Mozione contro il Deposito Nucleare Nazionale Unico approvata dall’Unione dei Comuni della Valcerrina

Martedì 5 dicembre alle ore 19 si è riunito il Consiglio dell’Unione dei Comuni della Valcerrina con un unico punto all’ordine del giorno: Mozione contro il Deposito Nucleare Nazionale Unico nei territori dell’Unione e in quelli limitrofi.

La mozione qui di seguito è stata votata all’unanimità da tutti i presenti


MOZIONE: LOCALIZZAZIONE DEL DEPOSITO NAZIONALE UNICO DEI RIFIUTI RADIOATTIVI. VOTAZIONE.

IL CONSIGLIO UNIONALE

Premesso che:
in seguito all’emanazione del decreto interministeriale MISE e MATTM del 30 dicembre 2020, la So.G.I.N. S.p.A. (la società statale incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) ha provveduto alla pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) ai fini della realizzazione del deposito nazionale per il combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi;
la Carta comprende 67 aree, con priorità differenti, dislocate nelle regioni Piemonte (8 zone), Toscana e Lazio (24 zone), Basilicata e Puglia (17 zone), Sardegna (14 aree), Sicilia (4 aree); risultano 12 aree in classe A1, 11 aree in classe A2, 15 aree in classe B e 29 aree in classe C; le aree in classe A1, ossia con la massima priorità, sono ubicate: 2 in provincia di Torino, 5 in provincia di Alessandria e 5 in provincia di Viterbo;
il decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, come da ultimo modificato dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45 e dal decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2015, n. 11, disciplina i sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché i benefici economici per i territori interessati, e prevede i criteri per la scelta dei siti idonei, successivamente sviluppati Ispra (oggi organo di controllo ISIN) e da So.G.I.N. S.p.A. e più volte revisionati nel corso degli anni; le ultime revisioni della CNAPI, elaborate dalla So.G.I.N. S.p.A., contenenti la distinzione delle aree ricadenti in zone definite a rischio sismico 2 dalle Regioni (classe C) e l’esame dei dati e stime dei quantitativi dei rifiuti radioattivi dell’Amministrazione della difesa, sono state validate dall’organo di controllo ISIN il 5 marzo e il 10 dicembre 2020;

considerato che:
Il territorio del Monferrato Casalese ha avuto nel corso degli anni enormi problemi pregressi legati all’impatto epidemiologico legato allo stabilimento Eternit di Casale Monferrato tanto che il territorio è stato inserito nel Sito di Interesse Nazionale di “Casale Monferrato” comprendente il territorio di 48 comuni, dei quali 45 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Vercelli e 1 in provincia di Asti per una superficie totale pari a circa 73895 ettari;
Il SIN è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dalla Legge n. 426/1998 ed il perimetro del SIN è stato definito con decreto del Ministero dell’Ambiente del 10 gennaio 2000 ed è interessato principalmente dalla presenza diffusa di materiali da costruzione contenenti amianto, provenienti dallo stabilimento ex Eternit di Casale Monferrato, nelle forme più svariate: dalle lastre di copertura alle bordure per aiuole, recinzioni, vasche canne fumarie, ecc., oltre agli utilizzi impropri degli sfridi di lavorazione (c.d. polverino) utilizzati come coibente in forma sfusa nei sottotetti di abitazioni o come stabilizzante nella pavimentazione di cortili e strade.
il 22 giugno 2014, il Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, con Decisione n. 38 COM 8B.41, ha iscritto il sito “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità confermando quindi una forte vocazione turistica del Monferrato Casalese, frutto del lavoro del territorio e delle istituzioni che, insieme, sin dal 2006 hanno creduto nel progetto di far riconoscere i luoghi del vino delle colline centrali del Piemonte come patrimonio dell’umanità, cogliendo l’importanza dei valori di questo paesaggio culturale di eccezionale bellezza, caratterizzato da una tradizione storica antica e consolidata che riflette le trasformazioni e le evoluzioni sociali, tecnologiche ed economiche legate alla coltura della vite e a una vera e propria “cultura del vino”, profondamente radicata nella comunità;
che negli ultimi anni il territorio del Monferrato Casalese in generale e quello della Valcerrina, in particolare, hanno iniziato un percorso di sviluppo ecologicamente e socialmente sostenibile incentrato sulla promozione del patrimonio paesaggistico/naturalistico, storico/architettonico e culturale che possa superare le tragiche vicende che nel passato lo hanno interessato;
Che questo processo virtuoso in atto rischia di essere compromesso e vanificato da scelte di sviluppo che si sono già rivelate fallimentari in passato e che sviliscono un territorio anziché valorizzarlo;

impegna il Presidente e la Giunta

1. A richiedere l’esclusione delle proposte che interessano aree prossime a siti definiti dall’Unesco ‘Patrimonio dell’umanità” e alle relative “buffer-zone”, quindi tutti i territori circostanti.
2. A farsi parte attiva nella tutela dei territori monferrini e del Sito di Interesse Nazionale di Casale Monferrato qualora in futuro fossero eventualmente interessati dall’individuazione di aree destinate ad accogliere il deposito nazionale per il combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi.