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Speciale 118 Sindaci: intervista a Silvia Ferraris, Sindaco di Castello d’Annone

Continua il nostro viaggio con “Speciale 118 Sindaci”: oggi vi proponiamo l’intervista di Silvia Ferraris, Sindaco di Castello d’Annone.

Da bambina aveva mai immaginato di diventare sindaco?

No proprio no!

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

Facevo parte della precedente amministrazione, come assessore, e quando il gruppo si è confrontato per individuare il futuro candidato sindaco, la scelta è ricaduta su di me.

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Diciamo che era un argomento “di casa” poiché mio padre è stato consigliere per 15 anni e un carissimo cugino, anch’egli impegnato nella politica locale, mi ha affiancata agli esordi. Comunque, sicuramente aver ricoperto la carica di assessore per una legislatura, mi ha permesso di approfondire parecchi argomenti e di coltivare l’interesse per l’intero sistema.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Il primo pensiero è andato a mio padre, che ho perso anni fa e all’orgoglio che avrebbe provato, poi, ho realizzato che bisognava alzare lo sguardo e mettersi al lavoro.

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Certamente i due anni di pandemia hanno rappresentato una prova durissima da affrontare, da realizzare e da gestir : credo che nessuno , soprattutto nel primo lockdown, fosse preparato ad uno scenario di questo tipo, sono stati momenti intensi sia emotivamente che dal punto di vista gestionale.
A questo, in più periodi, si è aggiunto il tema immigrati: la nostra è una piccola comunità e l’impatto è sempre stato notevole, non solo per la sicurezza ma anche per il tessuto sociale. Ho più volte portato all’attenzione delle istituzioni le difficoltà che abbiamo affrontato, lavorando in sinergia per trovare soluzioni adeguate e sostenibili.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Gli argomenti sono molti, in verità perché nelle realtà più piccole si deve avere una visuale a 360 gradi: mi dedico al bilancio, e questo per indole professionale, senza però trascurare i lavori pubblici, la scuola e il sociale. Il contatto con il territorio è molto stretto e si costruiscono i legami conoscendo le criticità ed intervenendo spesso personalmente a sostegno di chi è in difficoltà.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Mi ritengo molto soddisfatta per quanto siamo riusciti ad assistere, soprattutto nel primo periodo pandemico, le famiglie che hanno manifestato criticità: con alcuni consiglieri e volontari della Protezione Civile e dell’ANC si è attivato un regolare approvvigionamento di beni alimentari e di prima necessità, tentando di farlo sempre con gentilezza e con un sorriso.
Dal punto di vista, invece, degli interventi sono fiera della riqualificazione del complesso scolastico: un investimento sui bambini, un investimento sul futuro, rendendo certamente più fruibili e vivibili gli edifici stessi. Ed infine l’implemento del sistema di videosorveglianza: un progetto a cui mi sono dedicata anche personalmente e che ritengo indispensabile al fine di garantire maggiore sicurezza ai cittadini e quale deterrente per azioni di degrado e delinquenza.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Come dicevo, la mia non è una grande realtà per cui sono sempre disponibile al confronto diretto, ricevendo di persona sempre chi lo desidera; poi utilizzo il sito del comune e i social per pubblicare comunicati ed avvisi di vario genere.

Soddisfatta di come porta avanti il suo incarico o no? Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Io sono estremamente critica soprattutto con me stessa, quindi penso sempre che avrei potuto fare meglio: certo ho messo e continuerò a mettere impegno, attenzione e dedizione. L’incarico del sindaco ritengo debba essere il frutto di una scelta consapevole e responsabile perché ha un impatto davvero determinante sulla propria vita, motivo per cui non ho ancora deciso per il futuro: per ora mi concentro su svariati progetti che vorrei vedere realizzati.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Il confronto, con i colleghi, sempre un valore aggiunto per esperienza e per approccio ma anche con il proprio gruppo, il personale e ovviamente la popolazione.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Sicuramente di maggiori fondi e poi di più flessibilità gestionale sia nei riguardi del personale, ci sono meccanismi rigidi che spesso impediscono un sistema premiante ed incentivante per chi lavora e lo fa con precisione e dedizione, sia nei lavori pubblici.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Il problema sicurezza è purtroppo sempre molto attuale: abbiamo zone periferiche meno abitate soprattutto durante il giorno e spesso teatro di tentativi di truffe e altro. I cittadini rivendicano maggiori controlli e più severità con i trasgressori: come dicevo abbiamo ampliato il sistema di sorveglianza proprio per questo motivo, in modo da avere una copertura sull’intero territorio comunale, dal centro, alle frazioni, passando per i luoghi significativi (le scuole, il cimitero, gli edifici comunali)

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Il Covid ha cambiato il mondo e di conseguenza anche le realtà più piccole: sono aumentate la povertà e la disoccupazione, e così si sono acutizzate situazioni di disagio familiare e di solitudine. Le famiglie che si rivolgono al Comune per avere sostegni sono sempre più numerose, ma anche persone anziane.
A mio avviso occorre incrementare i servizi sociali e “avvicinarli” maggiormente alle scuole e alla sanita: servono più sentinelle nei vari ambienti, e maggiori percettori di eventuali problemi.
L’amministrazione comunale ha risposto a questo bisogno ospitando un sportello settimanale del consultorio familiare: proprio per dare l’opportunità alla popolazione di usufruire direttamente di questo servizio.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?
Se no, come potrebbe svilupparsi una sinergia tra amministrazione e no profit?

La sinergia tra amministrazione e volontariato è indispensabile: ne abbiamo avuto ulteriormente prova nelle emergenze: a Castello di Annone sono presenti, come ho già accennato la Protezione Civile e l’ANC, che hanno operato parecchio in pandemia. Poi, con anche la collaborazione della Croce Rossa, abbiamo attivato il centro vaccinale che accoglieva la popolazione di altri 6 comuni, oltre al nostro.
E non dimentichiamo l’Associazione “Il Seme” che in collaborazione con il banco alimentare ha fornito e continua attualmente a fornire, beni alimentari e di prima necessità alle famiglie bisognose.
Infine, ma non per minore importanza la Proloco, la Biblioteca, l’Unione Sportiva, l’Oratorio: insomma i volontari sono davvero protagonisti della vita sociale e forniscono un aiuto indispensabile, donando tempo ed energie, arrivando spesso dove le istituzioni non riescono.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Il mio sogno nel cassetto è quello di riqualificare il centro urbano: vorrei “rifare il trucco” creando più luoghi di aggregazione accoglienti e green.
Un sogno che ha generato un progetto ma che purtroppo per ora non ha trovato i fondi necessari.