A scuola di solidarietà: il progetto dell’Istituto Comprensivo 1 di Asti per la mensa sociale e una proposta antispreco

Oltre 300 kg di merce tra alimenti a lunga conservazione e prodotti per l’igiene personale sono stati raccolti e donati nei giorni scorsi alla mensa sociale dall’Istituto Comprensivo 1 di Asti.

“Quantità poco significativa per un istituto di grandi dimensioni come il nostro” è il commento delle referenti per l’educazione ambientale che evidenziano il positivo coinvolgimento generale. Quest’anno infatti tutti i 5 plessi dell’Istituto Comprensivo 1 di Asti (Infanzia Lina Borgo, Infanzia Miroglio, Primaria Baracca, Primaria Ferraris, Secondaria Jona) hanno contribuito alla raccolta.

“Ciò che conta veramente è che nelle singole classi molti insegnanti abbiano parlato di povertà, e l’abbiano presentata non come concetto astratto, ma come presente anche in mezzo a noi, qui ad Asti e  abbiano parlato della mensa comunale di Corso Genova come un luogo fondamentale per affrontare questo problema. Un posto dove si concretizza il dovere di solidarietà dell’articolo 2 della nostra Costituzione. E se non basta parlarne, perché i bambini sono ancora troppo piccoli per capire, alcuni insegnanti hanno anche accompagnato i loro alunni a consegnare direttamente alla mensa, in una breve ma speciale uscita didattica, la loro borsetta piena di doni o la letterina o il lavoretto natalizio per i più bisognosi. I nostri bambini, soprattutto quelli più piccoli, nei nostri ambienti, infatti, dove si cerca di non far mancare niente e li si abitua all’abbondanza delle nostre mense scolastiche in cui quintali di cibo buono ogni giorno vengono buttati nella spazzatura, faticano a comprendere che a due passi da noi esiste un posto frequentato giornalmente da 70-80 persone bisognose e settimanalmente da famiglie in difficoltà economiche che vanno a ritirare lì gratuitamente la loro borsa della spesa”.

Parallelamente alla raccolta dei prodotti, alcuni insegnanti sono riusciti a fare molto di più: far immedesimare i bambini negli ospiti del pranzo di Natale presso la mensa sociale, nell’italiano che ha perso il lavoro, nell’anziano rimasto solo, nell’immigrato che ad Asti non conosce ancora nessuno e per loro hanno realizzato pensierini, letterine e lavoretti, per alleviare la solitudine e la tristezza che sono ancora più forti in questi giorni di festa.

“Noi dell’Istituto Comprensivo 1 abbiamo una grande fortuna: avere la mensa sociale in mezzo a noi, nel nostro quartiere, all’incirca equidistante dalle nostre scuole e abbiamo la possibilità di farla diventare un luogo di apprendimento, una reale opportunità educativa. Ma perché non inserire anche la visita alla mensa sociale tra le proposte educative che ogni anno vengono offerte dal Comune a tutte le scuole? La mensa sociale è un posto che le suore e i volontari rendono molto accogliente. Semplicità, condivisione e niente spreco. Un’assidua frequentazione di questo luogo potrebbe fare solo bene ai nostri bambini e renderli consapevoli che ciò che succede nelle nostre mense è un’offesa vera e propria alla povertà”.

Una proposta didattica

Da queste premesse avanza una proposta. Nulla di nuovo in realtà, ma l’idea di riprendere in mano il progetto Eticamensa contro lo spreco alimentare per cui qualche anno fa si era stilato un protocollo d’intesa tra Comune, scuole e associazioni di volontariato.

“Il progetto stava funzionando bene alla scuola Rio Crosio, ma da noi purtroppo non ha mai preso avvio – ricordano le insegnanti – Poi la pandemia lo ha definitivamente messo nel dimenticatoio. Suor Luigina, che gestisce la mensa sociale, ha manifestato le sue preoccupazioni in merito al calo delle donazioni nel 2023, il nostro contributo non dovrebbe essere allora limitato al periodo natalizio. Davvero non è possibile trovare un metodo, compatibile alle norme igienico-sanitarie, che permetta di dirottare le eccedenze delle nostre mense scolastiche verso la mensa sociale? Sarebbe bello prenderlo come impegno per il 2024, come comunità astigiana che vuole smettere di trasmettere il messaggio ai propri bambini che lo spreco alimentare sia una cosa normale.