Lettere al direttore

Massimo Cerruti: “Asti ha davvero bisogno di un nuovo mega Centro Commerciale?”

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Riceviamo e pubblichiamo


Asti ha davvero bisogno di un nuovo mega Centro Commerciale? Il Borgo con i suoi 48 punti vendita ed altri più di venti supermercati e importanti catene di negozi di grande distribuzione sparsi non sono più che sufficienti per le dimensioni del nostro territorio e la capacità di acquisto degli astigiani?

Per Sindaco ed Amministrazione sembra proprio di no visto che intendono autorizzare a tutti i costi un nuovo mega insediamento proprio di fianco al Borgo riconvertendo la destinazione d’uso di un’area destinata a Palazzetto dello Sport al fine di realizzare una nuova grande superficie di vendita pari a 12000 mq di vendita e parcheggi per una  superficie complessiva di 45000 mq.

Scelte schizofreniche prive di qualunque visione visto che non molto tempo fa, ad ottobre 2017 lo stesso sindaco Rasero, qualche giorno dopo un agitato Consiglio Aperto improvvisamente convocava una conferenza stampa e annunciava: “l’Agrivillage,  sarebbe più un danno che un profitto per Asti. E per danno intendo quello sul commercio, sulla vita e su altri aspetti della nostra città”. Erano parole sue, cosa è cambiato ora? Perché l’Agrivillage avrebbe portato alla desertificazione della città con danni per cittadini, commercianti, bar, negozi, consumo di suolo e invece questa no? Dove è la coerenza del Sindaco e quale visione vi è alla base di scelte diametralmente opposte operate a poca distanza di tempo?

Queste sono solo alcune delle domande che porrò in Consiglio Comunale nell’ambito di una Interpellanza urgente (Per scaricare il testo dell’interrogazione —–>>>> Interrogazione Centro Commerciale)

Già nell’estate 2020 l’Amministrazione Rasero aveva ventilato di far partire l’iter per la realizzazione di questo nuovo maxi centro commerciale e già allora avevamo manifestato apertamente la nostra contrarietà a tale notizia che aveva destato sconcerto a tal punto che insieme ad associazioni e semplici cittadini era stata aperta una petizione on line tuttora attiva ed in pochissime ore giungevano centinaia e centinaia di adesioni.

Inversione di rotta a 180 gradi tra il Rasero 1 ed il Rasero 2 e tutto ciò solo perché quando ad incassare é il Comune diventa tutto accettabile. Deduciamo quindi che negozi e cittadini che pagano le tasse comunali, i privati che possiedono i negozi e che pagano IMU e TARI altissime e non avranno più introiti perchè le attività chiudono possono tranquillamente prendersela in quel posto.

Dopo il provvedimento che prevede Piazza del Palio “tinta di blu” si aggiunge quindi anche l’idea di un nuovo mega Centro Commerciale per piegare definitivamente l’economia della città. Asti, negli ultimi anni, ha visto cambiare le abitudini di spesa, il tessuto economico e sociale, assistendo ad una delocalizzazione dei consumi verso la GDO che ha di fatto messo in difficoltà non poche attività del centro e della periferia. Siamo in democrazia, ricordiamolo, quindi è necessario aprire il dialogo ed ascoltare le ragioni di ognuno prima di prendere decisioni così importanti: forse capiremo come un terreno possa passare da utilizzo a fini collettivi ad uso commerciale, qualcosa non torna.

Decisioni calate dall’alto, mai condivise o discusse con nessuno che minano lo sviluppo della città: prima si rendono a pagamento 2.200 stalli facendo carta straccia del Piano Urbano del Traffico arenato e costato molto denaro per realizzarlo e contemporaneamente si autorizzano nuovi mega centri commerciali dotati di comodi parcheggi, questa volta si gratuiti! E si bruciano 45.000mq di terreno inizialmente espropriati dal Comune per fini sociali ed ora cementificati ed asfaltati per business quando la città è piena di immobili vuoti abbandonati e degradati.

Quale logica, quale etica, quale visione di una Amministrazione che anzichè pensare ai propri cittadini come a persone, li tratta a semplici acquirenti, consumatori ed elettori a cui chiedere il voto ogni cinque anni salvo poi tradire regolarmente ogni promessa inventando operazioni e decisioni mai accennate prima.

Basta improvvisazione e scelte di comodo, serve visione e maggiore confronto democratico: le cose si vengono a sapere dai giornali ma ora ne parleremo in Consiglio e vedremo le risposte!

 

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