Da Paul Mc Cartney a Gigi D’Agostino: sabato un nuovo House Concert ad Asti

Più informazioni su

Sabato 2 marzo, alle ore 16,30, House-Concert, in via Monsignor Giuseppe Marello 39,Asti .Organizzatrice e pianista Ernesta Aufiero, al termine è previsto un rinfresco.
L’ingresso è a offerta libera. Data la capienza della sala, è gradita la prenotazione, ernesta.aufiero@gmail.com, 3662551787

Un pomeriggio in musica, un concerto casalingo, formula nata negli Stati Uniti, hanno poi avuto successo anche in Francia come “concerts en apartment”, rappresentando un atto ribellione al costo elevato dei biglietti e ai circuiti musicali ufficiali. Offrono un contatto più diretto tra pubblico e musicisti, una conversazione in cui la musica è il linguaggio principale, un’opportunità di ritrovo umano, scambio intelletuale e condivisione di un momento di sperimentazione musicale. L’importante è creare un’atmosfera rilassante, familiare, e afine concerto gustarsi il piacer di chiacchierare con spettatori e musicisti, cosa che quando c’è un palco a creare divisione non avviene.

Il programma che verrà eseguito sabato è il seguente:
Yesterday, 1965, eletta da MTV e dai Rolling Stone il miglior brano pop di tutti i tempi. Paul Mc Cartney, oltre ad aver scritto una melodia capolavoro,ha minimizzato il concetto di rock, facendo della pura semplicità un capolavoro.
Let it be, 1970, cioè lascia che sia, lascia che la vita faccia il suo corso. “Una notte ho sognato mia madre, era morta quando avevo 14 anni. Mi ha dato un po’ di forza, nella mia ora più buia, madre Mary era venuta da me”. I tentativi di strumentalizzare la canzone come inno religioso, (molti cristiani vedono infatti un’affinità del ritornello con le parole del Vangelo di Luca:”Allora Maria disse: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”) non aggiungono nulla a quello che ormai è un inno alla speranza e alla fede.
Bohemian Rhapsody, 1975, Album A night at the Opera, una delle canzoni più conosciute e amate del rock di ogni tempo. Anche se Freddy Mercury non era una fanatico dell’opera, voleva inserire nel brano qualcosa di lirico-operistico. In sei minuti di canzone, convivono canto a cappella, ballata, opera e rock. Il significato della canzone è volutamente poco chiaro, potrebbe riguardare la sessualità di Freddie Mercury, oppure l’abbandono forzato a 18 anni della natia isola di Zanzibar, oppure la storia di un uomo che ha ucciso un altro uomo. “Non mi piace spiegare cosa stavo pensando quando ho scritto una canzone. Preferisco che la gente ne dia una propria interpretazione, che ci legga ciò che vuole”
We will rock you, 1977, è una canzone che ti entra dentro e difficilmente se ne va, la sua particolarità è quell’inconfondibile battere ritmico di mani e piedi, fu registrato addirittura in una vecchia chiesa, su un pavimento di assi di legno. Nonostante sia simile a un inno a livello acustico e sia stato più volte assimilato a un canto di ribellione, We will rock you, come dichiarò lo stesso Brian May, autore della canzone, ha in realtà tutt’altro intento e un contenuto piuttosto malinconico: racconta la vita di un ragazzo che ha sogni di gloria, una gioventù ribelle, ma mancante di uno scopo preciso, ed è per questo che la sua vecchiaia è piena di rimpianti e di desideri mancati. We will rock you, “ti culleremo”, per alcuni, per altri”ti scuoteremo”.
How deep is your love, 1977, scritta, come la maggior parte delle canzoni dei Bee Gees, dai fratelli Barry, Robin e Maurice Gibb, nonchè dal tastierista Blue Weaver, è uno dei brani che il produttore Robert Stigwood aveva commissionato al trio per un film cui stava lavorando, che nel 1977 diventerà La febbre del sabato sera. La canzone parla di un amore apparentemente idilliaco, ma che cela una forte insicurezza e una continua richiesta di conferme reciproche. Nel brano, oltre a un’armonia perfetta tra le voci, il falsetto sta avviandosi a diventare il marchio di fabbrica della band.
Personal Jesus, 1990, Depeche Mode, le loro canzoni parlano prettamente di relazioni sentimentali, amori e società. Il testo di questa canzone parla di come le persone abbiano bisogno di un’entità superiore a cui affidarsi, qualcosa in cui credere, e credere che ci sia nei momenti di sconforto, non il Gesù dei Cristiani, ma un’entità divina qualsiasi. Martin Gore disse:” E’ una canzone riguardo all’essere Gesù per qualcun altro, qualcuno che ti dia speranza e importanza”
Don’t cry, 1991, Guns’n Roses “Parla di una ragazza che mi piaceva molto, che usciva con Izzy Stradlin”racconta Axl Rose. “Ero in auto fuori dal Roxy, lei se ne stava andando, dopo avermi detto che tra noi non avrebbe mai funzionato. Piangevo e lei mi ha detto: non piangere. Abbiamo scritto la canzone in 5 minuti”
Da Ba Dee, Eiffel 65, Blue, 1998, la canzone racconta la storia di un”uomo blu”, colore di se stesso e di tutte le cose che lo circondano. E’una metafora dello stile di vita che ogni persona sceglie per se’. “Penso che ognuno di noi abbia il proprio colore. I colori filtrano le nostre vite, ognuno vede il mondo attraverso le proprie lenti”. All’inizio fu un flop, perchè troppo pop per le discoteche, troppo dance per le radio. Ma proprio questo fu il motivo del successo postumo. Archiviata dalla casa discografica, fu successivamente recuperata da Radio Deejay, e nel giro di poco tempo divenne il maggior successo della band.
L’amour toujour, 1999, Gigi D’Agostino. Luigi Celestino D’Agostino, figlio di immigrati salernitani, nasce a Torino, il 17 dicembre 1967. La musica gli piace più della scuola, che abbandona presto per un lavoro da elettricista, e quando nel 1993 si ritrova a fare il tecnico delle luci alla discoteca Woodstock in corso Moncalieri, comincia a vagheggiare un futuro da dj. Di lì a poco si ritrova a fare il dj all’Ultimo Impero di Airasca (Torino), locale di 8mila persone.”Suonavo cupo, minimale. Poi mi sono aperto, ma se mi avessero detto che un giorno sarei stato percepito come pop, non ci avrei mai creduto”
Il brano, pur non avendo ricevuto alcuna spinta, riesce a farsi strada, ma…”Era impossibile da suonare in discoteca, allora mi sono inventato quel giro di tastiera che tutti cantano, popporopo. Mi è uscito a caso, ovviamente ci piaceva. Ma non potevamo immaginare cosa sarebbe diventato, ora lo so”

Più informazioni su