Al seminario di Asti venerdì la conferenza-concerto su Bach, Haendel e Scarlatti, i tre giganti della musica barocca

La musica classica raccontata e non solo suonata: per chi voglia avvicinarsi a questo genere e trascorrere una serata diversa, venerdì 27 ottobre, alle ore 21, presso il Seminario di Asti, si terrà una conferenza-concerto su Bach, Haendel e Scarlatti.
In comune hanno solo l’anno di nascita, 1685, hanno rivoluzionato la musica barocca, pur avendo personalità molto distanti.

Bach era un uomo dalla vita ordinaria, noiosa, metodico, un padre di famiglia, ma era Bach, il padre della musica. La sua opera non è solo la “summa” di tutti gli stili dell’epoca, ma Bach crea nuove soluzioni, come nel Clavicembalo Ben Temperato, sviluppa al massimo la tecnica del contrappunto, e nelle Passioni sceglie di rappresentare la verità del dolore di un uomo, Gesù, trasfigurata in Dio.
Il Seicento è il secolo della rivoluzione scientifica e la musica di Bach è il suono di questa rivoluzione, tende all’infinito, un infinito, intricato intreccio di melodie e l’uomo si meraviglia di fronte a questa immensità. Qualcosa di simile deve aver provato Galileo, quando ha visto per la prima volta la miriade di stelle della Via Lattea. “Soli Deo Gloria”, così siglava ogni sua composizione, trovò nella fede la più alta fonte di ispirazione. A “genio e sregolatezza”, preferisce “genio e regola”, accettando incarichi anche poco stimolanti, pur di garantire entrate costanti alla sua famiglia e garantirsi una vita consacrata alla musica.

Haendel invece era il vero divo della musica barocca. “Bach il contadino, Haendel il signore vestito di velluto. Haendel avrebbe fatto qualunque cosa per colpire lo spettatore ed emozionarlo. “Fu il musicista della famiglia Reale inglese. Nei suoi Oratori, per la prima volta protagonista è il popolo, le persone che lottano per la propria libertà, rappresentante dal suono potente dei suoi grandiosi cori. Il suo linguaggio è esuberante, eroico e anticipa l’eroismo di Beethoven. Negli Oratori maturi, la fonte principale è l’Antico Testamento, lotte feroci, sangue, odi, invidie, tradimenti, personaggi straordinari, brillanti e contraddittori. Bach invece scelse il Nuovo Testamento e come personaggio principale e ideale Gesù, crocifisso per troppa bontà.

Domenico Scarlatti era un musicista napoletano, la sua rivoluzione consiste in 555 Sonate, composte per la sua allieva, l’Infanta di Portogallo e poi Regina di Spagna Maria Barbara. In questi brevi brani, è pioniere di tecniche tastieristiche nuove, arpeggi, incroci delle mani, ottave spezzate, percosse, doppie note. Crea sonorità inedite, fonde lo stile italiano con le sonorità spagnole, elaborando uno stile originalissimo e inimitabile. Prima di andare in Spagna, Scarlatti aveva composto fino a quel momento musica abbastanza ordinaria. Una volta arrivato a Siviglia, la Spagna lo travolge, con le melodie orientali del canto andaluso, i ritmi inebrianti delle nacchere e delle chitarre spagnole. Maria Barbara non era bella, aveva il volto sfigurato dal vaiolo, ma era sveglia e suonava il clavicembalo in modo eccezionale, la musica era tutta la sua vita, il gusto raffinatissimo dell’allieva avrebbe portato il compositore oltre i confini del suo tempo.

Relatrice e pianista Ernesta Aufiero. La conferenza sarà intervallata dall’esecuzione dei brani più significativi dei compositori.
L’ingresso è a offerta libera. È possibile prenotare al numero 3662551787, o all’indirizzo email ernesta.aufiero@gmail.com.
L’Antica Libreria Goggia metterà a disposizione e in vendita per l’evento il libro del noto iraniano pianista Ramin Barhrami, Nonno Bach.