Stagione vinicola 2022 calda e secca: “Le principali vittime dell’emergenza climatica sono i nostri cru”

Stefano Chiarlo - enologo e vineyard fa il punto della situazione sulla stagione, fra difficoltà metereologiche ed interventi in vigna

Il 2022 verrà sicuramente ricordato come un’annata sfidante dal punto di vista climatico, caratterizzata da temperature elevate e da un una lunga estate con rare piogge, e conseguente grave emergenza idrica.

Nel pieno della vendemmia Stefano Chiarlo – enologo e vineyard manager alla guida della cantina con il fratello Alberto e il papà Michele – fa il punto della situazione sulla stagione, fra difficoltà metereologiche, interventi in vigna e qualche anticipazione sul futuro dell’annata.

L’annata 2022 si può descrivere con due parole: calda e secca. Queste condizioni climatiche impegnative si sono concretizzate in una vendemmia anticipata di circa 10/15 giorni per tutte le varietà.
Al momento ricorda molto l’annata 2017; chiaramente è ancora presto per affermarlo perché i dati derivano dai campionamenti, però tendenzialmente a differenza del 2017 vedremo gradazioni alcoliche non esasperate, con grande morbidezza, struttura e complessità, certamente vini equilibrati.” – spiega Stefano Chiarlo.

“Le aree più critiche sono state il Monferrato e la zona del Barbaresco, decisamente più asciutte, mentre Barolo e Gavi hanno beneficiato di alcuni fenomeni temporaleschi, per cui prevediamo risultati con vini più freschi e con rese nella norma. Fortunatamente nessuno dei nostri vigneti è stato colpito dalla grandine, sebbene ci siano stati sporadici episodi. – racconta Stefano Chiarlo –la scarsità idrica è stata comunque allarmante, sono caduti 400 mm d’acqua rispetto ai 950 mm dell’anno scorso (-60%). Terminata la vendemmia ci auguriamo un autunno e un inverno con abbondanti precipitazioni che vadano a costituire buone riserve d’acqua per il prossimo anno.”

“Queste condizioni stanno diventando molto frequenti, come verificatosi nelle annate 2011 ,2017 e 2019, ora anche nel 2022. È stato cruciale in vigneto affinare esperienza di scelte mirate. Il cambiamento sta diventando molto frequente e le principali vittime sono i cru, massima espressione dei nostri terroir, che proprio nella loro natura sono i più esposti all’irraggiamento solare e che tuteliamo gestendoli con meticolosa cura.” – sottolinea Stefano Chiarlo.

La resilienza sarà quindi la nostra sfida: fronteggiare la situazione unendo ingegno e buone pratiche. Ad esempio adottiamo le reti antigrandine che, oltre alla loro funzione, nelle esposizioni a sud, sud-ovest contribuiscono a creare dell’ombreggiatura sull’uva. Inoltre lasciamo integra la vegetazione a proteggere i grappoli, ritardiamo il periodo di diradamenti ed anticipiamo la vendemmia. Finalmente l’approvazione della deroga della Regione Piemonte che permette l’irrigazione dei vigneti è stata essenziale; per noi è una pratica di soccorso da applicare solo in caso di emergenza, ma siamo soddisfatti e stiamo adottandola in maniera sostenibile recuperando l’acqua piovana in invasi e laghetti.” – spiega Stefano Chiarlo.

L’esperienza e la sensibilità sono quindi elementi chiave nell’adozione delle giuste pratiche agronomiche, per fronteggiare condizioni climatiche avverse senza intaccare l’equilibrio e la qualità del prodotto.

Quest’anno la produzione di vino non si limita a fare i conti con la natura ma, a complicare ulteriormente la situazione sono le turbolenze causate dalla situazione economica e politica globale: fortissimi sono stati gli aumenti dell’energia e di tutti materiali, oltre alla grande difficoltà nel reperirli. “La programmazione dei materiali è totalmente cambiata, attualmente bisogna ordinarli i con almeno 6 mesi di anticipo.”

“Nonostante tutto la qualità delle nostre uve si presenta di ottimo livello. Certamente la vite con le sue profonde radici e l’attenta gestione dei vigneti hanno battuto il clima; siamo convinti che sarà un’annata che ci sorprenderà” – conclude Michele Chiarlo, proprietario dell’azienda.