I deputati Coppo e Giaccone sulla proposta di legge a difesa della zootecnia piemontese: “Punto di partenza per aprire un tavolo con il Ministero”

Coldiretti, Anaborapi e Coalvi hanno presentato ai parlamentari piemontesi un Disegno di Legge sull’etichettatura d’origine della carne, anche macinata, impiegata nella ristorazione, durante il momento di confronto a cui hanno preso parte anche i deputati astigiani Marcello Coppo, di Fratelli d’Italia, e Andrea Giaccone, della Lega. L’incontro si è svolto venerdì 20 ottobre presso la Casa della Piemontese a Carrù come momento di confronto al fine di approfondire la situazione del comparto zootecnico della razza piemontese.

“Bisogna prendere atto della profonda crisi del comparto – spiega Andrea Giaccone – aggravata dall’aumento dei costi di produzione e dalle crescenti difficoltà di mercato. Si tratta di tutelare più di 4 mila aziende con oltre 10000 addetti del settore che operano sul territorio piemontese, per questo è quanto mai necessaria la tutela della Razza Bovina Fassone Piemonte per l’equilibrio economico della produzione alimentare e la manutenzione del territorio”. Conclude Marcello Coppo: “Coldiretti ha condiviso con noi la loro proposta di legge che sarà presa come punto di partenza per aprire un tavolo con il Ministero dell’agricoltura sulla via normativa e amministrativa migliore per raggiungere l’obiettivo di promuovere questo ottimo prodotto”.

La situazione del comparto e la necessità di una etichettatura d’origine della carne di Razza Piemontese nella ristorazione.

“Sono diversi i fattori che stanno incidendo negativamente sulla razza bovina Piemontese: dal basso prezzo riconosciuto agli allevatori al mercato sempre più ristretto, dallo strapotere dei macellatori all’aumento dei costi di produzione fino alla divisione interna tra i produttori stessi. Per cercare di salvare un comparto che conta 310 mila capi, più di 4 mila aziende, oltre 10 mila addetti nel settore, con una elevatissima percentuale di giovani allevatori, ed un fatturato di quasi 400 milioni di euro, abbiamo presentato una proposta di Legge che auspichiamo possa seguire un breve iter per essere messa in pratica. – spiega Bruno Mecca Cici, vice presidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla zootecnia – Avere l’etichettatura d’origine obbligatoria nella ristorazione significa far compiere al consumatore una scelta consapevole, garantire tracciabilità affinché la carne servita nel canale Ho.Re.Ca. venga obbligatoriamente identificata e valorizzare una carne che vanta eccelse proprietà organolettiche: è altamente digeribile, magra ed è tra le razze storiche più famose ma viene poco riconosciuta oltre i confini del Piemonte.”

Andrea Rabino, presidente di Anaborapi, afferma: “Nonostante le aziende che allevano la Piemontese presentino un elevato grado di auto-approvvigionamento degli alimenti per il bestiame, i recenti aumenti dei costi di produzione stanno veramente mettendo in crisi le nostre aziende: agli accresciuti costi non ha fatto riscontro un adeguato aumento dei prezzi degli animali da ristallo e di quelli da macello. Nel 2022 rispetto al 2021 il libro genealogico tenuto da Anaborapi ha registrato un calo di circa 4.000 fattrici, cioè il 3,8% del totale, sarebbe grave se questo trend dovesse proseguire. Sono sicuro che un’iniziativa per certificare il prodotto fino alla ristorazione permetterebbe un rilancio della nostra produzione ed in particolare permetterebbe di valorizzare la nostra carne anche in quelle zone d’Italia ove è ancora poco conosciuta.”

Guido Groppo, presidente del Coalvi, commenta: “I pasti consumati fuori casa superano il 50% del totale. Questo significa che le battaglie vinte sull’etichettatura delle carni bovine al dettaglio ed in GDO, all’inizio degli anni 2000, vengono ridotte di importanza proprio a causa di questo spostamento delle abitudini alimentari. E’ importante intervenire sul canale HoReCa anche a tutela delle produzioni italiane, troppo spesso vantate da questi operatori senza alcuna garanzia o certificazione. Infatti, ad oggi non vi è alcuna normativa in Italia che preveda l’obbligo di fornire le informazioni sull’origine della carne bovina consumata presso la ristorazione collettiva o privata. Tutto ciò a fronte di una crescente attenzione del cliente, sempre secondo tali indagini, all’origine dei prodotti consumati al ristorante. L’etichettatura delle carni nelle macellerie è stata uno strumento fortemente innovativo e trasparente ha fornito al consumatore, al momento dell’acquisto, le giuste informazioni per una scelta consapevole. Oltre ai disciplinari di etichettatura, in Italia la carne bovina di Razza Piemontese ha a disposizione anche altri strumenti di certificazione e etichettatura: ne sono un esempio il Sistemi di Qualità Nazionale Fassone di Razza Piemontese e l’IGP Vitelloni Piemontesi della coscia. Al fine di completare la valorizzazione della carne prodotta in Italia con sistemi di qualità riconosciuti in Europa, si rende dunque necessario assumere provvedimenti normativi che introducano l’etichettatura delle carni nel canale HoReCa, a tutela del consumatore e di tutti gli operatori della filiera delle carni”.