Chiusura del Maina, ancora incerto il destino dei lavoratori. Si lavora su ricollocamenti mirati e garanzie per gli stipendi

Tavolo oggi in Prefettura e presidio spontaneo dei lavoratori della Casa di Riposo che ha chiuso i battenti lo scorso anno

Il destino dei lavoratori del Maina rimane ancora incerto. Questa mattina si è tenuto un nuovo tavolo di concertazione in Prefettura alla presenza dei sindacati, dell’Amministrazione Comunale e delle altre parti sociali.

All’ordine del giorno il futuro dei lavoratori della Casa di Riposo Città di Asti, che ha chiuso i battenti a dicembre dello scorso anno: sotto la Prefettura hanno partecipato anche una ventina di lavoratori della struttura, che al momento non si vedono riconosciuto lo stipendio da oramai due mesi e vivono in una situazione in cui sono formalmente lavoratori della Casa di Riposo perchè non licenziati ma nello stesso tempo non ricevono i soldi della mobilità.

Davide Migliasso, sindaco di San Damiano e consigliere provinciale delegato al personale, cerca di portare avanti la concertazione: “Come sindaco e presidente del Co.Ge.Sa mi farò portavoce della situazione dei lavoratori con le strutture del nostro territorio. Se fossero possibili ricollocamenti mirati cercherò senza dubbio di facilitarli” dichiara.

Oggi è stato affrontato il tema della ricollocazione di alcune di queste lavoratrici: la proposta è di riassorbire circa 6 OSS tramite l’Asl e una decina di altri lavoratori in altre strutture Una soluzione però che non soddisfa i sindacati: “L’incontro di oggi è stato molto deludente – afferma Luca Quagliotti, segretario generale della CGILnon sono state affrontate le questioni che avevamo posto sul tavolo, come per esempio le garanzie che la Regione avrebbe dovuto dare per l’anticipò della mobilità ai lavoratori”.

Critici anche i consiglieri di opposizione, presenti al presidio: “Per ora si attendono notizie sulla ricollocazione dei lavoratori: nulla di positivo o concreto, proposte di spostamenti raramente sotto i 50 km, e altre bizzarre al confine con la Svizzera – affermano Malandrone, Bosia e Briccarellosi attendono disponibilità da ASL per OSS e personale Sanitario e per le altre figure (manutenzione cuoche amministrativi) nel comune della provincia. Lasceranno alla solidarietà di comuni al confine con Francia e Svizzera il destino dei lavoratori?”