Imprese in calo in provincia di Asti
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“C’è un evidente calo del numero di imprese che interessa il tessuto aziendale delle province di Alessandria e Asti, compresi i principali settori delle due economie”, così Gian Paolo Coscia, Presidente della Camera di Commercio di Alessandria.
Nel 2023, in provincia di Asti, sono nate 1.059 nuove imprese e ne sono cessate 1.199. Il saldo fra iscrizioni e cessazioni è pertanto lievemente negativo: -140 imprese, dato che porta a 22.449 lo stock di imprese registrate a fine 2023. Il bilancio tra iscrizioni e cessazioni si concretizza in un tasso di crescita rispetto al 2022 pari a -0,61%; il dato piemontese è +0,14%, il dato nazionale è +0,7%. Si tratta, al di là dei centesimi, di crescita zero in provincia, in Piemonte e in Italia.
In un quadro più ampio, l’andamento demografico delle imprese in Asti evidenzia il trend 2019-2023, con una perdita del 3,7% di imprese nei cinque anni. Nei principali settori dell’economia astigiana si registrano perdite numeriche di imprese (salvo le costruzioni, che segnano +6,3% sul 2022): agricoltura -9,4%, commercio -7,6%, manifattura -8,3%.
Dall’analisi per classe di natura giuridica 2019/2023, emerge il dato in forte crescita delle società di capitale (+18,4%), a fronte di un altrettanto netto calo delle società di persone (-11,2%) e delle imprese individuali (-5,6%).
Il ranking nazionale vede le province di Milano, Roma, Trieste e Napoli in testa come tasso di crescita del numero di imprese del 2023 sul 2022, considerando il saldo fra iscrizioni e cessazioni. L’analisi, tuttavia, fa emergere dei dati interessanti: Milano e Napoli, considerando un più ampio arco di tempo, 2023 sul 2013, confermano il dato della crescita, anzi: Milano +7,7%, Napoli +13,1%, confermando, Napoli, il generale trend di crescita delle imprese del sud Italia.
Tuttavia, Roma e Trieste, nel decennio, segnano negatività: -4,4% e -6,5%. Occorre pertanto guardare la linea di sviluppo su più anni e non solo il tasso di crescita, per comprendere appieno il fenomeno in atto. Tornando al ranking nazionale, Alessandria e Asti sono all’89esimo e al 104 posto, su 105 province (l’ultima è Biella). Alessandria e Asti, nel decennio, confermano purtroppo la negatività già riscontrata nel tasso di crescita 2023 su 2022, accentuandola: -11% Alessandria e -9,8% Asti.
“La sostanziale stabilità registrata in Piemonte come tasso di crescita 2023 su 2022, va letta unitamente al trend generale di questi ultimi anni, su diversi piani territoriali. Prendendo i dati 2013, per esempio, assistiamo a un fenomeno di progressivo calo di imprese nelle province di Alessandria e Asti: in questo decennio passiamo da 70mila alle 62.500 di oggi, 7.500 imprese in meno, un calo dell’11%. Si tratta di un fenomeno presente in Italia con diverse sfaccettature e che va quindi analizzato a fondo, per comprenderne le dinamiche alla radice. Lo stiamo facendo e continueremo a farlo: ciò che mi preme ora dire è che il numero di imprese e le aperture di nuove contano, ma non sono tutto, e ci sono tendenze che vanno considerate. Mi riferisco, per esempio, alla maggiore strutturazione che si dà parte delle nuove imprese, scegliendo la forma della società di capitale, più adatta ai complessi mercati odierni. Meno imprese ma più strutturate nella natura giuridica non è un dato necessariamente negativo. La struttura societaria che pone al centro il capitale è oggi più adatta alle necessità e sfide dell’attuale realtà economica. Confido sempre, comunque, nella prevalenza dell’elemento personale, nella forza intuitiva, di relazione, di lunga visione e di radicamento nel territorio di cui dispone una società che ha le persone come “ossatura” d’impresa” commenta Coscia.
FOCUS SUL SETTORE DEL COMMERCIO NELLA CITTA’ DI ASTI: 2013/2023
Al 31 dicembre 2023 la città di Asti conta 7.532 imprese: il commercio, con 1.874 imprese, è il primo settore. Rispetto al 2013, perde il 13% di attività.
Vediamo in dettaglio l’evoluzione nel tempo (2013/2023) delle attività numericamente più consistenti che compongono il settore del commercio; si notano anche gli effetti dei mutamenti tecnologici e normativi intervenuti, e la loro incisione sulla società e quindi sull’economia:
• Autovetture e autoveicoli leggeri: oggi sono 100, +133% dal 2013
• Meccanici: sono 49, -12,5%
• Carrozzerie: sono 36, invariate
• Commercio al dettaglio di parti e accessori per autoveicoli: sono 20, -36%
• Intermediari di prodotti alimentari: sono 59, -21%
• Commercio all’ingrosso di bevande alcoliche: sono 16, +14%
• Commercio al dettaglio di frutta e verdura: sono 12, -33%
• Commercio all’ingrosso di abbigliamento: sono 14, -22%
• Commercio all’ingrosso di computer: sono 6, -54%
• Commercio all’ingrosso di rottami: sono 45, +25%
• Minimercati alimentari: sono 48, -44%
• Commercio al dettaglio di frutta e verdura: sono 8, -20%
• Commercio al dettaglio di carni: sono 29, -19%
• Commercio al dettaglio di pane: sono 12, -8%
• Tabaccherie: sono 48, -8%
• Commercio al dettaglio di carburante: sono 20, -29%
• Commercio al dettaglio di mobili: sono 22, -12%
• Commercio al dettaglio di libri: sono 15, invariato
• Commercio al dettaglio di giornali: sono 16, -40%
• Commercio al dettaglio di cartoleria: sono 7, -56%
• Commercio al dettaglio di abbigliamento: sono 110, -11%
• Farmacie: sono 14, +180%
• Commercio al dettaglio di orologi e gioielleria: sono 15, -21%
• Commercio al dettaglio ambulante alimentare: sono 60, -32%
• Commercio al dettaglio ambulante di tessile e abbigliamento: sono 100, -28%
• Commercio al dettaglio di qualsiasi prodotto via internet: sono 63, +152%
Le imprese del commercio sono soprattutto imprese individuali (1.189), seguono società di persone (348) e di capitale (325).
Le imprese di giovani sono 188, il 10% del totale imprese del commercio della città, con una variazione di -31% rispetto al 2013; le imprese femminili sono 443, il 23,6% del totale imprese del commercio, con una variazione di -22% rispetto al 2013; le imprese straniere sono 293, il 16% del totale imprese del commercio, con una variazione di +8,5%% rispetto al 2013.