All’Abbazia di Vezzolano il presepe senza tempo di Anna Rosa Nicola fotogallery

Può sembrare superato parlare ancora di presepi a metà gennaio, ma quello di Anna Rosa Nicola non è un semplice presepe, tant’è che rimarrà esposto ben oltre le feste natalizie, fino al 4 febbraio.
Nella cornice della splendida Abbazia di Vezzolano, che già da sola vale una visita, un’incredibile opera in miniatura cattura, stupisce per la bellezza, la ricchezza dei particolari, la ricostruzione fedele di scene di vita di un passato in alcuni casi non troppo lontano.

L’opera nasce nel 2005 quando Anna Rosa viene invitata ad animare l’oratorio del paese: decide così di fare il presepe insieme ai bambini e alle loro mamme. Da quel momento in avanti, anno dopo anno, continua ad aggiungere personaggi, ambienti, oggetti che non appartengono solo al periodo della natività di Gesù ma anche a tempi più moderni, prevalentemente ad inizio 900, con divagazioni moderne. Tra i personaggi e le ambientazioni troviamo la bottega dell’orologiaio, la scuola, il mercato, la farmacia, il medico, il frantoio, il fotografo, la tipografia, il falegname, la sartoria, il venditore di santini, tanto per citarne alcuni.

Anna Rosa Nicola fa parte di una famiglia di restauratori. Fondata da suo nonno nel 1947, la Nicola Restauri è considerata tra le migliori in Europa. Ha sede ad Aramengo e vi lavorano, oltre a lei, anche tutti i componenti della sua famiglia.
Nel 2009, a seguito del terremoto a L’Aquila, Nicola Restauri creò un evento esponendo il presepe presso la propria sede per invitare ad “adottare” opere d’arte danneggiate dal terremoto. Con questo sistema furono restaurate 9 opere d’arte. Dal 2012 in avanti il presepe viene allestito all’Abbazia di Vezzolano in collaborazione con l’associazione La Cabalesta.

Il restauro, lavoro che peraltro Anna Rosa ama molto, impone il rispetto dell’opera. “Io ho anche la necessità di creare, di lavorare con le mani – spiega -,  è come una malattia”. Dedica infatti la maggior parte del suo tempo libero alla realizzazione del suo presepe. A volte le succede di sognare gli scenari durante la notte e di realizzarli al mattino dopo.
Di quest’opera colpisce la cura dei dettagli e l’incredibile realismo. Stupisce vedere l’acqua che esce dalle lenzuola strizzate da due lavandaie, un torsolo di mela con tanto di semi e peduncolo, le carote imbrattate di terra, l’anguria con la fetta al centro più chiara perché più zuccherina. “Mi piace lavorare nel piccolo – dice Anna Rosa -. Parto dall’interno delle case, poi faccio l’esterno, a volte quando finisco la facciata non si vedono più i dettagli, bisogna guardare bene dentro per scorgerli”.

Un mix di fantasia e vita vissuta: tra i personaggi c’è lei nel suo laboratorio dei presepi e suo papà nella bottega del barbiere. Un collaboratore della Nicola Restauri è rappresentato nel suo laboratorio di falegnameria, mentre un altro collaboratore è il pittore del presepe con le sue tele, vere, dipinte appositamente da lui in miniatura.
Parte delle ambientazioni – continua Anna Rosa – sono ricostruite grazie alla mia memoria, altre da ricordi o da suggerimenti di altre persone, senza nessuna pretesa di ricostruzione storica, ma per emozionare la gente e far tornare indietro nel tempo, soprattutto gli anziani, che raccontano ai nipotini presenti una realtà che non c’è più”.

Il primo anno di esposizione si sono registrati un migliaio di visitatori, quest’anno 10.250 persone solo nel mese di dicembre, grazie unicamente al passa parola.

Il presepe adesso si estende su 18 metri di lunghezza, 4 metri di larghezza, su più piani, con oltre 300 personaggi. Le case sono realizzate in polistirene, un materiale edile da costruzione più compatto del polistirolo. Inizialmente le pareti esterne venivano solo intonacate, poi incise, scalfite, rifinite sempre più nel dettaglio fino a mostrare particolari come la ricostruzione di mattoni mancanti o l’intonaco ammalorato, frutto di una lunga esperienza nell’ambito del restauro. I personaggi sono fatti con cera modellata a caldo secondo l’antica tecnica della ceroplastica. Per i volti Anna Rosa usa la creta e ultimamente anche una pasta polimerica che cuoce nel forno di casa. Con il filo di stagno realizza gli utensili. Poi utilizza di tutto, stoffe, lana, legno; riutilizza e trasforma qualsiasi oggetto anche di uso comune: le scatoline del cibo per cani e gatti diventano pentole, la retina dell’aglio si trasforma in una borsa.
Tanti realizzano oggetti con materiali riciclati, ma quello che stupisce in questo caso è la genialità con cui gli oggetti più impensabili prendono nuova vita: le fiale monodose di collirio diventano bottiglie, il filtro di un auricolare si trasforma in uno scolapasta, una lucina di Natale capovolta diventa un vaso di fiori, la pallina di un mouse si trasforma in un mappamondo, una collana di strass in un lampadario, i dentini di una vecchia porta usb in un pettine. Con i pelucchi delle maglie infeltrite realizza i capelli di alcuni personaggi, con un sigillo della Vecchia Romagna Etichetta Nera ha dato vita ad un prezioso orologio nella bottega dell’orologiaio.

Interessanti i personaggi che animano questo presepe: diversissimi uno dall’altro, non statici, tutti nell’atto di fare qualcosa: la massaia che batte il tappeto con il battipanni di una volta, la donna che si prova un cappello davanti ad uno specchio, i commercianti che vendono i loro prodotti al mercato, gli artigiani che lavorano nelle loro botteghe.

Molto realistico il coloratissimo e dettagliatissimo negozio dei dolciumi. Molti ricorderanno le caramelle rossana, piccolissime in questo caso, incartate una ad una. Il croccante è fatto con il mangime dei canarini di cui sono stati presi solo i semi tondi e incorporati alla resina. I palloncini colorati sono fatti con uova di quaglia bucate, svuotate e colorate.

Innumerevoli i dettagli e le curiosità sulla loro realizzazione, da scriverci un libro. In effetti un primo volume è stato scritto, ma è già esaurito.

L’allestimento cambia ogni anno. Anna Rosa e suo marito hanno in progetto la ristrutturazione di uno stabile ad Aramengo da destinare all’esposizione del presepe in pianta stabile, con annessi un locale per la formazione e una caffetteria.

Il presepe è visitabile ad Albugnano presso l’Abbazia di Vezzolano fino al 4 febbraio, ogni venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 17.00.  L’ingresso è gratuito, chi vuole può lasciare un’offerta. I fondi raccolti vengono destinati al restauro delle opere dell’abbazia.

Daniela Laganà