Con “Il testamento dell’ortolano” si conclude la rassegna Acerbi al Parco

Si conclude il cartellone della terza edizione della rassegna “Acerbi al Parco”, spettacoli e performance in parchi e giardini della Città di Asti, che sta attirando l’attenzione e la partecipazione di molti spettatori con esperienze molto coinvolgenti. Domenica 16 giugno alle 17 nel giardino presso il Centro Civico San Fedele (in via Trilussa3), ci sarà lo spettacolo del Teatro degli Acerbi “Il testamento dell’ortolano”, con in scena Massimo Barbero.

È un fortunato monologo teatrale che sta girando molto in Italia e che è tratto da un racconto di Antonio Catalano, eclettico artista. Il sapore è quello di una fiaba antica, ma i contenuti sono modernissimi, poiché si parla del legame di amore e cura per il Pianeta Terra, tema di grande attualità e importanza primaria. Protagonista della storia è l’ortolano Adelmo, vissuto in quel passato prossimo in cui l’orto era fonte primaria di sostentamento famigliare. Egli ha ricevuto la terra dai suoi antenati, l’ha coltivata per tutta la vita; ha imparato dal padre, ma si è anche inventato il mestiere sperimentando ad ogni stagione, con buona pace di tradizioni e proverbi; ha guardato alle fasi lunari un po’ sì e un po’ no, perché la luna sta lassù e che ne sa lei dei fagiolini; ha maledetto la tempesta e la siccità; ha messo su famiglia e l’ha nutrita coi frutti della sua fatica.

Il giorno in cui, infine, si sente vicino alla morte, si chiede che destino avrà il suo orto, nelle mani del figlio Michele. Ricevere in eredità un pezzo di terra e attrezzi agricoli può essere gravoso. Ma se si entra per quel cancelletto sgangherato anche solo per fare pulizia, per il decoro del vicinato, si rischia di subire il fascino di quella variegata comunità di esseri viventi, che va avanti strenuamente anche nel disinteresse del novello proprietario.

L’orto può diventare così un luogo in cui specchiarsi, in cui ritrovare le vicende famigliari, in cui scoprire il legame plurimillenario tra l’umanità e la Terra, che dobbiamo tutelare come eredità comune e ancor più come fonte di vita. Insomma, l’orto è il luogo della Cura: là dove ci si prende cura della terra, e dove la terra cura il corpo e l’anima. Questo è il messaggio lanciato dall’ortolano, laborioso e bonario, filosofo e poeta a sua insaputa.

Come un antico “cunto” in cui però si narrano le gesta non di prodi cavalieri, ma di contadini in sella alla Lambretta, di peperoni magici esplosi in cielo come fuochi d’artificio, di balli a palchetto e lune di polenta…

Ingresso euro 5,00 senza prenotazione.

L’appuntamento sarà preceduto da un aperipranzo a cura del Comitato spontaneo San Fedele dalle ore 12,30 al costo di euro 15 (bibita inclusa), da prenotare al 3496107884. Per informazioni: info@teatrodegliacerbi.it – 3518978847.