Prima nazionale per il nuovo spettacolo di Casa degli Alfieri “Teresa, ovvero la sarta che voleva ricucire il firmamento”

Un racconto di amore e di ricami, di una sarta che cuce un abito da sposa e nel frattempo rammenda la propria anima.

Debutterà in prima nazionale mercoledì 26 giugno, alle 19.30 (con replica giovedì 27 alle 22) nel cortile dell’Archivio Storico di Asti, nell’ambito del Festival Asti Teatro 46, il nuovo spettacolo di casa degli alfieri “Teresa, ovvero la sarta che voleva ricucire il firmamento”.
Coprodotto dal festival astigiano, è tratto da un nuovo racconto del poeta della meraviglia Antonio Catalano, che ne cura anche la regia, e vedrà in scena in un poetico e intenso assolo Patrizia Camatel.
I costumi e l’allestimento tessile sono di Barbara Mugnai, che recentemente, sempre nell’ambito del festival, ha condotto un workshop molto partecipato e apprezzato di cucito sentimentale che ha portato alla realizzazione di un’opera collettiva che verrà esposta al pubblico nelle due sere.
Nello spettacolo anche le voci di Esther Ruggiero e Vincenzo Caruso.

La protagonista della narrazione è Teresa, la sartoira, che, nella sua bottega, ha rammendato e cucito per tutto il paese. E oggi Teresa sta finendo di cucire l’abito da sposa per Aurora, la vicina, Aurora che si chiama come la luce che appare, Aurora che vuole un vestito bello, che costi poco e col pizzo qua e là.
A farle compagnia durante il suo lavoro, il radiodramma preferito, la preziosa macchina da cucire, una foto con sorrisi ormai sbiaditi.
“Teresa, mentre cuce, rammenda la propria anima – commenta Catalano – L’anima che ha una veste fatta di ricordi, di polenta, di speranze, di sentimenti; è il vestito della memoria che ci dice chi siamo, anche quando tutto sembra svanire in mezzo alla nebbia fitta e ciò che è vero si confonde con ciò che è immaginato. Teresa ricama nuvole di pizzo mentre in cielo vola la poiana che poi scompare dietro la collina, chissà dove…”

Un poetico e dolce racconto che unisce l’inconfondibile stile narrativo di Antonio Catalano con aneddoti autentici intorno al mestiere dei sarti, figure che tramandano un’antica sapienza delle mani in grado di curare il cuore e l’anima degli esseri umani.
Le sarte e i sarti nella comunità tradizionale hanno sempre avuto un ruolo cardine: infatti, col loro lavoro, scandiscono i ritmi dell’anno e della vita creando vestiti per ogni stagione, per la festa e le occasioni speciali.
“Se ci si pensa – spiega Camatel – la sarta è simile a una mitologica Parca, che taglia e cuce il filo della Vita: i primi pantaloni lunghi per il ragazzo divenuto uomo, il vestito da ballo, l’abito da sposa, l’abito buono per le cerimonie e infine per la propria sepoltura. Ma il sarto e la sarta sono anche artigiani ormai sempre più rari, depositari di un sapere antico che ha aiutato lo sviluppo stesso dell’umanità creando con stoffa e filo segni, simboli e relazioni tra le persone”.

Ai sarti, ma anche a chi cuce per sé e per la propria famiglia o per gli amici, va questo poetico omaggio, che un po’ è una storia da ascoltare tutti insieme, un po’ è un piccolo rito per sentirsi meno soli, per “attaccar bottone” e scoprire che seppur tutti diversi, ci somigliamo tutti almeno un po’. Lo spettacolo avrà una circuitazione nazionale, con alcune date in festival estivi da luglio.

Biglietti per Astiteatro: interi 10 euro, ridotti a 10 e 5. Acquistabili alla biglietteria del Teatro Alfieri o su bigliettoveloce.it
Per info e prenotazioni: biglietteriateatroalfieri@comune.asti.it o 0141.399057 – 0141.399040 o sui siti astiteatro.it e casadeglialfieri.it