Lettere al direttore

Briccarello e Bosia: “Assurdo Visitasti.it: un sito che vuole promuovere la città senza pubblicizzarne gli eventi

Riceviamo e pubblichiamo


Pillole pratiche per una cultura costruttiva.

È di questi mesi il dibattito in merito alla rinascita culturale della nostra città, dalla candidatura ad Asti Capitale della Cultura, ai restauri biblici che celano collezioni preziose per anni, a prestiti e politiche culturali che a volte sembrano quelle di grandi aziende e poco rispettano la definizione ICOM che è sempre bene ricordare: “Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.”

Le criticità nella gestione del sistema culturale, complice una totale assenza di dialogo tra il Comune e le varie realtà che si occupano della gestione, sono già state da noi messe in evidenza, sottolineate e a queste abbiamo più volte provato a opporre alternative che riportassero la discussione a un qualcosa di serio e “reale”, tra le ultime cose la proposta di ridurre il prezzo del biglietto per la mostra sulla Natura Morta, o di ampliare l’offerta dei servizi universitari della nostra città.

Cerchiamo ora, visto che nessuno di noi ha il merito di vivere in una città bellissima ma molti il demerito di non apprezzarla, di spiegare a chi ci amministra pochi elementari passi per rendere funzionale quel rapporto turismo-cultura che tanto piace quando si estrapolano i numeri di visitatori.
Analizziamo quindi il sito VISITASTI ovvero il portale del Comune dedicato alle attività turistiche e culturali della città, prima piattaforma, teoricamente, consultabile per conoscere eventi e attività della nostra città e per cui il Comune stanzia fondi per la gestione.

Partiamo dai 10 luoghi da visitare dove al quarto posto è riportato il Battistero con relativo museo Archeologico, peccato che lo stesso sia chiuso da oltre due anni per i lavori di restauro e la collezione blindata e in-visitabile, nonostante i nostri ripetuti tentativi di liberare la Signora delle Ninfee dai bui magazzini. L’indicazione della chiusura non è riportata nella pagina dedicata dove anzi il sito risulta godibile tramite lo smart ticket della Fondazione Asti Musei.
Lo stesso vale per il nono sito da visitare ovvero il complesso di Palazzo Ottolenghi, Museo del Risorgimento e rifugio anti-aereo, dove l’intensa campagna di restauri di cui non ci è dato sapere la fine, ne’ obiettivi troppo specifici (è o non è in arrivo una sezione dedicata al museo del cinema e del vino?) rende di fatto non accessibile lo spazio, ancora però ben proposto sul sito e compreso nello smart ticket.

Arriviamo quindi alla sezione per cui più la Fondazione sembra affaticarsi: l’arrivo in città dei Caravaggio. Superando le motivazioni e le modalità dei prestiti (e anche qui richiamiamo l’ICOM “Le collezioni museali sono costituite a fini di pubblico interesse e non possono essere considerate fonte di reddito”), nel sito VISITASTI da NESSUNA parte è indicata quella proposta che attualmente pare la principale, se non unica, presenza culturale in città, ovvero l’arrivo del San Girolamo a Palazzo Mazzetti.

Poche cose avremmo pensato se non quella di essere noi a dover segnalare come, in un sito in cui l’ultimo aggiornamento di “notizie” risale al 2023, indicare l’arrivo di opere inestimabili dovrebbe quantomeno essere citato. Purtroppo è chiaro che il tutto sia sintomatico dell’ormai totale scollamento che c’è tra il Comune, l’Assessorato alla Cultura e al Turismo, la Fondazione Asti Musei e le realtà culturali della città che, in autonomia, cercano giornalmente di implementare la loro offerta mantenendone alto il livello.
Queste accortezze da noi suggerite, che tralasciano errori e imprecisioni altre che però risultano secondarie a una offerta di fatto in parte inesistente, speriamo vengano accolte con lo spirito propositivo che tanto l’Amministrazione millanta avere in merito alle politiche culturali.

La richiesta è semplice e non detta l’agenda a nessuno: aggiornate il sito, eliminate o mettete in stand by i siti non godibili, segnalate tutti gli eventi di interesse culturale della città e rendete merito ad Asti, forse anche a livello amministrativo si ri-scopriranno divertenti possibilità culturali e turistiche dai più dimenticate.

Vittoria Briccarello
Mauro Bosia