Lettere al direttore

“5000 euro per non finire nei Centri rimpatri”

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Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Mamadou Seck, Direttore Patronato INCA CGIL e Responsabile immigrazione.


Credo che siamo di fronte ad un governo che continua a produrre interventi impraticabili, senza senso, frutto dell’ideologia e della volontà di trattare il fenomeno dell’immigrazione come una mera questione di emergenza nazionale e di propaganda politica.

Davvero sembra una farsa la novità introdotta dal Governo ovvero gli immigrati arrivati in Italia via mare o via terra lungo la rotta balcanica, per evitare la permanenza nei CPR (Centri di permanenza per i rimpatri), devono pagare una fideiussione bancaria o assicurativa di 4.938 euro. Tale importo, dovrà essere versata dal richiedente asilo, in attesa dell’esito dell’iter della domanda di protezione e il pagamento sarà a carico suo individualmente.

Come ben si evince, all’interno del fenomeno delle migrazioni, le motivazioni sia politiche che economiche sono spesso sovrapposte.
Ed oggi, possiamo affermare che, dopo aver subito vessazioni, persecuzioni, violenze, incarcerazioni arbitrarie durante il viaggio, il richiedente asilo dovrà essere in possesso di risorse economiche, indicando l’esistenza di un idoneo alloggio , la disponibilità della somma occorrente per il rimpatrio, nonché comprovate disponibilità di mezzi di sussistenza minimi necessari, per non finire nei CPR.

Purtroppo, nessuno dei richiedenti asilo che fuggono dal Paese d’origine a causa di squilibri economici, persecuzioni, regimi autoritari, guerre, disastri naturali, cambiamenti climatici, povertà e fame, l’incremento delle disuguaglianze, può arrivare in Italia nelle condizioni che richiede il decreto, ovvero essere in possesso di un documento in corso di validità ed avere a disposizione risorse economiche per poter stipulare una fideiussione bancaria o assicurativa.

Questa novità dimostra, ancora una volta, l’idea repressiva che il governo ha per quanto riguarda il fenomeno dell’immigrazione. Continua a vedere gli immigrati come forza lavoro, fonti economiche, calpestando i loro diritti fino a mettere a rischio i principi generali del diritto internazionale, europeo e nazionale in materia di responsabilità degli Stati e di rispetto dei diritti fondamentali delle persone richiedenti asilo.
Credo che non si possa più continuare a pensare l’immigrazione come una crisi o un’emergenza ma che si debba trattarla per ciò che è: un fenomeno strutturale che deve essere governato seriamente mettendone in evidenza i lati positivi.
Per questi motivi, ritengo molto grave ed inaccettabile la decisione del governo di introdurre tale trattamento illegittimo al richiedente asilo.

Mamadou Seck Direttore Patronato INCA CGIL e Responsabile immigrazione

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