Regole chiare per la permanenza delle salme nei cimiteri di Asti. “Non facciamo cassa sui morti”

Il sindaco e il consigliere Ferrero hanno illustrato modalità e costi per la permanenza delle salme nei loculi di concessione comunale.

In Italia, il tema dei costi cimiteriali e delle concessioni funerarie è sempre stato oggetto di discussioni e polemiche, soprattutto per il loro continuo aumento nel corso degli anni e la mancanza di spazi all’interno dei camposanti, che non possono espandersi all’infinito.

In questo contesto, si è reso necessario un intervento da parte delle istituzioni locali per stabilire delle regole precise e trasparenti in materia. Il Comune di Asti ha deciso, tramite una delibera, di regolare i tempi di concessione e di permanenza nel cimitero cittadino e negli altri camposanti frazionali. Il risultato del lavoro è una delibera, illustrata oggi dal sindaco di Asti Maurizio Rasero e dal consigliere delegato Piero Ferrero.

“Spesso dicono che il cimitero è l’ultima cosa a cui pensi – ha spiegato il sindaco Maurizio Rasero –  in realtà anche per la gestione dei servizi cimiteriali è in atto da tempo un lungo lavoro di programmazione che ha impegnato in maniera assidua  Piero Ferrero. Grazie al suo impegno non abbiamo assistito alle scene che si vedono in tanti cimiteri, da nord a sud del paese, di tensostrutture posticce dove accatastare decine di bare perché non c’era spazio per la sepoltura”.

“A questo – continua –  si aggiunge il numero impressionante di cimiteri, compresi quelli frazionali, dove programmare spazi e tempi per permettere a tutti una sepoltura dignitosa: in questi anni abbiamo lavorato per ottimizzare al meglio tutti gli spazi cimiteriali: tra le nostre strategie, anche quella di cercare di verificare come vendere l’ultimo piano dei loculi,  spesso invendibile ma che con una politica di sconti può diventare appetibile. 

“La disciplina relativa alla temporaneità delle concessioni rappresenta un aspetto cruciale della gestione dell’attività cimiterialecontinua Piero Ferrero –  è necessario regolare il passaggio in continuità delle concessioni provvisorie, tenendo conto del tempo trascorso in relazione alla durata delle stesse. Inoltre, è importante valutare gli interessi pubblico-privati coinvolti e fornire linee guida al Dirigente competente per garantire una gestione prudente e corretta dell’attività cimiteriale. E’ ingeneroso sentirsi dire “Fate cassa con i morti”: nel 1973 la legge ha tolto i diritti perpetui per le salme che devono essere riesumate dopo 50 o 70 anni.  In base a questa normativa, abbiano programmato una  338 loculi a scadenza durante il 2023″.

Il Comune ha interesse a concedere alla cittadinanza valide alternative di gestione dei resti mortali di parenti, familiari e persone care. Ciò include la possibilità qualificata di scelta tra varie forme di destinazione dei resti mortali, come la cremazione, attualmente accettata dalla maggioranza dei cittadini. È importante incentivare forme alternative all’attuale sistema dei servizi mortuari, soprattutto in considerazione della pandemia da Covid19.

In relazione alle concessioni in scadenza dal 09/04/2023 fino al 31/12/2023, la delibera approvata suggerisce di accettare, dietro formale istanza, il mantenimento delle salme (riducibili o non riducibili a resti mortali) nell’attuale loculo per un periodo di unica proroga di 20 anni, (2 decadi) periodo da computare dalla data di scadenza della concessione originaria e mediante il pagamento di un canone determinato secondo l’importo riportato più avanti.

L’Amministrazione, inoltre, intende raccogliere le richieste per le specifiche indicazioni dei parenti che intendano traslare le salme in altra destinazione (compresa nuova concessione d’uso di loculo o ossario) con spese di operazioni cimiteriali a totale loro carico. Ciò include le spese per estumulazione, eventuale trattamento, traslazione e, se i resti sono ricollocati all’interno di cimiteri del Comune di Asti, le spese di tumulazione.

Per le salme collocate nei loculi che cadano nella disponibilità del Comune a causa di inerzia o disinteresse dei famigliari equiparabile ad una “presunzione di abbandono e di vane ricerche di rintraccio degli stessi”, si procederà alla cremazione. Le ceneri saranno collocate per 12 mesi nel deposito cimiteriale; il loro reclamo comporterà la rifusione delle spese sostenute (spese per estumulazione, eventuale trattamento, traslazione) e delle ulteriori spese di collocazione. Trascorsi i 12 mesi, saranno collocate nell’ossario comune.

In questo articolo, ci concentriamo sulle nuove disposizioni riguardanti la concessione di loculi e ossari, che entreranno in vigore a partire dal 2023. In particolare, si è deciso di stabilire un canone concessorio unico di euro 1.000,00 per la proroga ventennale della concessione di loculo cinquantennale in scadenza nel 2023 e di euro 130,00 per la proroga ventennale della concessione di ossario cinquantennale in scadenza nello stesso anno. Va precisato che queste proroghe non saranno ripetibili.

La destinazione delle ceneri oggi è consentita, ma solo per coloro che siano deceduti dopo l’entrata in vigore della legge L. 130/2001. Se il defunto in vita ha manifestato questa volontà, essa potrà essere comprovata anche con la dichiarazione dei famigliari indicati dalla legge stessa.

Inoltre, è importante sapere che il numero di defunti che possono essere presenti in un loculo, qualsiasi sia lo stato di conservazione (salma, resti, ceneri), non può superare tre. Quanto alle lapidi di copertura loculo/ossario, esse sono di proprietà del concessionario se sono state realizzate e assegnate prima del 2009. Qualsiasi intervento o accadimento che interessi tali manufatti resta di competenza ed a carico del proprietario, che vi deve provvedere a sue spese e nel rispetto delle disposizioni dell’art. 88 del Regolamento Comunale.

Infine, per quanto riguarda le “specifiche indicazioni sulla destinazione delle salme da parte dei parenti, che vi abbiano interesse”, si precisa che tra queste è da intendersi anche l’indicazione di destinare le spoglie nell’ossario comune, con accettazione della cremazione e sopportazione delle relative spese per operazioni cimiteriali, fatta salva la dimostrazione dello stato di disagio (ISEE pari a € 12.000). La mancata dimostrazione comporterà, previa ingiunzione, l’iscrizione delle spese a ruolo.

“Ricordo inoltre – conclude Ferrero – che dal 2015 non si aumenta il costo loculi. Non stiamo applicando l’inflazione: ragione in più per dire che non facciamo cassa con i morti”