Il ricordo di Pietro Andriano attraverso la scuola che porta il suo nome

La scuola ha sempre fatto parte di quella categoria di luoghi fondamentali per la crescita dei giovani nella società. Importante punto di partenza per arricchire il bagaglio culturale e pensare a un futuro, derivato da sacrifici e impegno ad ampio raggio. Un istituto dev’essere in grado di ricoprire un ruolo essenziale nella vita degli studenti, sotto numerosi punti di vista, a partire dall’educazione in primis. Con un occhio più curioso e attento ai particolari, possiamo notare come numerosi istituti scolastici portano il nome di una persona del passato, che, in qualche modo, ha fatto grandi cose, lasciando prove concrete del suo operato. Dalla scienza alla letteratura, dall’ambito imprenditoriale alle scoperte che hanno cambiato il mondo. Molte scuole ricordano un personaggio con una storia tutta da raccontare.

Alcune sono dedicate a personaggi locali, come l’Istituto Professionale e Tecnico “Pietro Andriano” di Castelnuovo Don Bosco, paese che diede i natali al santo sociale dei giovani, San Giovanni Bosco, conosciuto per le sue straordinarie opere salesiane. Il borgo è ricco di personaggi che hanno lasciato un segno indelebile, ancora oggi testimone di progetti realizzati rilevanti per la cultura, la storia e l’economia locale. Uno di loro fu proprio Pietro Andriano (1903-1987), che, per più di 40 anni, svolse la professione di veterinario, ricoprendo, inoltre, per 15 anni, dal 1965 al 1980, il ruolo di Presidente della Provincia di Asti. Un uomo molto attento al territorio, in particolare nell’ambito agricolo, e alle priorità di un periodo storico in piena evoluzione. Sempre ligio al dovere, in un’epoca in cui i mezzi di trasporto erano scarsi o inesistenti. Il dottor Andriano, sempre disponibile, utilizzava il cavallo per spostarsi tra le cascine isolate della zona. Per lui non importava se doveva lavorare di giorno o di notte, con la pioggia, la grandine, la nebbia o la neve; l’importante era salvare l’animale che aveva bisogno delle sue competenze professionali. Un protagonista della vita castelnovese e dei dintorni che portò benessere, attraverso numerosi progetti, da lui stesso ideati.

Primo fra tutti, l’apertura, nel 1932, a Castelnuovo Don Bosco, del centro di fecondazione artificiale assistita di razza bovina piemontese, che stava per estinguersi. Nello stesso ambito, il veterinario pose le basi per valorizzare la donna nel lavoro agricolo. Altra data fondamentale per la Terra dei Santi, fu il 1957, anno in cui fu aperta la Cantina Sociale del “Freisa” (oggi Cantina Sociale “Terre dei Santi”), con la nomina di Andriano in veste di amministratore. Uno spartiacque che rese finalmente possibile il conferimento delle uve da parte dei viticoltori. Pietro Andriano ottenne, nel tempo, sempre più fiducia da parte dei suoi concittadini. In veste di membro del Comitato di Gestione dell’Usl numero 30 di Chieri, lavorò molto, portando a Castelnuovo Don Bosco un centro sociosanitario con guardia medica, Croce Rossa Italiana, ambulatori di veterinaria e micologia, sede dell’Usl ecc, all’interno dei locali della Casa di soggiorno “San Giuseppe” di via Aldo Moro. Tra le numerose iniziative, ottenne, inoltre, la realizzazione a Riva presso Chieri di uno stabilimento dell’Aspera Frigo (Ex Embraco) di Torino. Un piano fortemente voluto da Andriano stesso per costruire un tessuto industriale sul territorio, garantire lavoro ai residenti e ridurre lo spopolamento delle campagne.

Divenne una figura di riferimento, un esempio di uomo impegnato, caparbio, volto a ottenere traguardi per la terra natale. Durante il mandato alla guida della presidenza provinciale di Asti, il veterinario studiò a fondo il tessuto socioeconomico, riuscendo a comprendere le due esigenze principali. Da una parte, la mancanza nel comprensorio castelnovese di una scuola superiore in grado di formare le giovani generazioni senza doversi spostare ad Asti o a Torino e, dall’altra, la possibilità di soddisfare la carenza di personale specializzato per l’industria locale. Così, grazie all’intervento del corpo dirigenziale e del presidente Canonica dell’Aspera Frigo si raggiunse un fondamentale accordo.

Pietro Andriano pose le basi per la realizzazione di una scuola superiore tecnica a Castelnuovo con l’acquisto, da parte dei vertici aziendali, dell’ex istituto salesiano nel centro storico della Terra dei Santi. Nel 1969 l’inaugurazione ufficiale della struttura scolastica autonoma che, negli anni successivi per la politica degli accorpamenti, è diventata parte dell’Istituto Professionale “Castigliano” di Asti, oggi diretto dalla dirigente Martina Gado. All’epoca dell’apertura, fu, inoltre, organizzato un servizio privato di pullman per garantire ai ragazzi di paesi vicini di raggiungere la scuola con maggiore facilità. Il complesso castelnovese, intitolato nel 1987 a Pietro Andriano, è il fiore all’occhiello dell’Alto Astigiano e di tutto il comprensorio, con progetti di qualità che guardano sempre più al futuro, nuovi indirizzi all’avanguardia e un piano di studi in grado di dare competenze facilmente spendibili sul mercato del lavoro. Pietro Andriano fu capostipite di piani importanti per la sua Castelnuovo Don Bosco. Progetti che il paese ha mantenuto intatti per ricordare una figura storica, incancellabile nella memoria degli abitanti. Con l’aumento degli studenti all’istituto della Terra dei Santi, i locali divennero sempre più inadeguati. Andriano s’impegnò a trovare una soluzione alternativa, lavorando duramente per poter raggiungere l’ambito obiettivo. Dopo tanti anni, la nuova e attuale sede fu inaugurata nel 2006 in via San Giovanni.

Silvio Manello, responsabile dal 2003, anche lui studente nel periodo 1975-1980, docente di laboratorio elettrotecnico ed ex sindaco di Buttigliera d’Asti, ricorda con un filo di commozione i tempi passati tra le aule e l’impegno profuso da Pietro Andriano per la costruzione della scuola. “Sono orgoglioso – spiega il coordinatore – di essere un ex studente, di coordinare l’istituto che porta il nome di Pietro Andriano, tra i pilastri del territorio, anticipatore dei tempi con una mente aperta al futuro. Ricordo come fosse oggi, gli anni passati tra i banchi di via Argentero, durante inverni rigidi con un freddo pungente che penetrava nelle ossa. La scuola era sempre al gelo; all’epoca la caldaia era a nafta. Davvero altri tempi. Gli anni sono volati via. Oggi posso dire di essere contento di aver lavorato per un istituto (con all’attivo circa 400 studenti e 70 docenti del territorio altamente specializzati, impegnati a dare il meglio) che guarda ai nuovi orizzonti professionali. Sempre all’avanguardia, grazie al contatto diretto con le aziende (circa 100), con cui ogni anno intraprendiamo progetti di alternanza scuola-lavoro”.

Manello sottolinea: “Sono fiero: i nostri ex allievi riescono a immettersi molto velocemente nel mondo del lavoro con un piano di studi completo e di tutto rispetto. Il valore umano per noi è essenziale. Molti sono i progetti in corso e altri futuri in partenza dal prossimo anno 2024-2025, come per esempio, il piano Erasmus per la mobilità di studenti e di professori, il corso di lingua italiana per alunni stranieri con i fondi raccolti dalla Fondazione Comunità Chierese, l’arrivo di una nuova attrezzatura di stampa digitale e la collaborazione con l’ente Progetto Marconi per le applicazioni informatiche”. A oggi, l’istituto scolastico offre i corsi di: manutenzione e assistenza tecnica (termico, meccanico, elettrico); informatica e telecomunicazioni; servizi per la sanità e l’assistenza sociale (circa 100 studentesse). “Pietro Andriano – conclude Silvio Manello – sarebbe felice di osservare come la scuola si è evoluta da quel lontano 1969. Ha avuto coraggio, ha saputo trovare un’idea vincente e divenuta, nel tempo, un’eccellenza per tutto il territorio”.

Marina Rissone