Piano del traffico, stalli blu, ambulanti, Maina: ecco cosa pensa il Terzo Polo delle questioni che interessano l’Astigiano

Dialogo a tutto tondo su come il nuovo soggetto politico si pone all'interno delle grandi tematiche che stanno interessando il capoluogo

Il “terzo polo”incomincia  a muovere i primi passi anche nell’Astigiano.  Le  segreterie provinciali di Azione e Italia Viva hanno dato vita al Coordinamento del Terzo Polo per la provincia di Asti, in continuità con la recente costituzione della Federazione nazionale di Azione e Italia Viva sottoscritta da Carlo Calenda e Matteo Renzi. Abbiamo chiesto ai coordinatori Federico Lucia e Angela Motta (rispettivamente per Azione e Italia Viva) di parlarci del nuovo soggetto politico, e di come si pone all’interno delle grandi questioni che stanno interessando il territorio.

Nell’ambito della politica astigiana, il nuovo soggetto federativo (o federato) come intende relazionarsi con l’Amministrazione Rasero e che tipo di opposizione potrebbero fare rispetto a quella presente ora?

Il nostro approccio è quello di dare valore alle scelte attraverso analisi, studio, proposta e contributo attivo. Lo stesso metodo utilizzato durante la campagna elettorale, ove abbiamo elaborato un programma amministrativo moderno e capace di rispondere alle esigenze dei cittadini, lo adottiamo ancora oggi, avanzando proposte elaborate dai nostri gruppi di lavoro e portandole all’attenzione dell’opinione pubblica come avvenuto già sul tema della sanità. Non abbiamo preconcetti ideologici e siamo disponibili al confronto con qualunque forza, di maggioranza e di opposizione, per dare il nostro contributo su quei temi che reputiamo imprescindibili per lo sviluppo di Asti e dell’astigiano.

Qual è il vostro giudizio sul bilancio del Comune in particolar modo sulle questioni che hanno fatto particolarmente discutere (aumento Tari e stalli blu in Piazza Campo del Palio).

Comprendiamo l’esigenza di coprire le maggiori voci di spesa dovute, tra le altre cose, anche all’aumento dei costi dell’energia. Suggeriamo però, almeno per il futuro, di non ricorrere sempre a soluzioni “tampone” (sia pure nella eccezionalità della presente congiuntura economica e geopolitica), ma di avere una visione strategica più a lungo termine. La soluzione dovrà passare, gradualmente, attraverso il miglioramento della capacità di controllo e deterrenza, il potenziamento del personale e un utilizzo più efficace della tecnologia. Il fruitore dei parcheggi a pagamento deve essere messo nelle migliori condizioni per poterne usufruire: questo ad Asti non avviene ed è impensabile che un grande capoluogo piemontese adotti una soluzione proprietaria come “Asti Parcheggi” e non sia interconnesso ai grandi canali di pagamento già adottati da altre città italiane come Torino o la stessa Alba, come ad esempio Telepass. Allo stesso tempo, la creazione di aree di parcheggio d’interscambio ben delimitate e controllate da sbarre automatiche e l’utilizzo di telecamere intelligenti porterebbe l’evasione prossima allo zero. Certo, sono scelte che richiedono pianificazione, progettazione e investimenti: una buona politica guarda al futuro. Lo stesso vale per la TARI, già oggi tra le più care d’Italia senza che vi sia eguale qualità nei servizi: pensiamo al territorio frazionale, dove i passaggi di carta e plastica avvengono ogni quindici giorni. Le problematiche organizzative della macchina amministrativa non possono ricadere sulle spalle dei contribuenti: anche i cittadini, dopotutto, affrontano gli effetti dovuti a inflazione e caro energia.

A  livello provinciale un esponente di IV (Gallareto) è nella giunta Rasero. il sindaco di monastero Bormida può diventare referente di entrambi i partiti all’interno della giunta provinciale?

Premesso che il sindaco di Monastero Bormida è in Provincia, in primo luogo, come rappresentante territoriale della Langa Astigiana, unica area montana del territorio, avere un rappresentante del Terzo Polo in giunta provinciale è un modo per essere presenti e poter contribuire fattivamente alla politica del nostro territorio. Azione e Italia Viva hanno intrapreso un percorso che dalla federazione porterà alla nascita del partito unico, così come annunciato anche dal recente comunicato stampa con cui abbiamo annunciato il coordinamento comune. Luigi è parte del direttivo e potrà ben rappresentare gli orientamenti e la posizione politici della nostra federazione all’interno della Provincia.

 Come valutate la recente vicenda legata al Maina?

La chiusura del Maina, che per anni è stata la principale IPAB piemontese e tra le prime in Italia, rappresenta un grave danno alla cittadinanza e segnala il declino sociale a cui stiamo assistendo da molti anni, con particolare riferimento al settore sanitario e assistenziale. Una decisione di cui si è molto parlato e ben poco si è fatto e che ha portato alla ricollocazione di oltre 130 pazienti e a gravi danni economici alle famiglie degli oltre cento dipendenti che già nel mese di gennaio sono rimasti senza stipendio. Una vera e propria bomba sociale che si abbatte sul nostro territorio in un momento di particolare criticità anche a causa dell’inflazione, dei costi dell’energia e delle carenze di un sistema sanitario ormai al collasso. I problemi del Maina non sono attuali ma si trascinano da anni: anni in cui si sarebbe potuti intervenire, cercando investitori attraverso un piano industriale sostenibile nel lungo periodo. Addossare colpe o meriti a giochi fatti serve ormai a poco. In questa vicenda sono in molti coloro che non hanno saputo dimostrarsi all’altezza del compito affidato. E a farne le spese sono sempre i più deboli.

Come giudicate la rinuncia ai fondi del PNRR e le vicende connesse agli ambulanti?

In merito alla rinuncia dei fondi del PNRR, parrebbe che il problema sia dovuto all’adeguamento sismico degli edifici. Nel 2019 è stato riclassificato il rischio sismico del territorio piemontese e, per quanto Asti non risulti essere un territorio esposto a significativa criticità, rimane un generale obbligo in capo al datore di lavoro pubblico e privato di valutare i rischi connessi alla sicurezza, ivi compresa quella sismica. Perché l’analisi di vulnerabilità è stata fatta soltanto ora, su edifici peraltro così sensibili? Questo è uno di quei casi in cui le occasioni si perdono a causa della mancanza di visione strategica.
Sulla chiusura anticipata del mercato non vogliamo ridurre il tutto alla polemica sterile ed emotiva e dire che questa strategia serva solo a liberare i parcheggi anzitempo. Vogliamo però prendere spunto da questa vicenda per rilanciare sul futuro: perché non pensare a una nuova ZTL per il futuro turistico della città, soprattutto se, come ci auguriamo, la città diventerà Capitale Italiana della Cultura?
Il futuro di Asti non passa dalla compressione dell’attività mercatale ma dalla revisione organica e strutturata della viabilità cittadina, delle aree pedonali e attraverso la realizzazione di parcheggi d’interscambio degni di una città che ha la giusta ambizione di voler essere capitale della cultura italiana e fulcro attrattivo del turismo piemontese.

 Si incomincia a discutere sull’assetto futuro del PGTU. Il sindaco ha teso la mano all’opposizione per ridiscutere alcuni provvedimenti: quale può essere il vostro contributo?

La viabilità astigiana richiede una profonda revisione in ottica di sostenibilità, green mobility, sharing mobility e parcheggi. Asti deve diventare una città moderna, capace di accogliere l’incremento dei flussi turistici. Il secondo centro storico più grande del Piemonte merita di essere valorizzato attraverso più vaste pedonalizzazioni, aree d’interscambio ai margini della città e navette più snelle capaci di collegare la periferia al centro cittadino. Una città turistica che sia a misura d’uomo, attrattiva per chi vuole viverla su due ruote e su piste ciclabili degne di questo nome, libera dallo smog che ora attanaglia i punti nevralgici, a misura di famiglia. Il piano del traffico deve guardare alla mobilità elettrica e condivisa e deve avere la capacità e la lungimiranza di guardare alle esigenze del 2050, sia in termini di sviluppo del territorio che dal punto di vista del fabbisogno del cittadino, anche tenendo conto dell’età media in sensibile aumento. Infine, il tema della mobilità astigiana non può non riguardare anche il progetto di completamento della tangenziale che risolva finalmente l’annoso e grave problema del collegamento della città con le aree del sud astigiano, liberando e decongestionando il traffico cittadino. Noi siamo disposti a mettere le nostre migliori risorse a disposizione dell’amministrazione astigiana, qualora volesse intavolare un gruppo di lavoro dedicato al tema.