“Salviamo il grano italiano”: partita la petizione nazionale della Cia

Nell'Astigiano si coltivano 18 mila ettari di cereali

E’ stata lanciata dalla Cia, Confederazione italiana agricoltori,  una raccolta firme a tutela e valorizzazione del cereale e della pasta Made in Italy, per dire no alle speculazioni commerciali e agli inganni, alle importazioni incontrollate dall’estero e al falso grano straniero spacciato per italiano. Un’azione necessaria, secondo la Cia, a contrasto delle principali cause della crisi che sta investendo le aziende del settore, tra crollo vertiginoso del valore riconosciuto al grano duro italiano e insostenibili costi di produzione.

Il grano duro è la prima coltura tricolore. L’Italia è in cima alla classifica europea per produzione e un podio sotto a livello mondiale. Eppure, nonostante la sua vocazione, resta anche il secondo Paese importatore al mondo, dove i grani esteri, a differenza di quelli italiani, seguono standard qualitativi, di salubrità e costi di produzione molto più bassi, fino a determinare, cosa ancora peggiore, il prezzo del cereale simbolo del Made in Italy. Nell’Astigiano sono poco più di 18mila gli ettari coltivati a cereali, di questi circa 8000 sono di grano tenero e 7400 di mais.

Nello specifico, attraverso la petizione, Cia chiede al governo: il riconoscimento dei costi medi di produzione ai cerealicoltori e maggiori controlli sull’etichettatura, l’istituzione della CUN (Commissione Unica Nazionale) del grano duro per una maggiore trasparenza dei prezzi, il potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria, oltre all’avvio immediato del Registro Telematico dei Cereali.

“Per Cia, la situazione è sempre più inaccettabile e uno schiaffo sonoro all’agricoltura italiana. Serve da parte delle istituzioni ogni azione possibile per il monitoraggio, la trasparenza e la tutela della qualità e delle quantità di grano nazionale, utilizzato per la pasta e il pane che gli italiani consumano ogni giorno. Ma occorre anche dare forza, come agricoltori e cittadini, all’azione del governo per difendere il cibo italiano e salvaguardare la sovranità alimentare, affinché una pasta 100% Made in Italy sia veramente tale, senza possibilità di inganno per i consumatori”.

E’ possibile firmare la petizione sulla piattaforma change.org (https://chng.it/zVC8sWyT75).