Il vescovo Gianni Sacchi in visita pastorale nei comuni astigiani della Diocesi di Casale Monferrato

Calo demografico, disaffezione al senso di comunità, campanilismi anacronistici.

Amministrazioni comunali e parrocchie hanno gli stessi problemi e solo collaborando si potranno trovare delle soluzioni per i piccoli paesi piemontesi.

Questo in estrema sintesi quanto emerso dalla visita pastorale che ha impegnato nei mesi di novembre, dicembre e gennaio scorsi il vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, Gianni Sacchi, nei comuni  facenti parte l’Unità Pastorale Santa Gianna Beretta Molla: Grana, Montemagno, Calliano, Tonco, Villadeati, Odalengo Piccolo, Alfiano Natta. Si tratta di sette comuni a cavallo tra le province di Asti e Alessandria che ospitano ben dieci parrocchie perché in alcuni casi un comune ne possiede due o tre.

E in tutta questa frammentazione e quantità di chiese, qual è la scena a cui spesso si assiste? Chiese semivuote: non solo un segnale dell’allontanamento dalla religione cattolica (che di certo non si può negare), ma anche una metafora del vuoto della società e della lenta e inesorabile perdita del senso di comunità delle aree rurali.

Le problematiche che riguardano i piccoli comuni piemontesi e monferrini sono gli stessi sia che vengano analizzati dal punto di vista della Chiesa sia da quello delle Amministrazioni.

Mentre da un lato si punta sulla bellezza del territorio e sulle sue potenzialità ai fini turistici e quindi economici, dall’altro si è di fronte a cambiamenti sociali che devono essere per forza affrontati. Il calo demografico in primis, che, salvo qualche rara eccezione, si fa sempre più preoccupante con il numero di anziani molto alto e una natalità bassissima.

Durante i vari incontri il vescovo Sacchi ha incontrato cori parrocchiali, bambini e insegnanti, giovani e animatori, referenti del mondo associazionistico ed economico raccogliendo considerazioni e riflessioni. Nell’incontro con gli amministratori locali a Grana (nella foto) sono emerse in modo particolare le comuni difficoltà, come evidenziato dal primo cittadino di Tonco, Cesare Fratini: “Ci siamo confrontati su diverse problematiche che affliggono il mondo intero e dunque la società in cui viviamo. Abbiamo parlato delle problematiche della gestione e mantenimento delle numerose chiese del territorio e abbiamo presentato le difficoltà che noi amministratori locali riscontriamo, per riuscire a mantenere i servizi essenziali per le nostre comunità. Abbiamo affrontato il tema riguardante il calo delle vocazioni, fenomeno che penalizza fortemente le piccole comunità. In questo scenario di grandi cambiamenti sociali e mutamenti morali a cui non eravamo abituati, ci siamo tutti: amministratori, cittadini e persino la Chiesa. E allora nessuno si salva da solo, ognuno di noi è una parte essenziale della comunità, che vive grazie al contributo di tutti”.

E a questo proposito anche il vescovo Sacchi ha ribadito l’importanza della collaborazione, attuabile solo se si mettono da parte i campanilismi. “Non si hanno più le forze e i numeri per poter guardare solamente al proprio campanile. Non si può pretendere per esempio di avere sempre la messa sotto casa perché i preti e i parroci sono sempre meno. Iniziamo a spostarci, ad aprirci agli altri e a collaborare e fare rete”.