Immigrazione, anche ad Asti una manifestazione contro il “Decreto Cutro”

Esprimere il nostro dissenso, ribadire le nostre proposte e chiedere un immediato cambiamento di rotta nelle scelte che riguardano l’immigrazione e il diritto d’asilo.” queste le principali motivazioni della manifestazione contro il Decreto Cutro, al momento promossa ad Asti da Piam, Arci, ACLI, Rete Welcoming, Cgil, Migrantes, A Sinistra APS – Casa del Popolo, Uniti si può, Find the Cure, Libera.

Le associazioni astigiane aderiscono dunque all’appello dell’Asgi, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, che hanno promosso la manifestazione nazionale contro la conversione in legge del Decreto a suon di hashtag #nonsiamodaccordo.

Varato dopo il naufragio del 26 febbraio scorso, il decreto, secondo i promotori della manifestazione, non affronta in alcun modo le vere cause che in questi anni hanno portato alla morte in mare di migliaia di persone. “Al contrario” – ribadiscono – “prevede condizioni peggiorative della condizione giuridica degli stranieri che arrivano in Italia, con il sicuro effetto di aumentare situazioni di irregolarità ed esclusione anche di chi è già da tempo sul territorio nazionale“.

In particolare, vengono contestati i provvedimenti che mirano a smantellare la protezione speciale a tutela della vita privata e familiare dello straniero, a potenziare la rete dei Centri per il Rimpatrio e a ostacolare il diritto al ricorso dei richiedenti asilo che ottengono un diniego.

Com’è possibile sostenere che queste misure preverranno il traffico di esseri umani? Si tratta invece, con tutta evidenza, di interventi che renderanno sempre più difficile il soggiorno regolare e una positiva integrazione in Italia e che contribuiranno alla criminalizzazione delle persone migranti, a detrimento non solo loro, ma dell’intera collettività“.

Al centro della manifestazione anche il rifiuto della contrapposizione tra migranti regolari e irregolari che emerge dalla scelta di inserire nel testo provvedimenti inerenti al Decreto Flussi, senza rafforzare il sistema di asilo: “se da tempo chiediamo a gran voce l’allargamento dei canali legali di ingresso, sappiamo bene che non possono essere queste misure a rispondere al bisogno di protezione internazionale. E chi in questi venti anni ha provato ad assumere in regola dei lavoratori stranieri sa che le misure previste sono del tutto insufficienti, perché l’unica possibilità per favorire incontro tra domanda e offerta di lavoro regolare sta nel scardinare del tutto il meccanismo previsto dalla Bossi Fini.” commentano gli organizzatori.

La richiesta è quella di “invertire velocemente la rotta e promuovere politiche eque ed efficaci sull’immigrazione e sul diritto di asilo. Partendo dall’opposizione a queste norme, in un percorso che chiede ingressi legali, corridoi umanitari, garanzia dell’accesso alla procedura di asilo e all’accoglienza, abbandono delle politiche di esternalizzazione e dei loro scellerati risultati, come l’accordo con la Libia, salvaguardia delle vite in mare.”

“Chiediamo al Parlamento di bocciare questo provvedimento, e al Governo di modificare radicalmente gli interventi messi in atto e quelli recentemente annunciati, del tutto inadatti a gestire una crisi nel Mediterraneo destinata a peggiorare senza provvedimenti adeguati della comunità internazionale.” concludono.


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