Lettere al direttore

Attività presso la Casa del Popolo, Giovanni Pensabene risponde a Marcello Coppo

Riceviamo e pubblichiamo


Non mi interessa entrare nella polemica suscitata dal corso di Politica organizzato dall’Istituto Stato e Partecipazione, presso la sede di Astiss. Mi sembra abbiano già espresso con sufficiente chiarezza la sua inopportunità i diversi consiglieri comunali di opposizione che sono intervenuti. Voglio dedicare qualche secondo al comunicato stampa diramato da Marcello Coppo, che ha buttato un po’ di ingredienti a caso nel suo personalissimo frullatore e ne ha diffuso il discutibile risultato attraverso le pale del ventilatore mediatico.

Il rappresentante di Fratelli d’Italia trova raccapricciante che nel corso di Politica organizzato dal gruppo consiliare di Uniti si Può, presso la Casa del Popolo, sia stata dedicata una lezione al pensiero di Antonio Gramsci, probabilmente l’intellettuale italiano più studiato all’estero, morto a causa della lunga detenzione inflittagli dal fascismo come da ordine dell’avo del signor Caio Mussolini che parlando ben tre lingue, come ci informa Coppo, potrebbe cominciare con il chiedere delle scuse poliglotte all’Italia per i danni causati al Paese dal più noto rappresentante della sua famiglia. Del resto che Gramsci sia stato un grande intellettuale, ingiustamente perseguitato dal fascismo, l’ha certificato perfino il ministro Sangiuliano che, come egli stesso ha tenuto a farci sapere, è pure laureato.

Al parlamentare astigiano Coppo dà anche fastidio che alla scuola di politica tenutasi alla casa del popolo si sia parlato di “sfruttamento e caporalato”. Se facesse bene il suo mestiere e girasse nel periodo della vendemmia o della raccolta della frutta o dei pomodori per le campagne italiane, anche in Piemonte, si accorgerebbe che si tratta di un tema di strettissima attualità. Senza tirare in ballo la moglie di Soumahoro che con la casa del popolo di Asti non c’entra proprio nulla. Voglio infine rassicurarlo, nessuno di noi è preoccupato che Lui possa diventare di sinistra o, peggio ancora, comunista come me. Siamo certi che lui stia bene dove è attualmente collocato, fascista o meno, fratello d’Italia o cugino di campagna che sia.

Giovanni Pensabene
Vicepresidente Casa del Popolo Asti