Maggioranza di sì al Referendum: via alla fusione di Moransengo e Tonengo

Le riflessioni del Segretario comunale Giorgio Musso

“Volete l’istituzione di un nuovo comune denominato Moransengo-Tonengo mediante fusione dei comuni di Moransengo e di Tonengo in provincia di Asti?”.

Questo il quesito del Referendum cui ieri, domenica 6 novembre, sono stati chiamati i cittadini dei due paesi dell’Alto Astigiano. A Moransengo i votanti sono stati 97  su 168 elettori, a Tonengo 89 votanti su 183 elettori. Ha vinto il sì in entrambi i comuni: a Moransengo 70 si e 24 no – 2 nulle e 1 bianca e a Tonengo: 76 si e 12 no – 1 nulla. In totale quindi i sì sono stati 146 e i no 36.

Con questo referendum prende il via la fusione dei due comuni e la nascita del nuovo comune di Moransengo – Tonengo.

Di seguito le riflessioni sulla fusione da parte di Giorgio Musso, Segretario generale della città e della provincia di Cuneo e Segretario reggente a scavalco dei comuni di Moransengo e di Tonengo.

I piccoli comuni che si uniscono: la fusione di Moransengo e Tonengo

Quando venni assegnato nel lontano 1989 alla segreteria comunale dei comuni consorziati di Moransengo e di Tonengo, ridenti paesini dell’Alto Astigiano Monferrino, inseriti nel magnifico e superbo paesaggio collinare del nord della provincia di Asti mai mi sarei aspettato di ritrovarmi a distanza di così tanto tempo una fusione tra i due comuni.

E’ davvero difficile oggi pensare in un tempo globalizzato e complicato alle identità territoriali e alle autonomie locali senza scontrarci quotidianamente con una vasta e complessa sedimentazione di leggi, norme, disposizioni, imposizioni che negli anni, dal 1992 ad oggi hanno interessato gli enti locali. Anche comuni così piccoli, entrambe di duecento abitanti l’uno, soffrono pesantemente di questa situazione, con un solo dipendente per entrambi e con amministratori locali volontari che gestiscono i due enti con impegno e fatica, dibattendosi tra burocrazia infinita e legittime aspettative di servizi da parte dei pochi abitanti residenti.

La Regione Piemonte ha istituito nell’estate 2022 il referendum consultivo e il 6 Novembre 2022 gli elettori dei due comuni sono stati chiamati a esprimere il proprio voto favorevole o meno alla fusione dei due comuni per la creazione di un nuovo comune.

La fusione intercomunale di cui sopra, e la costituzione del nuovo ente locale, dovrebbe godere in dieci anni di una somma importante a sostegno delle spese correnti dei due ex comuni, circa 750.000 Euro in dieci anni. Soldi che
farebbero davvero comodo per assestare il bilancio del nuovo comune costituito e che potrà quindi disporre di fondi utili per garantire una migliore sopravvivenza al neo-nato comune, e il mantenimento degli attuali servizi: dal trasporto scolastico, alla manutenzione delle strade, alla realizzazione di opere pubbliche nell’interesse delle due comunità riunite.

Chiaro che la problematica essenzialmente sta nella differenziazione delle imposizioni normative a carico dei piccoli comuni rispetto ai medi e grandi comuni, che così come postate non sono più reggibili da parte degli enti di minore dimensione. Sia per quanto concerne l’organizzazione, gli appalti di opere pubbliche e dei servizi, sia per i controlli e il rispetto delle disposizioni con Corte dei Conti e con ANAC, oltrechè con le innumerevoli piattaforme informatiche da BDAP a REGIS (Pnrr), a SOSE e a Conto annuale del Personale. La montagna normativa di questo sistema di gestione degli enti locali e i riferimenti alle complesse articolazioni del Codice degli Appalti e agli altri Codici, corre il rischio di far implodere gli enti stessi in modo graduale se non si addiverrà alla auspicata semplificazione degli atti e delle gestioni non foss’altro che da anni se ne tratti senza aver raggiunto alcun obiettivo sostanziale, ivi compreso con il tanto atteso Piano Integrativo di attività e organizzazione “Piao” di Brunettiana memoria.

Sarebbe oltremodo utile disporre peraltro di un segretario comunale titolare della nuova segreteria dei due comuni riuniti, con stipendio però a carico dello Stato, che possa sostenere l’evoluzione del nuovo comune in una forma ed una modalità rinnovata e funzionale.

E’ davvero l’impegno che i due enti riuniti si dovrebbero dare, rinvigoriti da questa consultazione elettorale ma che dovrebbe disporre di un nuovo contesto statale riformato che possa contribuire ad un assetto gestionale funzionale ai servizi delle cosiddette aree interne da sempre penalizzate rispetto alle aree urbane e metropolitane.

Si spera che le risposte a questi esempi non tardino ad arrivare da parte dello Stato e del legislatore, senza ulteriori ritardi, anche nell’attuale critico contesto europeo e mondiale.

Giorgio Musso
Segretario generale della città e della provincia di Cuneo e Segretario reggente a scavalco dei comuni di Moransengo e di Tonengo