Lettere al direttore

“Una delle a causa per le lunghe attese al Pronto Soccorso è la carenza di personale oltre all’assenza di filtri”

Riceviamo e pubblichiamo


Una delle a causa per le lunghe attese al Pronto Soccorso, anche Pediatrico, è la carenza di personale Medico e Infermieristico oltre all’assenza di filtri affinché si arrivi in Ospedale solo per le urgenze!

Questi primi giorni del nuovo anno 2024 si sono caratterizzati, per l’ennesima volta, con il lavoro, le fatiche e le corse contro il tempo del personale medico e infermieristico all’interno del nostro Ospedale Cardinal Massaia e in particolar modo al pronto soccorso che ha una serie di problemi nella normale gestione quotidiana, ma nei periodi di festa gli accessi aumentano vertiginosamente e addirittura tanto che non vi erano più barelle disponibili, ma neppure carrozzine e solo posti in piedi!
Quindi con un pronto soccorso sovraffollato si sono generate lunghe attese per i pazienti, gli stessi non sempre si sono rivelati “pazienti”.
Un tempo sospeso, un tempo d’attesa, un tempo di corsa, di sofferenza e di dolore, di richieste, di risposte…o di non risposte

Un pronto soccorso collassato per il numero esagerato di accessi, rispetto alle capacità di accoglienza, di capienza, di strumenti a disposizione, per le ore ad aspettare, che diventano giornate intere in attesa di un posto letto, tutto questo ha fatto sì che i tempi si allungassero per tutti.
L’attesa infinita non è colpa dei medici, degli infermieri e operatori socio sanitari che nonostante il prodigarsi risultano impossibilitati a stare dietro a tutti con modalità adeguate.
Sono tante le valutazioni che gli operatori sanitari devono fare per classificare e assegnare il grado di priorità del trattamento da eseguire ad ogni singolo paziente, al triage, per assegnare i rispettivi codici: – codice rosso (emergenza, molto critico, in pericolo di vita, priorità massima con accesso immediato alle cure) – codice giallo (mediamente critico, presenza di rischio evolutivo, potenziale pericolo di vita, prestazioni non differibili) – codice arancione (urgenza) – codice azzurro (urgenza differibile) – codice verde (urgenza minore) – codice bianco (stabilisce la non urgenza), e per tutto ci vuole del tempo!

Ma ogni persona che si è recata al pronto soccorso a cui è stato dato un codice secondo la gravità della patologia che accusava, ha dovuto attendere e attendere molte ore; compresi i piccoli pazienti che nonostante la Corsia Preferenziale Pediatrica (anche in pediatria la carenza di Pediatri si fa sentire) hanno subito con i propri genitori attese infinite intrinseche di grande preoccupazione e tensione.
Tutto ciò sembra diventato normale – ma normale non è -normale non lo deve diventare rassegnandoci ai dati di fatto.

Arrivano indicazioni forti e chiare da medici e infermieri e operatori socio sanitari, dai Medici di Famiglia, da chi lavora tutti i giorni sulle Ambulanze del 118, in Pronto Soccorso, nei Reparti, negli Ambulatori, da chi ha fatto del suo lavoro una missione, ma alla fine è un essere umano e non una macchina e le proprie forze non sono inesauribili nonostante la buona volontà di cui si dotano.
Lo denunciano i Sindacati, l’Ordine dei Medici, gli operatori del settore che così non va, che lasciando tutto com’è, i cittadini avendo bisogno di cure continueranno ad andare al Pronto Soccorso dove purtroppo non vi sono “filtri” e bene lo spiegava il dottor Sciacca, Vice presidente dell’Ordine dei Medici (in uno degli articoli che sono usciti nei giorni scorsi sul tema dell’intasamento al pronto soccorso di Asti).

I “filtri” come i medici di base che andrebbero più coinvolti e non troppo assoggettati a vincoli burocratici, e occorrerebbe una medicina territoriale che avesse la capacità di curare le persone dove abitano come anche gli ospiti delle RSA evitando accessi impropri al Pronto Soccorso (i codici bianchi e buona parte dei codici verdi non dovrebbero confluire al Pronto Soccorso) utilizzando l’Ospedale solo per le urgenze. Alla fine il problema non è il Pronto Soccorso, ma il sistema di emergenza che si manifesta in primo luogo al Pronto Soccorso.

Tutti indistintamente chiedono alla Regione Piemonte nuove assunzioni e tempistiche certe con più sanità territoriale.
Una delle ragioni è che il saldo delle assunzioni per la Sanità in Piemonte è in negativo dal 2019 e questo è il risultato, non tenendo conto delle reali esigenze dei cittadini/pazienti, delle capacità delle strutture e di chi nella Sanità ci lavora.
La Salute è anche una questione di tempo, più tempo passa più la nostra salute è a rischio!

Ma molti sono le cittadine e i cittadini Astigiani che coscienti di tutto ciò stanno firmando le diverse petizioni “Stop Liste d’attesa” che non solo parlano delle lunghe liste d’attesa per gli esami più basilari che spesso superano i 6 mesi e per alcune prestazioni anche l’anno, ma vengono sollecitate nuove assunzioni, tempistiche certe, più Sanità territoriale e investimenti in prevenzione, più fondi al SSN, più alte retribuzioni a medici e infermieri e operatori sanitari, stop al tetto delle assunzioni, tutela del personale sanitario.
Le liste d’attesa arricchiscono la sanità privata e mettono a rischio la salute dei cittadini che non possono permettersi di pagare ulteriormente per accorciare i tempi di prestazioni che dovrebbero essere garantite.

Chi non può rinuncia alle cure!
Oggi più che mai ci si deve rendere conto di quanto è importante la difesa della Sanità Pubblica e quanto la Sanità sia un Diritto.
Se la Sanità è un Diritto la difesa della Sanità è un Dovere.

Gruppo consiliare Partito Democratico
Ferlisi –Sutera – Vercelli – Miravalle