta di un soggetto extracomunitario, residente nella zona, già gravato da numerosi precedenti di polizia.

Nel corso della perquisizione domiciliare disposta dalla Procura della Repubblica sono stati individuati 34 lacci in acciaio già pronti per essere posizionati oltre a un ingente quantitativo di cavi in acciaio di vario diametro, un machete e altri attrezzi utilizzati sia per l’installazione delle trappole sia per le operazioni rivolte al trattamento degli animali catturati.

Sono stati altresì sequestrati ulteriori 11 lacci all’interno della zona boschiva interessata dalle indagini, armati e posizionati, pronti a catturare altra fauna selvatica.

Nei giorni precedenti uno dei lacci aveva causato la morte, tra atroci sofferenze, di un capriolo maschio.

L’uomo è stato deferito alla Procura della Repubblica per l’utilizzo di mezzi impropri nell’attività venatoria e maltrattamento di animali.

Si ricorda che il Corpo di Vigilanza Ambientale della Polizia Provinciale di Asti è un servizio rientrante tra le funzioni riassegnate dalla Regione Piemonte e può contare, al momento, su 8 operatori di cui 2 neo-assunti.

Il contrasto al bracconaggio, tra le numerose attività curate dal Corpo di Vigilanza Ambientale, è svolta di intesa con la Procura al fine di reprimere il fenomeno.

Il Presidente della Provincia di Asti Maurizio Rasero e il Consigliere delegato alla caccia Davide Migliasso dichiarano: «Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto con professionalità dal personale dipendente del nostro ente e sensibilizziamo tutti all’assunzione di comportamenti nel pieno rispetto della normativa vigente.»