Cocconato e i suoi presepi: le antiche tradizioni del Natale fotogallery

Qualcuno sostiene che Babbo Natale esiste davvero: non è un omino paffuto, barbuto e vestito di rosso, ma uno spirito, lo spirito del Natale, quella magica atmosfera che pervade ogni cosa e che inonda i nostri cuori di pensieri gentili e buoni propositi. Grazie a lui tutti si sentono più buoni, sentono la necessità di donare qualcosa e di augurare il meglio ai propri cari. E si accendono le luci, si addobbano alberi, si allestiscono presepi, si preparano i dolci della tradizione.

A Cocconato è particolarmente sentita la tradizione dei presepi. Cittadini, attività commerciali, associazioni si cimentano ogni anno in opere che stupiscono per la fantasia e il senso artistico con cui vengono realizzate.
Venerdì 8 dicembre sindaco, vice sindaca e alcuni consiglieri hanno partecipato all’accensione delle luci natalizie con vin brulè, zabaione e cioccolata calda, dando così il via alla tradizionale manifestazione “Il borgo e suoi presepi” che dal 2014 anima le vie del paese nel periodo di Natale.
Fino al 6 gennaio vetrine, davanzali, porticati di uno dei Borghi più belli d’Italia sono impreziositi da opere presepistiche di diversa foggia, da quelle più tradizionali ad originalissime realizzazioni fatte con l’impiego dei materiali più disparati come pasta, ghiande, cannucce di carta di quotidiano, nocciole e lana.

Nella chiesa di Santa Caterina è possibile visitare il particolarissimo presepe di Adriana Gandini con oltre 500 figuranti realizzati all’uncinetto. Lungo la scalinata fino al sagrato della Chiesa Parrocchiale i Babacci, personaggi a grandezza naturale come il salumiere, il fabbro, il falegname, conducono alla capanna della Natività. Sotto i portici del Municipio è possibile ammirare i presepi su tela, dipinti da artisti locali e del territorio. Nel salone comunale di Via Rosignano i maestri presepisti dell’Associazione ATP (Artigiani del Presepe di Torino) espongono le loro opere artigianali: Antonella Armosino, Ferrando e Roccatello con “Intrigo di Radici”, Paolo Scalambro con “Diorami”, Luigi Gazzola con “Episodi”, Massimo Pichela con “Maternità/Paternità”, Chiara e Stefano con “Il trionfo della vita”. Presente anche la mostra fotografica “Luci di Natale”. Il salone è aperto nei giorni prefestivi ore 14.30-18.00 e nei festivi ore 11.00-12.30 e 14.30-18.00.

Dal 2016 l’associazione Oro Incenso e Mirra ha esteso l’esperienza presepistica anche ad alcuni paesi circostanti. Ad oggi fanno parte del circuito altri 11 paesi oltre a Cocconato: Aramengo, Camerano Casasco, Castagnole Lanze, Castagnole Monferrato, Frinco, Grana, Isola d’Asti, Monale, Montegrosso d’Asti, Passerano Marmorito e San Damiano.
Come molti sanno il Natale non è una festa solo cattolica. Tutti i popoli di tutte le latitudini, da tempi immemorabili celebrano la rinascita della luce. Lo fanno secondo le loro credenze, i loro dèi, le loro tradizioni. Ma tutte con un filo comune: la divinità che nasce e la luce che trionfa sulle tenebre.

Il Natale coincide con il Solstizio d’Inverno, che è la giornata più corta dell’anno e segna il passaggio alla stagione invernale. Una stagione che già nasconde dentro di sé i semi di rinascita della primavera: inizia infatti il periodo in cui le ore di luce ricominciano ad aumentare a discapito del buio. Con l’aumento progressivo delle ore di luce, la natura si prepara al risveglio. Per i popoli antichi e le tradizioni contadine, l’appuntamento rappresentava la vittoria del Sole sulle tenebre.

I Celti, ad esempio, celebravano la festa di Yule (dal 21 dicembre al 1 gennaio), che inneggiava alla gioia per il ritorno della vita. L’albero di Yule è diventato il nostro albero di Natale. L’albero sempreverde, che mantiene le sue foglie tutto l’anno, è un simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l’oscurità dell’inverno. Gli antichi Romani festeggiavano, nei giorni precedenti e successivi al 21 dicembre, il Sol Invictus, un tributo alla rinascita del Sole. Lo scambio di doni pare derivare dai Saturnali romani, durante i quali era consuetudine regalare ad amici e parenti oggetti, libri, giochi, animali ed altri pensierini. Il 24-25 dicembre in Egitto si celebrava con una grande festa la nascita di Horus, il Dio Sole Bambino.

La Chiesa cattolica fa risalire la nascita di Gesù al 25 dicembre solo nel IV secolo d.C., sovrapponendosi al culto di Mithra e sostituendo la figura di Cristo a quella del Sol Invictus.
Il nostro Natale è dunque ben più antico di 2023 anni, affonda le radici in tradizioni millenarie da cui ha assorbito i significati. Può risultare interessante, accanto alla frenesia dei regali, delle luci, degli addobbi, riservare anche un po’ di attenzione alle valenze più profonde di questa festa in modo tale da vivere con un po’ più di consapevolezza questo magico momento.

Daniela Laganà