Uniti si può e Ambiente Asti: “Da città delle Cento Torri a città dei tremila bidoni dell’immondizia”

Più informazioni su

Riceviamo e pubblichiamo


I cittadini di San Fedele saranno le prime vittime della raccolta verticale, ora chiamata anche raccolta di prossimità, che consiste comunque in una reintroduzione della raccolta dei rifiuti tramite cassonetti raggruppati in isole ecologiche. Asti, dal 2004, appena iniziata la raccolta differenziata, non si schioda dal 65% di differenziazione dei rifiuti. Un dato che nel 2004 ci faceva essere tra i primi comuni più riciclatori d’Italia, ma che oggi vale il terzultimo posto fra i capoluogo di provincia del Piemonte con distanze siderali da chi ci precede poiché nel frattempo gli altri hanno fatto passi da gigante. E mentre diversi comuni procedono col porta a porta spinto e puntuale, toccando quote di differenziazione di oltre 80%, i nostri amministratori scelgono la via del regresso. Fosse almeno conveniente, ma in questo regresso si investono 6 milioni di euro, alla faccia della diminuzione delle tariffe che avverrà “forse” e “chissà quando”.

Ieri sera a San Fedele c’erano il Patron di Asp, l’Assessore all’ambiente e il Consigliere Delegato, supervisionati dal Sindaco e coadiuvati da un’agenzia di comunicazione esterna, Achab. Tutti insieme hanno provato a raccontare la loro versione di come sarà la nuova raccolta, ma incalzati dalle domande di un pubblico attento e preparato, non sono riusciti a nascondere gli enormi controsensi che stanno dietro a questa operazione.

Come si può affermare che andremo verso una tariffazione puntuale se i cassonetti rilevano solo il numero degli accessi ma non sono in grado di valutare chi conferisce cosa e in quale misura?
Come si garantirà che nei vari cassonetti vengano conferiti rifiuti corretti?
Come si può sostenere che la qualità della differenziata aumenterà se i cittadini, prima vincolati al bidone condominiale o familiare, ora potranno conferire in qualsiasi bidone della città?
E ancora, come evitare che le isole ecologiche diventino discariche a cielo aperto se l’esperienza di Torino, in cui è già stato adottato questo metodo, ci racconta di abbandoni frequenti e sistematici??
Non vale certo l’adagio del consigliere delegato, “che tanto va già così” col sistema attuale, perché gli abbandoni laterali in questo tipo di raccolta sono comprovati da dati e articoli di giornale.

Come si fa a dire che ne gioverà la nostra vocazione turistica poiché ai turisti verrà risparmiata la sgradevole vista dei sacchetti esposti per qualche ora, mentre stanno per disseminare la città con circa 600 isole ecologiche da cinque bidoni l’una??
Come si fa a sentir dire che i bidoni dell’indifferenziata non puzzano?
Come si può negare che la popolazione più anziana avrà grandi difficoltà e disagi?

Potrebbe essere utile chiedere un parere proprio all’agenzia di comunicazione Achab, incaricata appositamente di far capire agli astigiani come dovranno gettare l’immondizia tramite affidamento diretto urgente da Asp nel dicembre 2022 per un compenso di 58.000 euro circa iva esclusa, che da anni collabora con la torinese Amiat da cui stiamo prendendo ispirazione. Bisognerebbe farsi raccontare, da loro che lo hanno “comunicato” ai torinesi, come le isole ecologiche che stiamo per installare abbiano creato vere e proprie discariche a cielo aperto in mezzo a Torino e di come il Sindaco Lo Russo dapprima abbia fatto un braccio di ferro con Amiat, denuncia di a più riprese la sporcizia della città, quindi abbia deciso di svoltare con un sistema porta a porta. Asti, che col porta a porta era già ben avviata, grazie a questa Amministrazione e questa gestione di Asp, torna indietro.

Noi lo diciamo dal primo giorno e continuiamo a ripeterlo: con questo nuovo modello non diminuiranno i costi in bolletta, non avremo una città più ordinata, non aumenterà la percentuale di differenziazione e non ci saranno benefici ambientali.

Questo modello viene introdotto esclusivamente per aumentare i guadagni di Comune e Socio Privato di Asp attraverso la diminuzione dei costi del personale e l’omologazione agli standard torinesi usufruendo della stessa piattaforma di forniture e servizi. A farne le spese i cittadini, l’ambiente, la qualità della raccolta differenziata e infine un certo numero di posti di lavoro sul territorio astigiano: gli operatori in esubero dal porta a porta, infatti, oggi saranno impiegati altrove, ma una volta pensionati non verranno sostituiti.

Asti, 5/10/23

Uniti si può e Ambiente Asti
Bosia – Malandrone – Briccarello

Più informazioni su