Infortuni sul lavoro, parola alle associazioni di categoria

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Prosegue in terza Commissione il percorso dell’indagine conoscitiva sugli incidenti sul lavoro e il miglioramento della cultura della sicurezza. Nella seduta odierna, presieduta da Claudio Leone, sono stati auditi i rappresentanti delle associazioni di categoria più rappresentative.

Per Gianluca Sala (Confcommercio Piemonte) “le attuali norme sulla sicurezza sui posti di lavoro sono pensate per la grande industria, le piccole imprese non hanno risorse sufficienti per attuare una normativa molto complessa. Perciò chiediamo norme calibrate a seconda della dimensione, per evitare che il rispetto delle norme sia un mero adempimento. Infine, ricordiamo che la maggior parte dei paesi del nord Europa finanzia direttamente la formazione sulla sicurezza, da noi è a carico dell’impresa”.
Stefano Quadro (Confcooperative Piemonte) ha ricordato che “per noi i lavoratori sono anche soci, ragione in più per tutelare la loro sicurezza e la loro salute. Nelle nostre associate non abbiamo avuto gravi incidenti sul luogo di lavoro, ne abbiamo invece in itinere, cioè nello spostamento da o verso la sede”.

“L’agricoltura è uno dei settori più pericolosi – ha spiegato Marco Boggetti (Confagricoltura Piemonte) – per questo siamo molto attenti al tema della sicurezza. Oltre alla formazione nelle imprese, abbiamo scelto di concentrarci sulle scuole dove, nelle classi dell’ultimo anno delle superiori, facciamo molti incontri di sensibilizzazione sul tema. Registriamo che molti incidenti sono legati alle tipologie di contratto: si stanno esternalizzando alcune attività e questi contratti spesso non sono fatti con tutti i crismi e viene trascurata proprio la formazione dei dipendenti”.
“Pensiamo possa essere utile un ‘corpo intermedio’ partecipativo che coinvolga tutte le aziende del territorio – è stata la proposta di Roberta Chianese (Confartigianato Piemonte) – già oggi facciamo oltre trecento visite all’anno nelle nostre imprese e riscontriamo continuamente che la cultura della sicurezza è ancora poco diffusa nel nostro mondo, viene vissuta come un balzello burocratico e chi possiede le valutazioni dei rischi non le comprende appieno e non le applica”.

“Anche in Legacoop Piemonte la cultura della sicurezza del lavoratore, che è anche socio, è fondamentale – ha spiegato Gabriele Gasperin – promuoviamo continuamente la cultura della sicurezza e della prevenzione. A Biella siamo parte di un tavolo interassociativo sul tema e utilizziamo gli osservatori e i centri studi dislocati nella regione per riuscire a identificare i temi rilevanti”.

“In Coldiretti Piemonte cerchiamo un coinvolgimento maggiore dei lavoratori oltre i corsi obbligatori, per aumentare consapevolezza sui rischi – ha sottolineato Claudia Lerda – ci stiamo concentrando molto sul corretto uso dei dispositivi di protezione individuale (Dpi) che vengono consegnati ma spesso non utilizzati correttamente. Da un anno abbiamo attivato corsi sugli spazi confinati e predisposto pillole formative periodiche. Vista la presenza di personale straniero tra i nostri aderenti, i nostri corsi prevedono anche la presenza di interpreti”.

In conclusione Luigi Minicucci (Confesercenti Piemonte) ha evidenziato che “l’attuale decreto legislativo 81/2008 proviene dalla vecchia legge 626 del 1994, che era completa e all’avanguardia. Ma oggi il mondo del lavoro è andato avanti e si è diversificato. I nostri esercizi più a rischio sono i distributori di carburanti e il turismo, nel piccolo commercio gli infortuni sul posto del lavoro sono quasi assenti, più frequenti quelli in itinere”.
Durante la seduta sono intervenuti per approfondimenti i consiglieri Valter Marin (Lega), Alberto Avetta e Monica Canalis (Pd), Mauro Fava (Fi).

fonte immagine Depositphotos.com

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