Alla Casa dell’Artista di Portacomaro in mostra le opere di Silvio Vigliaturo con “Una luce attraverso”

Tra le opere esposte, quella ispirata alla figura ed alla missione di pace e fratellanza di Papa Francesco

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Luce e colore, le magie del vetro: da domenica 16 aprile all’11 giugno alla Casa dell’Artista di Portacomaro la mostra “Una luce attraverso” del Maestro Silvio Vigliaturo, artista chierese di origini calabresi, da decenni protagonista sulla scena artistica internazionale. È un doveroso omaggio all’opera del Maestro, autore dell’etichetta dell’annata 2021 di “Laudato”, il vino prodotto dalla Vigna del Papa, offerto tra l’altro a Papa Francesco anche in occasione della recente visita “alle radici” ad Asti e Portacomaro.

Silvio Vigliaturo, nato nel 1949 ad Acri, in provincia di Cosenza, vive da oltre sessant’anni a Chieri e lavora in una luminosa e centralissima “bottega” ricavata da una delle più antiche filature della città, proprio di fronte all’imponente Duomo gotico, arricchito nel tempo da diverse sue preziose vetrate multicolori.

La mostra allestita negli spazi suggestivi della Casa dell’Artista propone una selezione di sculture, tra le quali alcune inedite e alcune tele tra le quali un dipinto inedito in bianco e nero che dà il titolo alla mostra realizzato per l’occasione e ispirato proprio alla figura ed alla missione di pace e fratellanza di Francesco.

La mostra, promossa da Fondazione Gente&Paesi e ComunitàLaudato Sì, sarà inaugurata domenica 16 aprile alle ore 17 e sar visitabile sabato (16/18 e 30), domenica e festivi (10 e 30/12 e 30 – 16/18 e 30) fino all’11 giugno.

La presentazione della mostra ( a cura di Carlo Cerrato)

Come fasci di luce che, attraverso le vetrate di una cattedrale gotica, scaldano la penombra e svelano a mezz’aria impercettibili corpuscoli sfumati, leggeri e sospesi, alchimie di colori da sabbie remote disegnano universi nell’antica filanda.

Mille storie si incrociano nella bottega dei remoti saperi, dove il vetro prende forma e calore, oltre l’apparente gelido immobile distacco.

Spuntano storie di persone che hanno attraversato secoli lasciando segni che raccontano fatica, fede e memoria; prendono forma percorsi tra arte e mestiere in un punto magico dove i luoghi fanno memoria prima ancora dell’uomo protagonista che ha saputo incrociarne i segreti.

Il Duomo antico, dipinti preziosi, le solide arcate, il sapiente gioco di raggi al tramonto. Di fronte, la filanda testimone di lenti passaggi verso il nuovo, dalla bottega alla fabbrica in un luogo creativo e forte, crocevia di commerci e fucina del nuovo, come le tele colorate al gualdo che diventeranno per il mondo: blu di Genova, poi jeans. In mezzo un figlio di migranti, ragazzo di bottega, in una terra che diventerà sua, e poi artista.

Dettagli, forse. Pezzi di racconto preziosi che ti svelano un mondo appena dopo, quando varchi la soglia del regno di Silvio Vigliaturo, nel cuore di Chieri, antica potente terra di tessitori.

È qui, in bottega (mai studio, nè laboratorio), che l’artista, da una vita, gioca con sabbie, pigmenti, cristalli, scompone e ricompone, crea immagini che sono storie, attraverso la luce. Vetro protagonista, ma c’è spazio, eccome, per la tela, genius loci che offre altri spazi, altre praterie narrative.

In mostra, tra le antiche mura del Ricetto, ritrovi, in piccola parte, tutto il fascino segreto di quel mondo fatto di sabbie magiche e cangianti, granelli incolori che si accendono, in sapienti processi di fusione, delle sfumature più sorprendenti a fissare figure fantastiche, tra sogno e realtà, fisicità e mito, storia e leggenda, quotidianità e poesia.

Ritrovi in quelle figure fantastiche il senso delle radici mai recise che affondano nella Grecia Antica, echi di racconti omerici e di epici scontri di Amazzoni, armate di scudi multicolori. Poi la musica che tutto avvolge e ripropone echi di altri mari, con omaggi al sax di James Senese o alla chitarra di Jimi Hendrix. E la donna, presenza costante, leggera, a volte appena accennata. Protagonista sempre.

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