Il bilancio di dieci anni di Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato Patrimonio dell’Umanità

In occasione della VII edizione del Food&Wine Tourism Forum che lo scorso 21 giugno ha avuto luogo al Castello di Grinzane Cavour, sono stati presentati i dati raccolti nell’ambito della ricerca sugli impatti di lungo periodo dell’iscrizione a sito UNESCO del Sito Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato. Lo studio, condotto dalla società formules, è volto a capire se e come l’iscrizione a Sito Unesco abbia influenzato le opinioni, le percezioni e le decisioni degli stakeholder territoriali, l’andamento dei principali indicatori economici nelle aree comprese nel perimetro del sito e infine la reputazione, la notorietà e l’attrattività turistica delle località coinvolte, con particolare attenzione a 3 tipi di impatto: sociale, economico occupazionale, comunicazionale.

I comuni interessati dalla candidatura UNESCO sono 101: 29 comuni interessati dalle 6 Core Zones (aree di eccellenza) e 72 comuni interessati solo dalle 2 Buffer Zones (aree di protezione delle eccellenze individuate).
Le Core zones corrispondono ai seguenti 6 territori: La Langa del Barolo (7 comuni); Il Castello di Grinzane Cavour (1 comune); Le Colline del Barbaresco (2 comuni); Nizza Monferrato e il Barbera (7 comuni); Canelli e l’Asti Spumante (3 comuni); Il Monferrato degli Infernot (9 comuni).
L’analisi li ha inclusi tutti (aggregando i dati disponibili a livello comunale) ma ha deciso di analizzare anche le informazioni riguardanti i 99 comuni confinanti con la buffer zone (Control Zone). I comuni analizzati sono stati pertanto in totale 200.

La ricerca ha previsto un questionario mirato a valutare se, come e quanto la designazione Unesco abbia impattato le attività di 10 categorie di stakeholder presenti sul territorio (sindaci e amministratori locali, operatori del settore turistico, produttori vinicoli e titolari di aziende agricole, agenzie immobiliari, imprenditori, albergatori e proprietari di Agriturismi, ristoratori, commercianti, giornalisti e media locali, enti ed operatori culturali), a cui hanno risposto 512 persone nell’arco di poco più di un mese tra aprile e maggio 2024.

Successivamente si sono tenuti due focus group a cui hanno partecipato una trentina di persone, organizzati con l’intento di comprendere se e come l’iscrizione abbia influenzato le opinioni, le percezioni e le decisioni dei diversi stakeholder territoriali. La ricerca ha comportato la creazione di 20 dataset e l’analisi di 51 serie storiche pre e post nomina Unesco, in ambiti quali Mercato immobiliare, Mercato fondiario, Settore del turismo, Imprese, Occupazione, Prezzi.

Ne è emerso che la nomina UNESCO ha esercitato impatti diversi a seconda delle variabili e dei territori presi in esame. Se è innegabile l’aumento della visibilità del Sito a livello nazionale e internazionale, con conseguenti benefici per l’industria turistica e lo sviluppo dell’economia locale, è doveroso sottolineare che a trainare questi risultati sono specifiche zone e comuni d’eccellenza, senza impatti generalizzabili.

Per questa ragione è stato fondamentale analizzare le diverse performance territoriali e indagare le cause sottese a tali risultati. Per quanto riguarda il sentimento di awarness, il 96% dei rispondenti dichiara di essere a conoscenza del Sito Unesco, tuttavia, solo il 49% conosce la sua geografia – anche il 26% dei sindaci ha risposto erroneamente alla domanda sulla conoscenza dell’articolazione del territorio. Il 27% dei rispondenti non è consapevole delle ragioni per cui al sito è stato attribuito un eccezionale Valore Universale. Risulta inoltre essere particolarmente sottovalutata (solo 8% delle risposte) la coltivazione di vitigni autoctoni.

Secondo il 78% dei rispondenti, l’impatto della nomina a Sito Unesco è percepito maggiormente dagli esterni rispetto a chi vi risiede, mentre solo il 5,1% afferma che i turisti ne riconoscono meno il valore. Tra gli impatti più riconosciuti vi sono la promozione internazionale della cultura enogastronomica piemontese e l’accrescimento della reputazione nazionale e internazionale. Il valor della nomina a sito Unesco è invece riconosciuto come meno impattante rispetto al senso identitario ed all’orgoglio civico.

Riportiamo qui i risultati di due tra gli ambiti di studio a cui si è dedicata la ricerca, ovvero quello immobiliare e quello turistico.

Sul versante immobiliare, una delle principali criticità evidenziate dalla survey riguarda l’innalzamento dei prezzi delle abitazioni per i residenti e l’“aggressione edilizia” del territorio. L’analisi della serie storica relativa ai valori massimi di vendita €/mq mostra tuttavia un incremento del prezzo €/mq delle abitazioni (2014−2020) nelle Langhe, nel Barbaresco e a Grinzane Cavour, mentre le altre zone del Sito hanno subito invece un calo significativo. Sicuramente si può osservare un mercato in crescita con un aumento delle compravendite del 93% per le zone core e dell’82% per le zone buffer tra 2014 e 2022. L’area in cui il numero delle vendite è aumentato maggiormente è il Monferrato. I rispondenti della survey hanno notato in particolare un aumento della domanda internazionale nei territori del Sito.

Passando al turismo, tutte le sei zone del Sito hanno registrato una crescita su arrivi e presenze, in linea con quanto registrato a livello regionale. Alla dinamica hanno contribuito sia la componente italiana sia quella estera. Infatti, il 92% dei rispondenti alla survey dichiara di aver notato un incremento di visite internazionali post nomina Unesco. Tali dati sono confermati dalle serie storiche di arrivi e presenze. Tuttavia, come emerge dai grafici, la presenza di turisti esteri varia molto da zona a zona.

La crescita maggiore, in termini percentuali, di arrivi e presenze estere, si registra nelle zone di Nizza Monferrato e Barbera e Canelli e l’Asti Spumante. In termini di flussi, i valori più elevati si registrano nella zona della Langa, i meno significativi nella zona del Monferrato degli Infernot. Interessante osservare che i gusti sulle zone dove soggiornare sono diametralmente opposti tra italiani e stranieri: gli italiani preferiscono le zone buffer mentre gli stranieri le zone core, le più conosciute a livello turistico ed internazionale.

Il 71% dei rispondenti alla survey (categoria stakeholder turismo) ha affermato che l’offerta turistica è aumentata in maniera significativa. Dato confermato dalle serie storiche che evidenziano però che è soprattutto il settore extra-alberghiero ad essere in forte espansione (+93% l’offerta di camere in zona Nizza Monferrato e il Barbera, +50% nel Barbaresco, +43% Canelli e l’Asti Spumante, +34% Monferrato degli Infernot e +24% la Langa del Barolo). Una crescita che si contrappone ad un calo della ricettività tradizionale soprattutto per Colline del Barbaresco (camere -23%) e Nizza il Monferrato e il Barbera (- 52%). Degni di nota i dati sulle locazioni turistiche, in crescita vertiginosa in tutte le zone.