Non c’è fine per la Via Crucis del Maina: lavoratori senza stipendio a gennaio e polemiche per la retribuzione del liquidatore

Luca Quagliotti (CGIL): "Come si fa a chiedere a qualcuno di gestire la patata bollente della liquidazione per 1000 euro lordi al mese?"

Una notizia assolutamente scontata, ma che, dopo quella dell’assenza di candidature alla carica di commissario liquidatore, non fa altro che aggiungere un’altra stazione a quella che è diventata una vera e propria Via Crucis per la Casa di Riposo Città di Asti, chiusa il 31 dicembre tra le polemiche e accuse di inazione e inadempienze.

Se nulla ancora si muove sul fronte del centro diurno Alzheimer, con i pazienti lasciati in carico alle famiglie, il destino lavorativo degli oltre 100 dipendenti di quella che una volta fu il Maina non è di certo tra i più rosei.

Un avviso ha informato i lavoratori che non potrà essere pagato lo stipendio di gennaio. “E’ una non notizia – commenta Luca Quagliotti, segretario della CGILvisto che essendo in mobilità, la retribuzione spetta all’ex IPAB le cui casse sono desolatamente vuote. Il rischio, più che altro, è che se la situazione non si sblocca possa scattare anche un licenziamento collettivo. La posizione del commissario straordinario è difficilissima sotto ogni aspetto, compreso quello legale. Pasino – chiosa il segretario CGIL – si trova inchiodato a questa situazione perchè nessuno si è fatto avanti come commissario liquidatore: capisco che nel paese dei lavori sottopagati e degli stage, 1000 euro lordi al mese per gestire una patata bollente come la liquidazione della Casa di Riposo  siano ritenuti sufficienti, ma forse questa volta si è sottovalutato il problema” E aggiunge sardonico: “Io proverei a retribuirlo con i voucher lavoro”.

Nel frattempo, la notizia della mancanza di contribuzione ai lavoratori scatena un attacco da parte di Ambiente Asti, che chiede come mai nessuna delle Istituzioni si prodighi per risolvere la situazione: “Si era chiesto alla Banca del territorio di mettere in campo un fondo che servisse in questa fase di ricerca di nuova collocazione per sostenere i lavoratori, ma pare non siano giunte risposte- spiega la lista- non si è mica chiesto a una banca della Brianza, ma lo han chiesto alla Banca dove conti perché mica sei solo un conto…quella del territorio. Si sa che al tavolo di crisi si son seduti sia il Presidente della Banca C. R. Asti , che quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti. Al tavolo è stata coinvolta la Regione: chissà se la banca del territorio ha fatto proposte in tal senso, a ascoltato tale bisogno chissà quale sia stata la loro risposta, crediamo sia stata nulla. Perché la Regione Piemonte non estende la Cassa Integrazione Straordinaria ai lavoratori della Casa di riposo? Potrebbe operare come successo in passato con un fondo messo a disposizione attraverso strumenti come il Fondo di regionale per l’anticipazione sociale. E appare ben chiaro che la risposta la sappiamo bene tutti, leggendo il comunicato dell’assenza di ogni tipo di sostegno a gennaio. Chissà come potremmo interpretare il silenzio delle realtà finanziarie del territorio di fronte a più di 100 lavoratori senza ammortizzatori”.