Le poesie di Dumini Badalin recitate da Renzo Arato a Roatto

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Venerdì 15 marzo alle 21 nella Biblioteca di Roatto in Piazza Piemonte ci sarà l’incontro dal titolo “Renzo Arato – poesie di Dumini Badalin”, organizzato dall’Associazione Culturale “La Stele di Nettuno” a Roatto.

Si ricorderà come, nelle sere di un tempo passato, sulle colline astigiane, in una cascina, nella stalla, accanto alle mucche, i nonni e le nonne raccontavano le storie e recitavano le filastrocche e le poesie. Questa l’atmosfera che Dumini Badalin, grande poeta monferrino e piemontese, regala nelle sue bellissime poesie recitate da Renzo Arato, che raccontano le storie dei contadini delle nostre valli e colline.

Renzo Arato, notissimo attore originario di Roatto, ha frequentato il Centro Sperimentale di Arte Drammatica di Torino e stages presso il Piccolo Teatro di Milano, ha lavorato in allestimenti teatrali diretti da Giorgio Strehler (Brecht), e Carlos Saura (Garcia Lorca); ha lasciato le scene nel 2019 dopo una lunghissima carriera in cui ha recitato su innumerevoli palcoscenici italiani e stranieri, ma per Roatto e per una sera reciterà ancora le poesie di Dumini Badalin.

Dumini (Domenico) Badalin (Torino 1917-1980), rappresenta una delle voci più interessanti e significative della poesia dialettale piemontese. I suoi versi ricordano l’armonia istintiva in accordo con la parlata monferrina che esprimono. L’anima delle poesie di Badalin è l’anima della gente che ha vissuto una vita semplice e dura sulle nostre colline. Vita di lavoro, di fatiche, di croci, dove la volontà, la forza, l’amore e la fiducia trionfano, vestite di semplicità e serenità.

L’opera di Dumini è una profonda, vera, umana partecipazione alla vita di una civiltà contadina che la società dei consumi ha alterato e distrutto, una commossa rievocazione di un mondo che non c’è più, una testimonianza d’ amore per “la tèra stercera”, quella terra abbandonata “ch’o la meur”. Di lui scrisse Davide Lajolo, nella prefazione a “Listeurji dij varèj”, sua prima raccolta: “Badalin queste cose le mormora a fior di labbra come fanno proprio i contadini e non sbaglia una parola e riesce a tenersi il groppo in gola della commozione, perché in campagna è inutile piangere. E chi ti ascolta? Bisogna piangere come le viti, in silenzio”. Ed ancora: “La sua poesia sgorga come certe polle d’acqua sorgiva da sotto i cespugli della collina dove, a quel refrigerio, spuntano le viole e le primule e poi le margherite e i mughetti, fiori che fanno giardino nel silenzio della campagna”.

Se per molti la voce di Dumini Badalin nell’interpretazione di Renzo Arato potrà essere una nuova scoperta o una rivelazione, a tutti porterà il messaggio di una poesia fresca e pulita, una vera medicina per l’anima.

L’incontro è a ingresso libero.

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