L’organo della Chiesa Parrocchiale Assunzione di Maria Vergine in Grana Monferrato

Per la serie “Vacanze di Natale a KmZero” oggi vi raccontiamo la storia dell’organo della Chiesa Parrocchiale Assunzione di Maria Vergine in Grana Monferrato, un organo composto da 1300 canne, alcune alte poco meno di sei metri, costruito dall’organaro biellese Giacinto Bruna a partire dal 1832. Da allora è stato mantenuto e restaurato più volte. Gli ultimi interventi si sono conclusi all’inizio del 2023, finanziati grazie ai contributi CEI fondi 8xmille, a quelli della Fondazione CRT e Fondazione CR Asti oltre a quelli raccolti dalla comunità stessa.

A condurci in questa visita virtuale dell’organo è il Presidente dell’Associazione Grana Arte e Tradizione, Gianfranco Balliano. Un breve cenno sull’organo della Chiesa Parrocchiale lo trovate nella sezione “Storia della Chiesa dal 1810 ad oggi” del sito web www.granaarteetradizione.it, ma quanto ci illustra Balliano di seguito è una storia ricca e dettagliata, che ci farà tornare indietro nel tempo.

Un cenno anche alla maestosa Chiesa Parrocchiale che contiene tesori artistici di grande valore: il Pulpito, l’Altare, la Balaustra, il Coro, la Sacrestia, i vari Dipinti che costituiscono l’arredamento della Chiesa. Si è sentita ben presto però la mancanza di un Organo onde poter solennizzare al meglio le funzioni, ma il difficile momento della Rivoluzione francese fu un ostacolo a intraprendere nuove decisioni.

La comunità di Grana non fu soddisfatta dell’acquisto di un primo organo già usato, nel 1810, al prezzo di 1500 franchi e dopo appena venti anni si decise per un “Organo Nuovo”. Ecco cosa succede.

La decisione

L’Arciprete don Luigi Buffaglia, dopo approcci con diversi organari, si mette in contatto con Giacinto Bruna di Miagliano Biellese. L’8 Dicembre 1832 la Reggenza Parrocchiale ne delibera la costruzione e con la firma di don Luigi Buffaglia Arciprete, don Giuseppe Mazzola, Giovanni Domenico Capello, Celestino Allara e Filippo Testa viene dato mandato attuativo.
L’Organo sarà composto di 33 registri e con tutta l’attrezzatura necessaria verrà concordato un prezzo di lire 4700. Il vecchio organo viene ritirato a completa disposizione dell’organaro per lire 500, anche se molte canne del vecchio strumento saranno poi utilizzate nel nuovo. Le modalità di pagamento vengono così fissate: Lire 1700 non appena l’organo sarà ultimato e funzionante, il resto con pagamento in cinque anni senza interessi.

I dati tecnici

Il Somiere maggiore con 1054 canne, 150 canne in due file di facciata più altri cinque piccoli Somieri per le monumentali canne di legno per un totale di 1300 canne. Le canne di “legno”, circa un centinaio, sono di abete, ma tutte con imboccatura di noce lavorate con tornio a mano.
Alcune di esse misurano ben sei metri di altezza e sono Bitonali (per avere due suoni diversi) mentre quelle di metallo sono nella maggior parte in “lega di stagno”, altre in “stagno puro”, e altre ancora in “piombo”; tutte sono costruite interamente a mano.
Non lo si può sapere con certezza, ma si può immaginare quante possano essere state le ore di lavoro necessarie per un’opera così complessa. 1834 è la data scritta e leggibilissima sui Somieri, a conferma della sua vetusta età, senza dimenticare che l’Organo è completamente “Meccanico” in tutte le sue trasmissioni.

Inizia la costruzione

Il 29 Luglio 1833 viene firmato il contratto per la costruzione della Cassa dell’organo, della Tribuna e della Bussola. Il monumento meraviglioso di cui se ne può godere la bellezza, fu ideato, progettato e realizzato da don Odisio, Parroco di Villadeati ed amico di don Buffaglia nativo di Lussello, frazione di Villadeati, mentre l’esecuzione del progetto viene affidata ai fratelli Domenico e Biagio Parena di Villa San Secondo, con obbligo di utilizzo di assi di noce massiccia nostrana. Tutti i fregi, interamente scolpiti a mano, vengono indorati da Gallo Luigi indoratore di Torino.
Tra le clausole poste ai Parena vi sono quelle riguardanti il materiale e la stagionatura del legno: “le travi dell’organo”, quelle infisse nel muro, dovranno essere in rovere con una stagionatura non inferiore a 8 anni, gli assi del Frontale, della Tribuna e della Bussola dovranno essere di noce con stagionatura non inferiore a 4 anni, mentre quelle del palco della Tribuna potranno essere di “albera” (pioppo nostrano), però con stagionatura di tre anni; il tutto al prezzo stabilito di lire 2000, doratura a parte.
Per la doratura, quella messa in evidenza da Giuseppe Sbrissa nell’ultimo intervento, vi è un contratto a parte nel quale veniva pattuita la cifra di 380 lire per dorare i fregi dell’organo.
L’organo fu terminato e collaudato con piena soddisfazione del Parroco e della Reggenza i quali, con verbale del 18 Luglio 1835, autorizzano il pagamento totale al Sig. Bruna. Per il saldo viene chiesto un prestito all’Opera Pia Testa di 500 lire e di lire 1000 dal Parroco.
L’ultimo verbale trovato circa la costruzione dello strumento porta la data del 21 Agosto 1835 quale ratifica del pagamento di 380 lire all’indoratore.
La perfetta efficienza dell’organo stava certamente a cuore dei Granesi tanto da richiedere nel 1849 ad un organaro di Alessandria, Paolo Lajolo, una ulteriore ripulitura per una somma pattuita di 250 lire: in “tante buone monete e danari contanti” a lavori ultimati e di 100 lire a dicembre dello stesso anno e con garanzia di un anno e due revisioni comprese nel prezzo.

Leggendo queste cifre si è forse tentati di sorridere, ma occorre tenere conto che pochi anni prima l’intera costruzione della Chiesa era costata 7900 lire e che l’introito a Grana delle imposte era solo di circa 4000 lire in quegli anni.

Le ristrutturazioni

Eccoci giunti così all’anno 1886, col mutare dei gusti musicali anche per il nostro organo si sentì la necessità di una ristrutturazione generale. Entra così in scena il “progetto di riadattamento presentato da Angelo Bartolini, organaro casalese.
Il progetto consta di 16 punti più quattro richieste specifiche aggiuntive da parte dell’Arciprete don Lorenzo Coscia a nome di tutta la Reggenza. Tra le altre cose si chiede l’aggiunta della “Banda Turca” cioè gran cassa e coperchi, strumenti che verranno aboliti con la riforma liturgica di Papa Pio X prima della grande guerra del 1915/18 al prezzo di 1800 lire.
Nei 1939 venne eseguita una ulteriore ripulitura con aggiunta di un ventilatore in sostituzione del tira-mantici, divenuto un problema pratico, da parte dell’organaro Bay Antonio al prezzo di 1170 lire.
Nel 1985, dopo 46 anni di onorato servizio, allo strumento si rese urgente e necessaria una revisione generale sia alla parte strumentale che a quella meccanica per una maggiore stabilità strutturale, a cui fece seguito quella della totale sverniciatura e pulizia dell’intero mobile.
Oltre alla revisione di tutte quelle che sono le trasmissioni di comando meccaniche, con la totale sostituzione delle parti usurate sono state riposizionate le 56 canne del “Corno dolce”, che nel tempo erano sparite (come e quando non è dato sapere).
La revisione totale dello strumento ad opera dell’organaro Renzo Rosso ebbe inizio il 30 Aprile del 1986 per concludersi il 16 Novembre dello stesso anno. Grande fu lo sforzo economico della Comunità di Grana (circa 20 milioni), ma grandissima fu pure la generosità dei Granesi e delle Istituzioni.
Domenica 2 Agosto 1987 l’Organo ha potuto esprimere tutta la potenza che lo contraddistingue nel grande Concerto di inaugurazione ad opera di Giuseppe Gai, docente di organo presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria.
Anche recentemente, dopo lunghi lavori di pulizia e restauro iniziati nel 2018, l’organo è tornato ad essere lo splendido strumento di un tempo e il 27 maggio di quest’anno si è tenuto uno straordinario concerto inaugurale.

Contatti

Per saperne di più e visitare la Chiesa Parrocchiale di Grana si può contattare l’Associazione Grana Arte e Tradizione via mail a info@granaarteetradizione.it, sito internet www.granaarteetradizione.it e pagina FB.

Orari di visita

Chiesa e Museo durante le feste natalizie sono aperti il sabato dalle 15 alle 17 e i festivi dalle 11 alle 12 e dalle 15 alle 17. Nel periodo natalizio è possibile visitare anche il grande Presepe (100 mq e oltre 330 statue) negli stessi orari.

Organo di Grana