Peste suina africana: secondo Confagricoltura probabile allargamento della zona rossa dalla prossima settimana

L'Associazione: "situazione molto preoccupante, ci aspettiamo un cambio di passo nella gestione del fenomeno"

La situazione della peste suina africana in Italia è motivo di preoccupazione per le autorità locali e gli agricoltori. In particolare, la zona rossa del Piemonte, dove è stata rilevata la presenza della malattia, continua ad essere un problema per gli allevatori e le comunità locali.

La Confagricoltura di Asti ha chiesto un deciso cambio di passo nella gestione dell’emergenza che interessa il territorio da oltre un anno, auspicando che il nuovo Commissario straordinario per la peste suina, Vincenzo Caputo, possa apportare migliorie alla situazione attuale.

Nonostante l’implementazione della recinzione impostata dall’Unione Europea, i ritrovamenti di carcasse infette continuano ad essere registrati, e gli abbattimenti dei cinghiali non sembrano essere sufficienti a contenere la diffusione della malattia.

La situazione è particolarmente difficile per le aziende suinicole, che sono costrette ad abbattere gli animali e non possono ripopolare per lungo tempo, causando una grave crisi economica per gli allevatori. Inoltre, la zona rossa impedisce anche lo svolgimento di attività turistico-sportive-ricettive, che sono fondamentali per la conservazione del territorio e dell’economia locale.

La Confagricoltura di Asti sottolinea l’importanza di strumenti forti ed efficaci a livello nazionale per risolvere il problema della peste suina africana, non solo per preservare la salute degli animali, ma anche per evitare gravi ripercussioni sull’economia locale e sulla conservazione del territorio.

Purtroppo, dopo un anno dallo scoppio dell’emergenza, si registrano ancora ritrovamenti di carcasse infette – commenta il Presidente di Asti Agricoltura Gabriele Baldi – Il dato diffuso al 28 febbraio 2023 dall’Istituto Sperimentale Zooprofilattico di Piemonte e Val d’Aosta inerente i cinghiali della zona infetta, testati dal 1 gennaio 2023 al 28 febbraio 2023,  era di 457 di cui 297 negativi e 127 positivi, 33 in attesa di esito. Evidentemente dobbiamo constatare che la realizzazione della recinzione, peraltro non ancora conclusa, imposta dall’Unione Europea per delimitare la zona infetta, non è da sola una misura sufficiente, come del resto avevamo già sottolineato, e deve essere accompagnata da azioni più incisive volte al contenimento dei cinghiali”.

Il completamento della recinzione in tempi  rapidi resta in ogni caso indispensabile –incalza il direttore della Confagricoltura di Asti Mariagrazia Baravalle – anche per senso di responsabilità nei confronti di province e regioni confinanti, che devono essere preservate dal rischio di contagio. Sul territorio astigiano gli abbattimenti dei cinghiali hanno evidenziato risultati tangibili, frutto dell’impegno di tutte le parti coinvolte, non solo cacciatori ed ente Provincia, ma anche dei nostri stessi agricoltori associati, che sono ricorsi sempre più alla prassi normata dell’autodifesa. Ma purtroppo non basta, servono strumenti forti ed efficaci a regia nazionale, la cui identificazione e proposta non spetta a noi, ma ad uno Stato serio ed attivo!”.

In conclusione, è necessario che il nuovo Commissario straordinario per la peste suina adotti misure più incisive e che venga garantito il supporto necessario agli allevatori e alle comunità locali per superare questa difficile situazione. La lotta contro la peste suina africana richiede un impegno congiunto di tutte le parti coinvolte, al fine di proteggere la salute degli animali e del territorio, e preservare il tessuto economico delle comunità locali.