“Stabat mater dolorosa”: il dolore delle tre madri al centro della Passiùn del Giovedì Santo a Castagnole Monferrato

“Tre madri” rappresenteranno il tema della “Passiun” 2023: il dolore. Il dolore di Maria di fronte al Cristo perseguitato e morente, quello di qualsiasi madre per il proprio figlio morto e infine il dolore di nostra Madre Terra.

Il Giovedì Santo 6 aprile alle ore 21 a Castagnole Monferrato (AT) tornerà “La Passiùn di Gesü Crist”, azione teatrale popolare itinerante che giunge quest’anno alla ventunesima edizione dall’anno della ripresa, operata dalla comunità castagnolese su impulso del drammaturgo Luciano Nattino e dell’antropologo Piercarlo Grimaldi.

Una Passione di espressione popolare e canto piemontese di antica memoria, senza effetti speciali né costumi orientali, al seguito del Cristo-albero.

Appuntamento fisso nella Settimana Santa astigiana, la Passiùn è un esempio di tradizione recuperata, salvata dall’estinzione, di nuovo posizionata nella circolarità del calendario rituale contadino, patrimonio della comunità e ormai attesa dai numerosi “Pellegrini della notte”. Così Nattino definì il pubblico che ogni anno raggiunge Castagnole per sentirsi parte di un rituale, al contempo un momento di riflessione laica, che è entrato nelle consuetudini di credenti e non.

Il rispetto della tradizione e dei suoi simboli distintivi non esclude la componente di innovazione, di rilettura, che è lecita ad ogni edizione ed è funzionale a mantenere la vitalità della manifestazione. E quindi ci sarà spazio per nuovi ospiti e per nuove parole che restituiscano l’immagine del tempo presente e la pongano simbolicamente ai piedi di Gesù, uomo innocente e sofferente, nella notte che commemora la sua agonia.

Data l’essenza collettiva e comunitaria e la centralità del ruolo del pubblico partecipante, quest’anno è stata preparata in marzo con un percorso di incontri con ospiti e un laboratorio di “Drammaturgia per una Comunità” condotto dal regista dell’edizione 2023 della Passiùn, Tommaso Massimo Rotella.

“La Passiùn di Gesü Crist”, è un’azione teatrale con fiaccole,“suoni delle tenebre”, canti, danza, nel centro storico di Castagnole Monferrato (piazza Statuto, via d’la Miraja e cortile dei Camminatori di Domande) alla quale parteciperanno giovani, uomini, donne e bambini e artisti di strada.
Avrà quest’anno come sottotitolo “Stabat Mater dolorosa”.

Commenta Tommaso Massimo Rotella: “Tito non sei figlio di Dio. Ma c’è chi muore nel dirti addio. Dimaco ignori chi fu tuo padre. Ma più di te muore tua madre… Queste parole, scritte da uno straordinario Fabrizio De André, poeta contemporaneo, oltre che cantautore, nella poesia/canzone: “Tre madri”, rappresentano perfettamente il tema della “Passiun” di questa edizione: il dolore. Il dolore di Maria di fronte al Cristo perseguitato e morente, ma anche il dolore di qualsiasi madre per il proprio figlio morto. Ed è anche il dolore di nostra Madre Terra, di fronte alla violenza perpetrata dall’uomo verso le creature più deboli; il dolore delle madri dove c’è una guerra, e le guerre oggi nel mondo sono 59, quella in Ucraina è solo l’ultima in ordine di tempo e probabilmente quella che ci tocca di più, perché coinvolge profondamente l’Occidente. Alcune guerre sono combattute, addirittura, da bambini soldato. Infine, il dolore delle madri di fronte a un lenzuolo bianco disteso sopra un corpo amato: sull’asfalto, nei luoghi di lavoro, sulle nostre spiagge.”

Un incontro aperto, come sempre, a tutte le confessioni, a credenti e cercanti, che vedrà la partecipazione attiva della comunità di Castagnole, del vescovo di Asti Mons. Marco Prastaro, di artisti ospiti che proporranno il loro punto di vista, di gruppi di ogni età e provenienza.
Parteciperanno l’ Orchestra d’Arte Arpademia con Francesco Campodipietro, Alima Diallo, Victoria Pescara, Carla Rossi, Giulia Scagliola, il M° Eleonora Perolini con il contralto Guo Linwei, le danzatrici dell’associazione Magdeleine G. Alessia Borda e Virginia Parise.
Ci saranno poi gli attori Patrizia Camatel, Elena Formantici e Sergio Paladino.
Antonio Catalano sarà con i bambini della Scuola Media di Montemagno con i quali ha condotto un laboratorio in questo periodo, in preparazione alla Passiùn.
Saranno inoltre in scena gli allievi del gruppo di recitazione di Tommaso Massimo Rotella e parteciperà il gruppo folk “J’Arliquato”.

Il cristo/albero è opera dell’artista tedesco Hans Jurgen Vogel ed è gentilmente concesso dalla Scarampi Foundation.
Un paesaggio sonoro che si contrappone al silenzio delle campane ed al tempo delle tenebre.
La partecipazione del pubblico è gratuita.
Al termine la Pro loco offrirà Ruchè e torta di castagne.

L’iniziativa è realizzata da Casa degli alfieri – Archivio Teatralità Popolare con il Comune di Castagnole Monferrato, con il contributo della Regione Piemonte, della Fondazione CRT, della Banca di Asti attraverso “Cuntè Munfrà”, con la collaborazione della Fondazione Radici per le memorie di Langhe, Roero e Monferrato e della rivista Astigiani.
info: cell.3287069085 (orario pomeridiano) – info@archivioteatralita.it – www.archivioteatralita.it

Cos’è la “Passiùn”

“La Passiùn di GesüCrist” è azione popolare, è teatro popolare di ricerca, è canto della tradizione.
E’ antropologia, riscoperta delle tradizioni e dei canti di antica memoria, dei manigoldi.
E’ lo sguardo alternativo laico e popolare di fatti noti, che ha raccolto l’interesse anche di religiosi.
Al pubblico in processione verranno consegnate canne e rami di ulivo, divenendo “discepoli e manigoldi”.
Il Canto della Passiùn, un tempo, era eseguito durante la Settimana Santa dai giovani che andavano di casa in casa a far la questua, portando una croce di canna e ricevendo uova, vino, dolci e monete. Il Canto della Passiùn parla di scontri celesti nel momento del sacrificio di Cristo e di eventi cosmici straordinari che portano il mondo alle tenebre.

A ricordare i suoni delle tenebre prodotti dai ragazzini nella notte del Giovedì e “per dire che era mezzogiorno” il Venerdì e Sabato (al posto delle campane), verranno utilizzati strumenti artigianali, cantarane e tarabacole.
La tarabacola è una tavoletta di legno con due batacchi di ferro sulle due superfici che viene denominata nei più diversi modi: “ciapiloria, ciapülau, taravela, tarabacula” e che nel Monferrato casalese prende appunto il nome di “t-nebra” (tenebra).
L’antropologo Piercarlo Grimaldi, riporta il ricordo di un anziano di Mongardino secondo il quale, durante la funzione sacra del Giovedì “in chiesa i ragazzi facevano un rumore infernale (sic) perché dicevano che raffiguravano i Giudei quando erano andati a prendere Gesù: avevano in mano una cantarana che produceva un rumore gracchiante, nello stesso tempo picchiavano con le mani sui banchi, pestavano i piedi e urlavano”.
Dunque i rumori delle tenebre si associavano ai rumori fatti dai Giudei nell’arrivare all’orto del Getsemani, anzi i rumori si identificano con gli stessi aguzzini.

Ma ad essi spesso si accompagnavano anche delle grosse conchiglie con le quali si produceva, soffiando al loro interno, un rumore particolarmente “tenebroso”

Il grande lenzuolo portato in piazza da donne e bambini è una sorta di sudario, simbolo di tutti i lenzuoli che oggi ricoprono i corpi martoriati da guerra, violenze e crimini.


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