San Fedele chiede più sicurezza: “Il Comune ci dia le telecamere, siamo stufi di promesse mancate”

I residenti chiedono all'Amministrazione telecamere, dossi stradali e migliore illuminazione pubblica. Il Questore ha illustrato il protocollo per il controllo di vicinato

Animata assemblea, ieri sera, al centro civico “F. Cane” nel quartiere di San Fedele ad Asti per discutere del tema della sicurezza. Una problematica che da tanto tempo preoccupa il quartiere e che è tornata alla ribalta delle cronache pochi giorni fa: dopo un periodo di apparente tranquillità, infatti, in via Arno hanno preso fuoco due macchine e un bagno chimico.

Un fatto, questo, che ha rigettato nello sconforto gli abitanti del quartiere, facendo tornare alla mente i periodi più bui di San Fedele dove episodi di questo genere si consumavano con una frequenza drammatica. A rassicurare gli animi ci ha pensato il Questore di Asti, Sebastiano Salvo, invitato alla riunione del Comitato che ha affermato come i riscontri investigativi paiono escludere l’origine dolosa dei roghi recenti: “Non sono stati trovati inneschi” ha affermato.

La situazione della sicurezza però rimane al centro della discussione: gli abitanti lamentano come San Fedele, nelle ore notturne, sia spesso teatro di gare di autovetture che percorrono le strade del quartiere a folle velocità, così come la scarsa illuminazione spesso rende poco sicuro per i residenti uscire alla sera, anche solo per portare a spasso il cane.

A queste preoccupazioni ha dato voce il comitato di quartiere, che con Luigi Sposato, Giorgio Spata e Giuseppe Morabito ha promosso una raccolta firme tra i residenti per chiedere all’Amministrazione di impegnarsi in azioni concrete per promuovere la sicurezza nel quartiere. Tre le richieste: l’installazione di videocamere di sorveglianza collegate con le centrali operative delle forze dell’ordine, l’installazione di dossi stradali per dissuadere gli automobilisti a percorrere le strade a velocità elevate e l’installazione di punti luce di illuminazione pubblica in alcuni punti morti come via delle Quaglie. “Il nostro quartiere – ha affermato Morabito – strategicamente può essere controllato anche solo con due telecamere, poste in via Ticino e via Sesia, che possono registrare tutti i movimenti in entrata e in uscita da San Fedele. Quello che però non possiamo accettare – continua il rappresentante – sono le continue promesse mancate da parte dell’Amministrazione che puntualmente non si realizzano. Marco Bona (Assessore alla Sicurezza nella precedente Giunta Rasero 1 ndr) ci aveva detto che entro sei mesi avremmo visto soddisfatte le nostre richieste. Nulla di tutto ciò è stato fatto”.

A rappresentare l’Amministrazione erano presenti in sala l’attuale Assessore alla Sicurezza, Luigi Giacomini, e l’Assessore al Commercio Mario Bovino. “Lavoriamo costantemente per risolvere le problematiche di tutte le zone sensibili della città – ha spiegato Giacomini che ha illustrato cosa intende fare nei prossimi mesi – per quanto riguarda la videosorveglianza vogliamo potenziare l’apparato esistente con una migliore trasmissione dei dati attraverso la fibra ottica, inoltre stiamo pensando ad un progetto per mettere in rete anche le telecamere dei privati, in maniera da avere una sinergia con quelle già visionate dalle forze dell’ordine“. Per quanto riguarda la questione dei dissuasori, Giacomini ha spiegato come i dossi veri e propri non sono installabili perchè andrebbero ad ostacolare i mezzi di soccorso. “Stiamo pensando ad attraversamenti pedonali rialzati, in grado di rallentare la corsa delle auto. Sono passaggi di circa un metro e mezzo, illuminati. Su questo mi confronterò con l’Assessore ai Lavori Pubblici”.

Il Questore Sebastiano Salvo, da parte sua, non è ovviamente entrato all’interno delle questioni amministrative ma ha illustrato il protocollo per il controllo di vicinato, che dovrebbe essere siglato in Prefettura a breve. “E’ uno strumento che coinvolge i cittadini nelle politiche attive della sicurezza. E’ già stato sperimentato in diversi comuni dell’Astigiano con buoni risultati: a San Fedele c’è una comunità che mi pare unita e coesa: questi due elementi possono essere un valore aggiunto per  le politiche di sicurezza del territorio. Ovviamente non vogliamo che nessuno faccia “lo sceriffo” ma che possa condividere ciò che vede e sente con le forze di pubblica sicurezza. Dettagli che ad un cittadino possono sembrare banali possono dare un valore aggiunto enorme all’attività investigativa, per esempio segnalando una targa sospetta che è già presente nei nostri database e a cui possiamo dare pronto riscontro”


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