“Il Consiglio regionale del Piemonte ripristini il progetto di Educazione sentimentale nelle Scuole piemontesi”

Riceviamo e pubblichiamo


In questi giorni sono tante le iniziative e le proposte per ricordare Giulia e tutte le donne vittime di violenza. La politica si interroga sull’inasprimento delle pene, sugli strumenti di prevenzione e si parla di iniziare dalle Scuole.

Nel 2017 il Consiglio regionale del Piemonte insieme alla Consulta Giovani aveva promosso un ciclo di conferenze di “Educazione sentimentale” nelle Scuole del Piemonte per insegnare ai ragazzi come riconoscere le proprie fragilità, in modo da potere poi anche avvertire quelle altrui.
Come Consiglieri regionali eravamo convinti che l’educazione sentimentale potesse essere uno dei modi per provare a contrastare la barbarie che a volte ci circonda, e uno sforzo per rendere in qualche modo più solida la comunità piemontese.

L’ideazione del progetto dell’Educazione sentimentale nelle Scuole superiori piemontesi, innovativa nel panorama nazionale, aveva portato le classi a riflettere su relazioni, coppie, incontri e separazioni, anche in ottica di prevenzione dei fenomeni di violenza fisica e psicologica.
L’intento era quello di instaurare, attraverso psicoterapeuti e altri professionisti esperti, un dialogo continuativo e dinamico con i ragazzi, cercando di stimolare una nuova maturità per affrontare le questioni nodali della contemporaneità in campo sentimentale.

Il progetto era nato a seguito di studi e ricerche da cui emergeva che quella che avevamo di fronte era una generazione apparentemente felice ma bastava approfondire un po’ la questione per scoprire che, in realtà, avevamo a che fare con una generazione sull’orlo della più grave emergenza di salute psicologica giovanile da decenni a questa parte. Anche se in superficie va tutto bene, anche se all’apparenza la loro vita è piena di amici, relazioni e interazioni, questi ragazzi si rivelano delle vere e proprie solitudini comunicanti, in preda a un sostanziale analfabetismo emotivo e relazionale. In questo senso, l’educazione sentimentale si rivela un momento necessario per provare a contenere o addirittura rimuovere quella che va considerata a tutti gli effetti come un’emergenza sociale.

Spiace che questa iniziativa non sia più stata portata avanti dal Consiglio regionale del Piemonte e mi auguro che possa essere ripresa anche a livello nazionale per non dover più piangere altre donne vittime di chi diceva di amarle.

Angela Motta – Presidente provinciale Italia Viva