Asti, i malati di Alzheimer a Villa Quaglina e il loro canto liberatorio

Un liberatorio “Azzurro” cantato insieme, da chi nonostante le fatiche e i dolori quotidiani riesce a far volare i pensieri, “Io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te, ma il treno dei desideri nei miei pensieri all’incontrario va”. Un canto tra le mura del centro di accoglienza, di un genere di luoghi che troppo spesso rimangono isolati e invece hanno bisogno di farli volare i pensieri, anche loro, come tutti.

Sono i malati di Alzheimer di Asti che hanno trascorso la Giornata mondiale dell’Alzheimer a Villa QuaglinaQUI tutti gli appuntamenti a Villa Quaglina dedicati alla Giornata, che continuano fino a sabato 23 settembre – ed è solo l’ultima tappa di un percorso che da anni porta i malati nel centro di accoglienza per attività e laboratori. Una storia che racconta di un centro per migranti aperto alla società, di commistioni e “scambi culturali” che arricchiscono tutti, i malati e i migranti, favorendo l’integrazione.

Ogni settimana, durante i mesi più miti, utenti e famiglie si ritrovano a Villa Quaglina (Strada Villa Quaglina 73, Asti, sulle colline del Torrazzo) per un laboratorio di attività motoria, che unisce mente e corpo, con una docente specializzata nello sviluppo motorio delle persone affette da malattie come l’Alzheimer. Poi, sempre ogni settimana, c’è il Caffè Alzheimer tra chiacchiere e momenti di svago con psicologi e educatori. Ma ci sono stati nel tempo anche attività di prevenzione con esercizi di memoria aperte a tutti, e laboratori digitali di stimolazione cognitiva, con computer e programmi dedicati.

“Dopo le attività non manca mai un caffè offerto e un momento insieme agli operatori di Villa Quaglina, ci sentiamo coccolati”, spiega Maria Teresa Pippione, presidente dell’associazione Alzheimer Asti. L’incontro con i migranti? “È un esperimento molto interessante condividere gli spazi con loro. Siamo tra di loro, quindi è capitato spesso di incrociarci, di avere rifugiati che si fermano con noi, abbiamo fatto attività di canto insieme. E la trovo una bella opportunità”, conclude.

“Per cooperativa ARGO e PIAM Onlus, per chi da 20 anni si occupa di accoglienza, è un’occasione di crescita, di apertura. Che passa, perché no, anche attraverso un “Azzurro”, un canto liberatorio insieme ai malati di Alzheimer. In un periodo storico in cui l’immigrazione è tornata al centro del dibattito pubblico ma si fatica a parlare di integrazione e trovare la strada della coesione sociale, è importante esserci, continuare a lavorare per quell’integrazione, tracciare nuove vie” commentano i referenti delle associazioni.