Le Rubriche di ATNews - ATnewsKids

I “suoni” di piante e fiori diventano musica con i brani di “In Arte Roger”

Piante e fiori sono essere viventi; trasmettono sensazioni impercettibili, ma potenti, positive, tanto da lasciare ricordi indelebili, donando un senso di benessere psico-fisico. Spesso l’uomo si avvicina all’universo vegetale a piccoli passi, studiandone i ritmi ed entrando in stretto contatto per assaporarne ogni singolo frammento. Così, Madre Natura diventa protagonista anche in chiavi inedite, come accade con la musica del cantautore In Arte Roger, al secolo Roberto Gerardi, 37 anni, nato e cresciuto a Torino, che ha deciso di lavorare con le parole, intersecate alle note, aggiungendo un tocco del tutto originale, sempre accompagnato dall’inseparabile chitarra. Lega la sua arte al mondo dei petali, dei pistilli, delle cortecce e delle foglie. Il suo ambizioso e originale progetto ha preso forma sotto il nome di “Play Pants”, grazie allo stretto connubio con Edoardo Taori. Il giovane artista utilizza un dispositivo speciale, ideato dall’imprenditore musicologo, che permette di convertire le vibrazioni elettriche di ogni pianta in note musicali, realizzando, poi, un brano da far ascoltare, in versione live oppure attraverso i video postati sui canali social. In Arte Roger ha già realizzato molte canzoni con questo metodo fuori dagli schemi. I concerti immersi nel verde di vigneti, giardini privati, antichi castelli o boschi, diventano luoghi magici per il pubblico che si immedesima nell’ascolto delle sinfonie, create ad hoc durante gli eventi. Il cantautore ha all’attivo un importante bagaglio professionale, tra interpretazioni di brani di successo brit pop (dai Colplay a Ed Sheeran, dagli 883 a Cesare Cremonini), cover e tribute band, folk, musica acustica fino ad arrivare ai Beatles, con alle spalle un percorso formativo, numerose esperienze e l’insegnamento del song writing (scrittura di brani). Il cantautore ha scelto di dare spazio al Piemonte, andando alla scoperta di spazi e territori interessanti, a partire dal Monferrato, zona che lo affascina, dove sta iniziando a muovere i passi per mettere in piedi alcuni progetti. Roberto Gerardi si racconta ad ATnews.

Quando ti sei accorto che la scrittura e la musica sarebbero stati il tuo mestiere?

«Fin da bimbo ho ascoltato musica. Mio padre era appassionato di Edoardo Bennato. Quante volte ho sentito le sue canzoni. Fiabe raccontate sullo spartito, come “L’isola che non c’è”. Durante il liceo linguistico, scelto per potermi avvicinare al mondo del linguaggio e della comunicazione, attraverso le lingue straniere (inglese, francese e spagnolo), come vera e propria forma espressiva, ho iniziato a scrivere per me stesso. A 18 anni, l’esordio con carta e penna alla mano per esprimere le mie emozioni più profonde; per comprendere i processi interiori che ogni persona porta dentro durante il percorso esistenziale. E’ stato il periodo in cui ho compreso quanto la scuola e i professori non fossero capaci di curare questo aspetto, di chiederci come stavamo realmente. Processo fondamentale per la crescita personale di un individuo. Non soddisfatto, iniziai a scrivere per esternare con la parola scritta i problemi familiari che stavo attraversando. In quel momento storico la società non era ancora abituata a preoccuparsi dei disagi psicologi, della ricerca interiore e di come risolvere certe lacune del comportamento. Un tema delicato, troppo stereotipato, che volevo intraprendere, proprio con la scrittura. Mi ha aiutato tantissimo: ho compiuto un viaggio verso me stesso, come la favola di Pollicino che semina le briciole per non perdere la strada di casa. Le tappe alla scoperta e alla ricerca del mio Io interiore sono iniziate così».

Quale è stato il tuo percorso professionale agli esordi?

«Diventato maggiorenne, ho deciso che il mio lavoro doveva essere l’artista. Il destino aiuta sempre a trovare la via giusta davanti a un bivio. L’illuminazione arriva al momento di iscrivermi all’università. Sul cartellone pubblicitario della facoltà torinese di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali campeggia una frase per me illuminante di Bono Vox, leader degli U2: “Rockstar o Unione Europea?” Non c’erano dubbi. Mi sono laureato e nel frattempo ho continuato senza sosta a scrivere. Ho vinto due borse di studio partecipando al Premio Mogol su Rai Uno. Al termine dell’iniziativa, il noto paroliere e produttore discografico, m’invita a casa sua per ascoltare meglio le mie canzoni. Mi sceglie per frequentare la sua scuola: il primo anno nella sezione “interpreti”, il secondo per “autori. Per i miei genitori della media borghesia, siciliani d’origine (papà impiegato e mamma segretaria), l’idea di vedermi in futuro cantare, non era del tutto nei loro piani. Significava non riuscire ad avere uno stipendio fisso. Ma la mia scelta era una e ho sempre lottato per non smettere di sognare. Gli anni successivi sono stati meravigliosi. Ho lavorato, tra gli altri, con Francesco Migliacci e Piero Calabrese, rispettivamente autori di Simone Cristicchi e Marco Mengoni. Le soddisfazioni arrivavano passo dopo passo. Poi, la scelta di autoprodurmi dopo un serio ragionamento. Dall’età di 30 anni, sono arrivate belle conferme. Nel 2016, per il Teatro del Verme di Milano, ho firmato la colonna sonora, dopo la vittoria di un bando di concorso, dell’evento “Dreamers Day” e l’opportunità di essere intervistato da Cristina Parodi».

Dopo queste esperienze, cosa è cambiato nella tua vita da artista?

«Mi sono fermato a pensare al futuro. Cosa volevo fare esattamente attraverso musica e parole? Ho cambiato prospettiva, creando canzoni personalizzate su progetti d’impresa. In sostanza, traducevo in brano l’idea di fondo di un brand. Il 2016 è stato un anno ricco di emozioni. L’incontro con Ezio Bosso è stato lo spartiacque della mia esistenza artistica. Avevo conosciuto il maestro durante la sua esibizione come ospite al Festival di Sanremo, decidendo di incontrarlo per dedicargli la canzone “Coraggio”, scritta poco prima per la guarigione di mia mamma. Un’amica mi segnalò la possibilità di incontrarlo a Palazzo Barolo di Torino, alla presenza di tanti aspiranti artisti. Lui rispose: “non sono un esperto di canzoni, ma ho molto piacere di ascoltarla”. Le sue mani dirigevano la mia voce mentre cantavo. La sua purezza mi ha aperto un universo nuovo, dove l’infinito si può raggiungere solo attraverso la forze dell’ascolto della bellezza della musica che pervade l’anima. Nel 2020, grazie al web, ho realizzato canzoni ad hoc per le persone. Progetto che proseguo con il vlog (https://www.youtube.com/watch?v=NCsG3Kjgkaw). Con la pandemia mondiale ho deciso di cambiare il panorama quotidiano, passando dalla città alla campagna. Ho affittato e ristrutturato un antico casale del Canavese, a Settimo Rottaro, a pochi passi dal Lago di Viverone, per vivere immerso nel verde. Avevo bisogno di ritmi diversi, più lenti per comporre musica. Tutta la mia esistenza ora è cambiata nel “Nido delle aquile”: vivo di musica e lo faccio a contatto con l’ambiente».

in arte roger Plants Play

Nel 2022 arrivano collaborazioni che fanno decollare il progetto “Plants Play”…

«Esatto. Edoardo Taori è l’inventore del dispositivo “Plants Play”, compositore e performer, dal 2014 gira il mondo alla ricerca di piante e alberi (dalla sequoia all’abete) per comporre con loro musica, all’insegna del rispetto dell’ambiente. Mi contatta per avere una canzone. Poi, i primi concerti insieme, il brano “La connessione”, creato con le note della rosa. Divento il testimonial ufficiale e tutto si dipana. Le note che si generano con il processo, formano una melodia da tradurre in brano. Tra l’artista e la pianta si crea una sincronizzazione che sintonizza gli animi, anche di chi ascolta. Alcuni giorni fa, per esempio, al Castello di Castellengo (Biella), ho eseguito un concerto in cuffia. Tutti eravamo uniti da un solo filo trasparente che legava le nostre sensazioni, anche quelle psicologiche più profonde. La natura è talmente forte che non posso fare a meno di trarne ispirazione. Ormai, fa parte di me. Amo il gelsomino, il papavero rosso, simbolo di energia, libertà e resilienza. La mia filosofia di vita è racchiusa in una frase: da tutto si può prendere qualcosa e la natura non smette mai di stupire, osservandola nei suoi ritmi, colori, cambiamenti. Da giugno a settembre sarà un periodo intenso: appuntamento con la Plants Orchestra (la prima e unica orchestra di piante in concerto) all’Aria, Ex Macello di Milano. Dopo la serata con special guest Andy dei Bluvertigo, il 26 giugno, accompagnerò insieme alla cantautrice Rossana De Pace, il talentuoso musicista poliedrico torinese, Pietro Morello; il 26 luglio con Cristina Scabbia, cantante heavy metal; il 29 agosto con Tormento dei Sottotono, per concludere il 26 settembre con Saturnino, bassista, noto per la sua storica collaborazione con Jovanotti. Altro grande progetto a cui tengo moltissimo è la collaborazione con l’astigiano Andrea Cerrato, conosciuto nel 2015 e oggi anche grande amico. Con lui, ho composto brani e ci confrontiamo artisticamente. Ho duettato e aperto i suoi concerti, come quello recente al Palco 19 di Asti».

Il futuro di In Arte Roger. Su quali fondamenti punterai la carriera artistica dei prossimi anni?

«Ho pensato molto. Nel futuro vedo eventi per un pubblico selezionato, al massimo di 50 persone, in luoghi dove vorrei circondarmi della natura, magari anche cavalli che si muovono liberamente, come già accaduto. Voglio uno scenario a misura d’uomo, in cui i social network e il reale creano una rete. Una rete che vorrei creare anche sul territorio. Il Piemonte è ricco di risorse, di paesaggi inediti, poco noti. Vorrei arrivare in località piccole, ricche di ambientazioni incontaminate, di biodiversità che dona benefici all’uomo. Promuovere il territorio sarà uno dei miei principali obiettivi. Tra le zone con cui sto programmando nuovi progetti interessanti, c’è il Monferrato. Territorio che mi affascina per le caratteristiche dalla grande potenzialità».

Marina Rissone


Di seguito il video del brano dedicato ad Ezio Bosso, sul canale Youtube In arte Roger trovate anche video in cui canta e suona insieme alle piante!


La rubrica settimanale “Venerdì Plogging” a curata da Lo Sport è Vita ODV ETS, nell’ambito delle iniziative della Plogging Academy – L’Accademia del Plogging, progetto sostenuto da Fondazione SociAL. Oggi settimana sulle pagine di ATnewsKids affrontiamo un tema legato al rispetto della natura, alla sostenibilità ambientale, al riciclaggio, alla sensibilizzazione contro l’abbandono nei rifiuti.