Domenica al Castello di Belveglio “Fiumi di note”, il concerto della pianista Ernesta Aufiero

Domenica prossima, 7 maggio, alle ore 16,30, si terrà presso il Castello di Belveglio il concerto della pianista Ernesta Aufiero, dal titolo “Fiumi di note”, concerto di apertura della stagione concertistica organizzata dall’Ente Concerti Castello di Belveglio, presieduto dalla Prof.ssa Marlaena Kessick, flautista, ex docente presso il Conservatorio di Milano, compositrice e direttrice d’orchestra.

Il programma spazia dal Settecento al Novecento, da Bach a Debussy.
Il Preludio n.1 di Bach, dal primo dei due volumi del Clavicembalo Ben Temperato, opera imponente e caposaldo della letteratura pianistica, è un brano dalla struttura molto semplice, che ha quasi il carattere di un’ improvvisazione, sembra un accompagnamento arpeggiato, in realtà non lo è, anzi racchiude in sé un’ inspiegabile magia.

Contemporaneo o meglio coetaneo di Bach, Domenico Scarlatti compose circa 600 Sonate per clavicembalo e fortepiano. In questi brevi brani, si dimostrò pioniere di tecniche nuove per i suoi tempi, come arpeggi, note ribattute, incroci delle mani, ottave spezzate e percosse, doppie note. La sua opera cembalistica, più di quella teatrale, è la maggiore eredità del musicista napoletano, e ciò è anche dimostrato dal peso ad essa attribuito dalla tradizione didattica.

Gli Improvvisi di Schubert sono brevi composizioni, che scrisse nell’ ultimo periodo della sua vita. Sono brani singolari, in cui il pianoforte esprime in maniera sintetica e con poche pennellate una sensazione, uno stato d’animo o un pensiero fugace, di gioia o tristezza. I fautori dell’estetica romantica hanno sostenuto che l’espressione artistica più vera è quella concepita nella forma essenziale quasi di getto, definita dal filosofo Schlegel “esplosione dello spirito”. Sono composizioni libere da ogni condizionamento letterario e non hanno alcuna pretesa descrittiva. Schubert, musicista lirico più degli altri esprime negli Improvvisi una straordinaria fantasia creatrice.

Il Notturno Op 48 n 1 di Chopin, dal carattere estremamente drammatico, è particolarmente originale anche nella forma, in quanto è una sintesi di marcia, corale e scrittura sinfonista. I Notturni sono la quintessenza dello chopinismo e la più autentica manifestazione creatrice del musicista romantico per antonomasia.
Lo Studio Op 25 n 1 di Chopin, definito l’arpa eolia, da una celeberrima recensione schimanniana, fa parte della seconda serie di studi del compositore polacco, brani dedicati a sviluppare ciascuno un particolare problema tecnico, pagine chiave nella storia del linguaggio pianistico, come il Clavicembalo Bachiano, sono il massimo esempio di una didattica trasfigurata in valori musicali assoluti.

La Ballata Op 52 n 4, opera di tale elevatezza e intensità, da sfuggire alla possibilità di comprensione dei contemporanei. È un compendio di tutti gli stili e i generi trattati da Chopin in tutta la sua carriera compositiva, troviamo Variazioni, Sonata, Notturno e Barcarola. Qui il dramma è espresso solo con mezzi sonori, senza testo e senza parole. Sconvolgente il finale, su cui è anche stato scritto un romanzo, Presto con fuoco, di Roberto Cotroneo, 5 accordi in estatica attesa introducono la conclusione, tragica, violenta, inaspettata e prepotentemente bella.
La Suite Pour le piano è un’opera inconsueta nel repertorio pianistico di Debussy. Nessuna indicazione letteraria o naturalistica, ma sotto il velo della semplicità, traspare il riferimento alla musica antica per strumento a tastiera o liuto. È un’opera di transizione nel linguaggio di Debussy, da una parte le influenze dei clavicembalista francesi e l’influsso del pianismo di Satie, dall’altra la ricerca di una cifra compositiva originale.

La pianista Ernesta Aufiero spiegherà brevemente al pubblico il programma.
Il concerto precede la registrazione di un CD che la pianista effettuerà presso lo studio di registrazione Ursa Major (Lago d’Orta) il prossimo 10 giugno.

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