Celebrazione del IV Novembre ad Antignano: il messaggio del sindaco Alessandro Civardi

Domenica 5 novembre ad Antignano si è svolta la cerimonia della commemorazione dei Caduti del paese in tutte le guerre. Il sindaco Alessandro Civardi ha rivolto un sincero ringraziamento a tutti i presenti, in particolare all’associazione Combattenti, all’Associazione Nazionale Familiari Caduti e Dispersi in Guerra sez. di Asti, all’associazione Alpini, all’associazione Carabinieri, ai militari in congedo, a tutti i gruppi di volontariato operanti sul territorio comunale e al parroco Don Pierino.

Queste le parole del sindaco che rivolge un messaggio accorato di preoccupazione e di speranza :
“ Le Forze Armate, nella nostra Repubblica. hanno il compito delicato della sicurezza interna e la ricerca della pace a livello internazionale con la loro capacità di rinnovarsi e di immettere nuovi strumenti e norme nella tradizione di prestigio che le ha sempre contraddistinte.
Ogni nome di soldato antignanese caduto che viene letto sulla lapide del monumento, ciascuno rappresentato dalle spoglie del Milite ignoto all’Altare della Patria, racconta un frammento della nostra storia collettiva.
Vite spezzate, sacrificate.
Giovani che non hanno avuto il dono di vivere il futuro che avevano sognato.
Genitori che li hanno pianti, mogli e figli che hanno atteso invano sposi e padri che non sarebbero mai tornati alle loro case.
Quei sacrifici non sono stati vani.
Ci siamo abituati alla pace.
L’Europa unita è stata per settant’anni l’antidoto più forte a egoismi e nazionalismi.
Diverse generazioni sono nate e cresciute in un Continente che sembrava aver cancellato non soltanto la parola guerra ma persino la sua memoria.
Poi improvvisamente la guerra – la tragedia della guerra – è riapparsa nel nostro Continente ed è accaduto a causa della sciagurata e inaccettabile aggressione che la Federazione russa ha portato contro l’Ucraina e il suo popolo nel mese di febbraio del 2022 e ancora in atto.
Di recente, l’attacco portato da Hamas a Israele a partire dalla Striscia di Gaza è cominciato nella mattinata di sabato 7 ottobre scorso e si è ormai trasformato in un conflitto aperto in varie zone della Palestina e di Israele con pericolosi coinvolgimenti nell’area mediorientale.
Citando notizie provenienti da organi sanitari preposti, il conflitto tra Hamas e Israele, ha procurato dall’inizio delle ostilità 10.000 morti tra cui 3648 bambini e circa 50.000 feriti.
Eppure, lontano dalle notizie dei telegiornali, conflitti e tragedie umanitarie non hanno mai cessato d’infiammare alcune parti del pianeta, con decine di guerre nel mondo. Attualmente se ne contano 59 che continuano a uccidere e affamare milioni di persone.
L’incubo di scenari di ulteriori allargamenti dei conflitti in atto con l’utilizzo di armamenti non convenzionali che sembravano inimmaginabili fino a poco tempo fa potrebbe prendere forza e rendere ancora più instabili gli equilibri già precari tra le grandi potenze mondiali.
La pace continua a gridare la sua urgenza.
Una pace giusta, fondata sul rispetto del diritto internazionale, sulla libertà e la libera determinazione dei popoli. Perché non vogliamo e non possiamo abituarci alla guerra.
A tale proposito voglio concludere con una frase di papa Francesco in favore della pace:“Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo.”